♦ Traduzione di Barbara Cinelli
Triskell Edizioni, 11 agosto 2017 – acquistabile qui ♦
Afflitto da tutta la vita da dolori e debolezza, Ethan Abbatt è un mutaforma che non riesce a mutare. Sperando di andare incontro a una morte onorevole unendosi al suo branco durante un attacco ai vampiri, Ethan viene invece a conoscenza di due cose: che perdere sangue allenta il dolore e libera il suo lupo, e che il suo vero compagno è un vampiro di nome Miguel.
Miguel Rodriguez, un feroce e potente vampiro di quattrocento anni, percorre la strada della vita come un’ombra, senza felicità né affetti. Quando un giovane mutaforma gli dice di essere il suo vero compagno e che sono destinati a stare insieme, Miguel lo manda via. Ma Ethan è insistente, e stare con lui gli viene talmente naturale che Miguel non riesce a resistergli a lungo.
La sfida vera consiste nel cercare di sopravvivere, in modo da poter stare insieme fino alla fine dei tempi.
«Riesco a vedere il tuo sangue sotto la pelle.» La sua voce era roca e bassa. «Lo sento.» Si leccò le labbra.
«Lo senti?» sussurrai.
«Il tuo sangue. Lo sento pulsare nelle tue vene. È così rumoroso.» Chinò il capo e mi accarezzò il collo con la bocca aperta. «Non ho mai sentito niente di così forte prima. È come un richiamo.»
Accantonando tutti i pensieri di autoconservazione, chinai la testa e offrii il mio collo al succhiasangue che avevo appena visto quasi uccidere un uomo. E quello dopo che aveva prosciugato altre due vittime che, al momento, erano ancora a terra a pochi metri da noi.
«Non posso berti, lupo,» disse con rammarico mentre continuava a passare le labbra sulla mia pelle. «La tua specie è veleno, non cibo.»
Il mio compagno aveva occhi solo per me. Ma non nel modo in cui potete pensare. O almeno non nel modo che avrei pensato io. Non che mi fossi mai soffermato a pensare come mi avrebbe guardato il mio compagno, soprattutto perché non avrei mai pensato di averne uno. Comunque, se mi fossi immaginato un ricongiungimento tra compagni, non sarebbe stato minaccioso con suoni paurosi, grida di terrore e sguardi assassini.
Quindi sì, la situazione era un po’ carente sotto l’aspetto romantico. E poi c’era un livello preoccupante di implicazioni omicide. Ma era ormai chiaro come avevo scelto di affrontare quei problemi: misi un piede davanti all’altro e camminai verso il mio destino. Che fosse la morte imminente o un grande amore non riguardava nessuno, a quel punto. Entrambe le possibilità erano reali. Mi rifiutavo di scappare dal mio compagno, fosse quel che fosse.
Mi scostò i capelli dalla fronte e posò teneramente le labbra sulle mie. Ci scambiammo baci lenti e gentili finché i miei occhi si fecero pesanti e gli arti deboli. Poi infilai il viso contro il collo del mio compagno e respirai il suo odore mentre il sonno si impossessava di me.
«Mi hai già aiutato, Ethan,» sussurrò Miguel. «Mi hai ricordato cosa significa sentire.»
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