Nonostante la vita non sia stata particolarmente buona con lui, Josiah Cox è determinato a non farsi piegare dalle avversità, affrontandole a testa alta e con un sorriso stampato in volto. Nemmeno il terrore per la sinistra ed incombente presenza di The Knife riesce a minare la sua voglia di vivere, di amare ed essere amato. Eppure, troppo preso dall’incrinarsi delle amicizie di un tempo e dal desiderio di ottenere ciò che ha sempre sognato, ignora che il pericolo, quello vero, potrebbe essere molto più vicino di quanto immagina.
*** AVVERTENZE***
Questo è un romanzo M/M e M/F contenente scene di violenza, linguaggio e tema forte. È pertanto sconsigliata la lettura ad un pubblico sensibile.
Siamo giunti al quarto romanzo di questa serie, e una cosa, cara Silver, te la devo dire: ti auguro che Samael, il più gelido e spietato dei tuoi Lethal Men, venga presto a trovarti e ti torturi e ti faccia passare quello che ci stai facendo passare tu, ogni volta che leggiamo “continua…”.
Cari amici, anche questa volta, il romanzo non solo lascia aperti gli interrogativi che precedentemente ci eravamo posti, ma ce ne fa nascere di nuovi. Differente dai primi tre capitoli di questa serie, la componente dark è solo una piccolissima sfumatura, mentre risulta molto più marcata quella suspense.
Ritroviamo i protagonisti esattamente come li abbiamo lasciati: Sibylle vive con il suo datore di lavoro sempre sorvegliata a vista da Rev; Kynk e Jay vivono la loro storia ormai divenuta importante e solida per entrambe le parti; Josiah e Kai, invece, dopo l’ultimo incontro, continuano a pensare l’uno all’altro, ma senza tentare un vero e proprio riavvicinamento. Se il primo è giustamente arrabbiato, il secondo teme solo che gli errori commessi in passato possano ripetersi e preferisce dunque tenersi lontano piuttosto che combinare qualche guaio irreparabile.
C’è un però, il killer The Knike non è ancora stato preso e la minaccia su Josiah non è svanita: Kai non riesce quindi a non preoccuparsi. “Anya Cupido Silver” ha scoccato la freccia e ciò che Kai non voleva ammettere nel capitolo precedente viene alla luce. Differentemente da “Dangerous Minds”, dove il tatuatore era molto riflessivo, la paura di perdere una persona cara, lo porta a diventare istintivo e dunque a esporsi.
Nel mentre, Josiah è frastornato per una serie di motivi: il padre orco diventa sempre più orco, il suo migliore amico, Draven, è diventato irriconoscibile frequentando sempre più spesso Sin (il nuovo arrivato a scuola che tanto assomiglia ai Lethal nel modo di fare) e la protezione della sorellina è sempre la sua principale preoccupazione. Questo ragazzo, che nei pensieri ricorda molto il personaggio di un romanzo Young Adult, differisce da questo genere per il suo approccio ai problemi.
In momenti come quello era difficile essere ottimisti. Quando aveva la guardia bassa, ancora una volta la vita gli ricordava quanto facesse schifo essere al mondo. Con terrificante sadismo, gli rammentava che per un attimo di felicità avrebbe dovuto pagare un prezzo per bilanciare il naturale corso della sua esistenza.
Il ragazzo vive una vita che definire infame è un eufemismo, eppure lotta con le unghie e con i denti per sopravvivere alle avversità che continuano, senza sosta, ad abbattersi su di lui.
“Dio Kai”, io lo chiamo così perché sono follemente innamorata di lui, non riesce a guardare impassibile e con tentativi che spaziano dall’arrogante al superprotettivo si riavvicina a quel ragazzo che, con estrema ingenuità e senza che entrambi abbiano potuto far nulla a riguardo, gli ha rubato il cuore.
L’istinto di mandare tutto al diavolo e andare da lui per prenderlo di nuovo gli faceva perdere la lucidità. Quello di abbracciarlo e tenerlo al sicuro gli toglieva il fiato.
I due si riavvicinano e lo fanno in un modo a dir poco esaltante: i miei globuli rossi si sono seduti su un vagoncino, si sono messi comodi, e si sono goduti uno splendido giro sua montagna russa con tanti picchi e ripide discese e pochi tratti lineari. Tenerezza e dolcezza, sensualità e “quotidianità” sono solo alcuni elementi che contraddistinguono questa loro relazione, ancora fragile e tutta in divenire.
Non è oro tutto ciò che luccica però, Kai commette un errore a fin di bene, e lo spettro di questo errore ci accompagnerà fino alla fine. In più, The Knife li osserva, e nonostante Kynk, il suo gemello, abbia promesso di occuparsi della faccenda, questa presenza sempre più vicina si fa più imponente e mostruosa.
Anya ci guida durante il racconto, ci fornisce degli elementi; per questo all’inizio ho scritto un romanzo ricco di suspense, per decifrare l’enigma del Killer, ma non si riesce a venirne a capo. Come Pollicino, raccoglieremo le briciole seminate, senza però comprendere il mistero che avvolge Josiah.
