♦ Sara Coccimiglio, acquistabile qui ♦
Non ricordo niente dei miei primi dieci anni di vita. Non ricordo il volto di mia madre. Non ricordo i suoi abbracci. Non ricordo la casa in cui sono cresciuto. Non ricordo la mia infanzia. Non ricordo com’era vivere in un mondo dove non esiste la paura e dove gli uomini non pagano per avermi. Perché tutto ciò che so adesso, a nove anni di distanza, è che il denaro è l’unica cosa che può tenermi in vita. Il denaro può salvarmi. Il denaro può risparmiarmi un po’ di dolore. Il denaro può domare la bestia che mio padre non cerca neanche di nascondere dentro di sé quando torno a casa a mani vuote.
E Luc che ruolo ha in tutto questo? Nessuno. Non deve averlo. Perché non è un mio cliente, non ha pagato per avere il mio corpo, non ha voluto comprarmi per una notte.
Allora perché è così gentile con me? Perché mi offre del cibo e un letto morbido? Perché vuole portarmi via dalla strada?
Non deve farlo. Non deve aiutarmi. Non deve permettermi di affezionarmi a lui.
Se si avvicinerà troppo la mia vita lo inghiottirà, i colori svaniranno e tutto si tingerà di nero.
Attenzione: contiene scene esplicite, per questo la lettura è consigliata ad un pubblico adulto.
I colori con i quali riempio costantemente la mia esistenza, quegli stessi colori che mi stanno tenendo in vita, si stanno facendo sempre più tenui, più leggeri, sfocati, temo che possano scomparire da un momento all’altro nonostante i miei disperati tentativi di renderli più luminosi. Non voglio che se ne vadano, non voglio vederli sparire, non voglio restare da solo. Se sparissero sparirei con loro. Lo so. Ed io non voglio sparire. Non così. Non quando potrei aver finalmente trovato qualcosa per il quale valga davvero la pena vivere.
Arrivata alla fine del romanzo, mi serve tempo per elaborare la marea di emozioni positive e negative che si agitano tra cuore e mente. Odio, amore, paura, speranza, vendetta, rabbia, desiderio… cercare di mettere ordine sembra impossibile.
Se penso a quello che ho letto e ai protagonisti che ho imparato ad amare, due cose vedo: un diamante e un’armatura.
Miky è un diamante: piccolo, dall’aspetto bellissimo, all’apparenza pieno di colori, ma è anche duro, resistente, pressoché indistruttibile.
Luc è un’armatura; fiero e determinato, splendente, pronto a combattere il mondo intero per difendere chi si nasconde al suo interno, pronto per essere massacrato per salvare la vita di qualcuno che ama.
Il destino, crudele bastardo, ci costringe a percorrere le strade che ci sono state assegnate, insensibile ai nostri desideri, alle nostre speranze. Strade così dolorose da risultare impossibili, che ci forzano a percorrere caverne buie sperando di raggiungere una luce prima di arrenderci del tutto al nulla. Questa è la vita di Miky che nonostante tutta l’oscurità che lo circonda, non vuole smettere di vedere i colori che tanto ama.
Lontano da Luc i colori non esistono più. Lontano da Luc la luce è così flebile da essere solo un ricordo. Lontano da Luc l’oscurità mi circonda e l’inferno prende vita.
Luc vuole aiutare, ma può soltanto guardare, vuole abbracciare e stringere, ma resta lontano per non mettere paura, vuole confessare tutto quel che prova, ma resta in silenzio per non costringere Miky alla fuga.
Luc tenta in ogni modo di entrare nella vita di Miky perché, fin dalla prima volta che l’ha visto, ha letto la disperazione nei suoi occhi, la voglia di fuggire lontano, di scappare da quella vita fatta di abusi, denaro sporco di sangue, violenze fisiche e mentali.
Miky è forte, forgiato da un fuoco che sembra non potersi spegnere, ma sotto quello strato che ha creato per impedire al mondo di colpirlo, soffre in silenzio. Come ogni ragazzo della sua età, Miky sogna, desidera, ricorda e spera. Quel che non si permette di fare è credere che la sua vita possa cambiare.
“Puoi ricominciare a vivere, adesso. Possiamo ricominciare a vivere.”
Le sue parole mi fanno battere più forte il cuore. “Insieme?”
Ma quando l’amore entra in gioco, tutto cambia. Il mondo non sembra più così brutto, il futuro non sembra più così oscuro e la mano amica che viene tesa non sembra più così lontana.
Miky e Luc mettono in gioco le loro vite, sfidano il destino e tutto ciò che vuole costringerli a restare divisi, lottano con le unghie e con i denti e commuovono il lettore toccando corde che, per quanto mi riguarda, nessuno ha mai toccato prima.
Ho pianto tanto e ho sorriso poco. È stata dura arrivare fino alla fine, leggere di questa gratuita crudeltà data con così grande facilità. Eppure adesso, giunta alla conclusione della storia, sono in grado di sospirare e far cadere una lacrima non per il dolore, ma per la gioia.
Posso solo fare i miei complimenti all’autrice. Per quanto possa essere difficile il percorso, questo romanzo merita senza dubbio di essere letto. (Preparate tanti fazzolettini! Tre pacchetti, no dico, tre pacchetti!)
Recensione a cura di:
Editing:
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