Sono Aviva De Santis e sono scappata dal lusso del mio nido famigliare per diventare una senzatetto, perché non sopportavo l’idea di vivere con degli assassini. Da allora, la strada mi ha cambiato. Sono diventata una cocainomane, una prostituta, un topo di fogna. Insieme alla mia nuova amica, conosciuta in strada, ho vagato per il South Bronx di New York con l’unico scopo di sopravvivere e anestetizzarmi dal dolore. Poi tutto è precipitato. La mia avidità ci ha condotto fino a lui. Nel momento in cui ho incrociato il suo sguardo vuoto ho capito di non avere scampo. Nei suoi occhi di diamante non vedo nulla. Quell’uomo sembra morto dentro e ciò mi terrorizza più della morte stessa.
Ma questo non mi ha precluso di fare qualcosa che non avrei dovuto, e adesso sono nei guai fino al collo. Grazie a quel demonio ho capito di aver abbandonato un covo di vipere, solo per essere catapultata in un covo di mostri.
** Attenzione, la recensione contiene spoiler **
Samael è il protagonista maschile di questo romanzo. Lo definirei un concentrato di orrore puro, con un pizzico di angelo buono, ma capiamoci non è uno dei buoni eh, no, no! Piuttosto è spietato, crudele, anche se può essere intravisto uno spiraglio… Veniamo a conoscenza che è stato cresciuto dai nonni, ma non è ben chiaro perché lo abbiano educato a fare certe cose, anche se ne sono indubbiamente i diretti responsabili. Aviva è la protagonista femminile, classica ragazza benestante, amata a casa, adorata dal papà, fino al giorno in cui scopre qualcosa di terribile sulla sua famiglia e scappa di casa, per ripicca, per vendetta, perché è poco furba. Diventa una senzatetto, inizia a drogarsi e, ovviamente, per comprarsi la droga inizia a prostituirsi (poco furba, appunto). Ora, pensi di punire tuo padre facendo così? La sua scelta mi lascia perplessa. Sulla strada conosce Lily-Rose, anche lei scappata da casa e cleptomane, ma diversamente da questa ha meno tendenze autodistruttive. Una sera Aviva decide di rubare insieme a Lily-Rose una bella macchina per poterla rivendere e andare via dalla città, peccato che la macchina sia quella di Alexander, la guardia del corpo di Samael, e peccato che vengano beccate dai due signori e, come posso dire, sfidate a rubarla. Aviva è armata, pensa di avere spaventato i due ricconi (povera stolta) e scappa, e ovviamente Alexander avvisa Lennox di andarle a prendere e inizia la caccia. Potete immaginare l’epilogo. Dopo averle prese, Samael le porta nel suo Hotel “particolare”, dove vengono curate, e dove Samael tiene buona Aviva minacciando di vendere Lily al miglior offerente. Tra scontri e violenza, vediamo il freddo Samael al lavoro per distruggere mentalmente, e non solo, Aviva, per piegarla al suo volere. Nonostante tutto, lei resta combattiva, lo sfida, fino a quando si rende conto che vivere in quel posto la sta cambiando, si sta perdendo, o forse inizia a legarsi troppo a Samael, e non vuole più mostri nella sua vita. Per questo motivo chiede aiuto a Kendra.
Ero convinta che avrei letto del passato di Samael in questo libro, invece sono presenti solo accenni e, da un lato, sono rimasta un pochino delusa, ma dall’altro credo sia stato un colpo di genio: un accenno qui, uno là e poi conosciamo colei che forse, dico forse, lo renderà un pochino più umano… forse. Un uomo “rotto” che ha trovato la sua donna che si è “rotta”, qualcuno dal carattere forte che può tenergli testa senza perdersi nel suo buio. Complimenti ad Anya, come sempre superba nel narrarci questa storia, e la perdono per non avermi rivelato subito tutti gli scheletri di Samael. Adesso attendo il prossimo libro per sapere cosa faranno i nostri “non eroi”.
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