♦ Traduzione a cura di Barbara Cinelli
Triskell Edizioni, acquistabile qui ♦
Cresciuto per diventare l’Alfa del branco di Yafenack, Samuel Goodwin dedica la sua vita a studiare le leggi dei mutaforma, a rendere il proprio corpo più forte e ad apprendere nozioni da suo padre. Ma nonostante tutti i suoi sforzi, Samuel non riesce a rapportarsi con le persone, comprese quelle che dovrebbe guidare.
Quando incontra Korban Keller, il figlio dell’Alfa del branco vicino, reagisce in maniera emotiva invece che intellettuale per la prima volta nella sua vita. Si sente infastidito da come il mutaforma lo destabilizza e così, prima cerca di intimidirlo e poi lo evita disperatamente. Ciò che non riesce a fare, però, è dimenticare i caldi occhi di Korban, il suo sorriso e la sua personalità solare.
Quando una battaglia tra i loro padri finisce tragicamente, Samuel fatica a condurre il branco mentre Korban tenta di sfondare le sue barriere emotive.
Due uomini molto diversi con un passato tumultuoso devono superare sfide che arrivano da ogni dove e riuscire a guardare oltre le regole della loro società per rendersi conto di essere destinati l’uno all’altro.
Anche gli Alpha possono avere problemi di insicurezza e timidezza, e non riuscire a rapportarsi con il prossimo. Infatti Samuel, figlio dell’Alpha di Yafenack, sente talmente tanto il peso di essere il prossimo Alpha del branco, che si impegna nello studio delle tradizioni e tralascia il resto. Non riesce a vivere la sua infanzia prima e l’adolescenza poi, perché è così concentrato su cosa/come/dove/deve fare che risulta freddo e scostante con il prossimo. Il padre, oltre a educarlo a diventare il futuro Alpha, cerca anche di fargli capire che l’empatia e il saper ascoltare sono qualità importanti, ma Samuel non riesce a capire come fare.
Segue il padre alle riunioni con gli altri Alpha e durante una di queste conosce Korban, un bambino di undici anni, figlio dell’Alpha di Miancarem, un branco confinante con quello di Samuel. Korban è allegro, gentile e disponibile a fare amicizia, tanto che, appena lo vede, corre a invitarlo a giocare con lui. Samuel, però, essendo molto riflessivo, non riesce a rispondere ai vari giochi proposti da Korban e quest’ultimo, pensando che non siano di suo gradimento, continua a suggerirne altri. Si instaura così un circolo vizioso in cui emerge il timore/timidezza di Samuel…
Era vero. Mio padre mi portava con sé perché sapeva che mi sarei comportato bene ed era importante per me – per entrambi – che imparassi tutto in modo da poter condurre bene il branco. Non sapevo perché il padre di Korban l’avesse portato. Qualsiasi fosse la ragione, mi infastidiva il pensiero che volesse passare del tempo con me perché non aveva alternative. Insomma, non volevo passare del tempo con lui, ma era comunque scortese sbattermelo in faccia così.
A casa, gli altri ragazzi avevano un po’ più di delicatezza e non mi dicevano così chiaramente di non volermi essere amici. Con loro non mi era mai capitato di sentire che non gli piacevo, piuttosto era come se non avessimo niente in comune e io li intimidissi. Era quello che mi dicevano i miei genitori.
Ma non era possibile che intimidissi Korban Keller. Era più grande di me e aveva quegli occhi blu. E poi conoscevo il tipo. Aveva una di quelle personalità luminose che piacevano a chiunque. E visto che era stato cresciuto per essere l’Alfa del suo branco, avevamo qualcosa in comune. Quindi considerarmi come l’ultima opzione mi faceva più male del solito.
«Beh, magari sarai fortunato e troverai un altro Alfa che verrà qui con il figlio e potrai passare del tempo con lui.» Gli girai attorno e iniziai a marciare via.
Samuel durante la crescita inizia ad avere problemi nella trasformazione, perché per stabilizzarla dovrebbe trovare una compagna o la sua vera compagna; i genitori cercano di spronarlo a frequentare le sue coetanee, e lui ci prova ma… quando è con una ragazza non prova nulla, mentre ricorda che a quattordici anni con Korban si era sentito “strano”… molto “strano”, ma non ne comprende il motivo.
Poi un giorno, alcuni anni dopo, il padre di Korban sfida il padre di Samuel e con uno stratagemma vince. Samuel impazzisce dal dolore e dalla rabbia e quando scopre cosa è successo durante lo scontro, così come da tradizione, chiede vendetta al consiglio dimostrando l’omicidio del padre. Il consiglio lo accontenta e gli viene consegnato l’Alpha dell’altro branco… peccato che non sia l’Alpha giusto, ma Kobran, che è l’agnello sacrificale. Tuttavia, grazie a questo fatto deplorevole, Samuel e Korban si incontrano di nuovo e tra rabbia, punizioni e inconvenienti Korban cercherà di far capire a Samuel che loro due sono molto di più di…
«Ti sto toccando, Samuel.» Mi sfiorò la fronte con le labbra e strofinò il palmo sul mio collo e sul petto. Era molto intimo, il tipo di contatto che non mi sarei mai immaginato, figuriamoci permesso. Ma non volevo fermarlo.
«Non capisco cosa stia succedendo,» confessai.
«Sì, invece. Smettila di pensare. Senti e basta.»
Samuel è un personaggio strano, chiuso e timido, troppo concentrato a far bene le cose per poter vivere appieno, mentre Korban è solare e vivace: sa cosa è Samuel per lui e cerca in ogni modo di farglielo capire. Cardeno traccia molto bene il carattere di Samuel e anche quando lui e Korban si avvicineranno, la loro storia non sarà facile, ma alla fine capirà che oltre alla ragione c’è il sentimento e che a volte il sentimento aiuta a vincere su alcune cose.
Un bel romanzo, dolce e con una bella morale; una storia d’amore… pelossissima XD
«Non va bene nemmeno questo? Non preoccuparti, posso pensare ad altro.» Premette le labbra insieme e la sua fronte si corrugò. «Ce l’ho. Hai una panca per pesi, nastro adesivo e un cestello del ghiaccio?»
Non volevo assolutamente lasciarlo finire di spiegare.
«Penso che ciò che stiamo facendo sia perfetto. E poi coinvolge un letto, che è molto più comodo del pavimento e richiede molte meno acrobazie.»
«Allora perché hai chiesto idee su cosa fare?»
«Non stavo chiedendo idee su come fare sesso!»
«Oh, grazie a Dio.» Sospirò di sollievo. «Ero preoccupato che uno di noi si rompesse qualcosa. E poi ho finito tutti i suggerimenti.»
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