Storico
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Anno Domini 1037.
Un giovane monaco in viaggio verso Roma. Un cavaliere sulla via per Vercelli, sua città natale. Il loro incontro sembra voluto dal destino, ma c’è qualcuno che li osserva ed è pronto per giudicarli. Sulle Alpi dell’XI secolo qualcosa sta nascendo, qualcosa di proibito. Quando essere scoperti vuol dire rischiare tutto, come può un amore eretico sopravvivere?
Dunstan è un giovane uomo in pellegrinaggio sulle Alpi accompagnato dal severo Aedan.
Un ragazzo che si è macchiato di un grave peccato che ha costretto la sua famiglia ad allontanarlo, prima costringendolo a prendere i voti e poi al pellegrinaggio.
Ma il suo peccato è l’amore: il suo cuore e la sua anima non riescono a considerarlo tale e quando lo sguardo gli cade sul giovane Vittorio, gentile cavaliere che li aiuta in un momento di difficoltà, niente gli può impedire di ricaderci.
Fu un attimo. Si guardarono negli occhi e capì che non era stato un caso che il cavaliere avesse cercato in quello stesso momento la brocca. Glielo lesse negli occhi e nella piega della bocca, mentre le dita indugiavano in una carezza lieve ma che bruciava come ferro incandescente.
Immersi in un ambiente difficile, quello delle Alpi ostili e insicure, e dovendo tenere nascosti i loro sentimenti dal mondo fanatico, rappresentato in particolare da Aedan che li considera niente di meno che figli del Demonio, la complicità tra i due giovani riesce comunque a crescere in un percorso di scelte sofferte.
Ogni piccolo gesto, fonte di dubbi e di gioia allo stesso tempo, potrebbe essere notato da altri ed essere causa della loro rovina.
Non aveva il coraggio di alzare il capo e guardare negli occhi il suo diavolo tentatore. Perché quell’uomo al suo fianco, che gli sfiorava la mano e con la gamba premeva contro la sua come se non ci fosse nulla di male, era Lucifero, bello e seducente, che, con i suoi occhi e il suo sorriso, gli prometteva tutto quello che desiderava ardentemente: l’amore di un uomo.
Si percepiscono nettamente le loro paure, i loro desideri, in riflessioni descritte con frasi rapide e incisive. La narrazione è priva di orpelli inutili senza essere per questo arida. In poche pagine (è un romanzo breve) il lettore è a fianco dei protagonisti e sogna con loro una vita libera dai condizionamenti terribili di un periodo oscuro.
I flashback su Dunstan ci consentono di approfondire il suo carattere e di entrare ancora di più in sintonia con lui, cosa meno facile per Vittorio del quale – forse per esigenze di spazio – non conosciamo il passato.
Lo stile è adatto a uno storico medievale, la ricerca storica è accurata e consente di percepire bene le atmosfere del periodo senza per questo diventare pesante o di difficile lettura. Unico piccolissimo appunto: la scelta di non ripetere troppo spesso i nomi dei protagonisti usando termini come giovane, cavaliere, mercante unito ai rapidi passaggi di focalizzazione tra un personaggio e l’altro in alcuni momenti nelle prime pagine mi hanno un po’ confuso su chi parlasse o agisse.
Nel complesso rimane una lettura consigliata e uno scritto coraggioso per la scelta dell’argomento e del periodo. Se già l’amore omosessuale non è ancora del tutto libero di esprimersi oggi, meno che mai lo era a cavallo dell’anno Mille dove le conseguenze potevano essere estreme. Una lettura che denuncia il pregiudizio, il fanatismo e l’ipocrisia che si mascherano dietro precetti di fede diventando solamente scuse per odio e persecuzione; dove peccati ben più gravi dell’amore tra due uomini vengono messi sotto silenzio dal potere o dalle convenienze.
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