Il romanzo non gira solo intorno a quanto detto fin d’ora, no, perché finalmente Rev torna a essere quel grandissimo “fijo de na …” che abbiamo conosciuto.
Qualcosa si è rotto in Sibylle, i risultati del rapimento li stiamo vedendo solo ora, la sua anima le è stata portata via, e la normalità sembra essere un concetto relativo. La sua mente è il caos: non distingue più gli istinti dai desideri e gli incubi dalla realtà.
«Noi siamo morti dentro. Dei fantasmi condannati a vagare su questa terra, niente di più. Tu stai vivendo la vita che noi avremmo potuto vivere, se non avessimo ceduto».
Avete visto il film “Il Corvo”? Eric, il protagonista, è l’alter ego del corvo, il quale rappresenta la vita e la morte allo stesso tempo. Osserva, compare nei momenti opportuni, fa ciò che deve fare e poi scompare. Commette atrocità, quando si tratta di Sarah, però, la bambina che è l’unica persona che lo rende ancora uomo, si può definire in molti modi, ma non assassino. È lì, al suo fianco, per proteggerla. E anche questo, a mio avviso, è amore. Non convenzionale certamente, ma pur sempre amore.
Cos’era per lei Rev? Il suo tormento. La sua dannazione. La sua vita.
E ora, Silver, mi devi spiegare una cosa. Eric diceva: “Non può piovere per sempre”, un ombrello a Sibylle glielo vogliamo dare, arrivati a questo punto?
Devo dirvi un’ultima cosa e poi smetto di annoiarvi. Ho notato che la scrittura dell’autrice è cambiata: se da un lato, a livello di struttura e articolazione, è maturata, dall’altro sembra sia molto più controllata e moderata. Non c’è più quell’irruenza, quell’aggressività e quell’impeto dei primi capitoli della serie; è vero che qui il protagonista è molto giovane e nella sinossi non c’è più quella sfumatura dark, “amorale” di “Pure Revenge”, ma ho come la percezione che sia frenata da qualche influenza esterna che poco ha a che vedere con l’universo dei libri. Mi auguro che non sia così, ma se lo fosse, cara autrice, non avere timore: se ti conosciamo e ti amiamo è proprio per quella realtà parallela, diversa e grandiosa che ci hai fatto incontrare ormai più di due anni fa.
Editing a cura di:
Dovessi basarmi sulle mie emozioni di adesso la recensione sarebbe così:” …… …….. ……. ###@@@ùùù******%%%% merdacariva, crudela come si faaaaaaa?” E non perché non sia bello, ma perché non so se baciare Anya o picchiarla: non si fa così! Mentre leggevo i primi capitoli del libro ho mandato un messaggio a Holly e le ho detto: “Oh, com’è dolcioso Rev e anche Kynk, tenerissimi” e la sua risposta: “ Ehm… aspetta la fine”… AHIA. Sono arrivata alla fine e… leggete le prime due righe e capirete il mio sfogo.
Torniamo al libro: con questo romanzo conosciamo meglio Josiah e l’evoluzione della storia tra lui e Kai, con tutti i dubbi di Kai per la differenza di età, la paura per The Knife (giuro ero convinta di aver capito chi fosse e adesso son confusa di nuovo -_-). Kynk e Jay sono ancora nella “nuvoletta rosa”, diciamo così, non so per quanto ma godiamoci il momento; Jay, invece, è tornato a casa per parlare con Sibylle e farle sapere che è vivo e per vedere come sta. Draven farà una cosa che ci lascerà perplessi, una cosa veramente stupida, ma tanto stupida (Sin mi stai sulle pelotas e tanto) e Jo vedrà il suo caro amico sprofondare sempre più in un buco nero a causa di Sin. The Knife continua a studiare e spiare Jo, e spero di sbagliarmi taaanto, ma direi che ne sembra attratto (oddio!). Rispetto ai precedenti questo libro è per tre quarti più dolce, perché, nonostante l’anima nera e gli atti così abbietti, sia Rev che Kynk hanno un angolino di cuore ancora rosa (lo so, lo so è un dark, ma secondo me hanno una chance di essere meno mostri con accanto Jay e Sibylle). Loro due mi piacciono tanto, fanno cose non proprio belle, ma sono in linea con il mondo con cui sono entrati in contatto e sono diventati così a causa degli errori di chi avrebbe dovuto proteggerli: e quando sei in certi ambienti o ti adegui o diventi vittima. Per chi si aspetta notizie di Samael e Kendra, sappiate che non sono stati nominati; peccato, io ci speravo, ma loro due, al contrario di Rev e Kynk, non penso abbiano possibilità di redenzione. Spero di sbagliarmi perché adoro Samael, il mio perfido, crudele, mostro elegante. Non ho messo brani perché è tutto da gustare, per chi conosce la serie ovviamente da leggere; per chi non la conosce e ama le storie dark è consigliato al 100%. In attesa del prossimo, spero di non aspettare troppo, vi auguro una buona lettura (preparate un liquore forte per l’ultima parte del libro… servirà).
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