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È il primo incarico professionale per Gabe Martin, studente di giornalismo: scrivere di una serata di beneficenza natalizia a favore di un orfanotrofio. Sembra una noia mortale, finché Gabe non scopre che il Babbo Natale dell’evento è l’uomo del mistero. Compare già in costume e nessuno ha idea di chi sia. Rivelare l’identità di Babbo Natale è l’occasione perfetta per trasformare un articolo banale in giornalismo serio.
Mack McDonall, detto “La Montagna”, a oltre due metri di altezza è l’enorme lottatore di punta dell’Università del Wisconsin-Madison. Quando Gabe gli mette gli occhi addosso per la prima volta a un incontro di wrestling è libidine a prima vista. Jordan, un amico di Gabe, riesce a combinare un appuntamento per i due. Ma quando Gabe si lascia scappare di voler smascherare Babbo Natale Mack diventa scostante, e il loro primo incontro si rivela un fallimento totale.
Facendo ricerche sull’orfanotrofio, Gabe scopre dei segreti su Mack che un tipo noto per essere un duro come lui non vorrebbe certo che fossero rivelati al pubblico. Riuscirà Gabe a trovare lo spirito natalizio, a scrivere un articolo da urlo, a conquistare il cuore di un burbero gigante e a regalare a tutti un Natale davvero felice?
Jingle bells, jingle bells, Jingle all the way…
Jingle bells, jingle bells, Jingle all the way…
Jingle bells, jingle bells, Jingle all the w… uh… come dite? Non siamo più a dicembre? Le feste sono finite, gli alberi smontati, le canzoncine non risuonano più nell’aria e in generale non siamo più “tutti più buoni”?
Bhe, avete ragione. Ma io sono qui lo stesso a parlarvi di questo libro, perché… beh principalmente perché mi è piaciuto, e perché la Easton vale sempre la pena di essere letta.
Se amate le storie ricche di ironia, buoni sentimenti, speranza, questa novella allora fa per voi.
Innanzitutto, abbiamo un protagonista, Gabe, voce narrante della storia, simpatico, dotato di autoironia e di una giusta ambizione mitigata da una buona dose di umanità, che forse non lo rendono un giornalista d’assalto di quelli duri e tosti, ma che ne fanno un personaggio che si fa amare.
Poi abbiamo l’uomo del mistero, Mack detto “la montagna”, personaggio dalle molteplici sfaccettature: lottatore imbattuto, duro e tosto; ragazzo timido e schivo; figlio amorevole; benefattore generoso.
Tra i due ragazzi è subito attrazione, ma i molti segreti che Mack nasconde, e il lavoro di Gabe che rischia di portarli alla luce, sembrano un ostacolo insormontabile perché possa nascere qualcosa tra loro.
C’era soltanto una persona che poteva capire a fondo in quale pasticcio mi ero cacciato, e aiutarmi a trovare una soluzione. Dovevo fare una telefonata.
«Mama! Qué onda?»
La chiamai dall’auto nel parcheggio degli Elks. Pensavo di avere una voce normale, ma a mia madre bastò un attimo per diventare isterica.
«Oye! Gabriel, cosa c’è?» domandò. «Hai avuto un incidente? È morto qualcuno?»
«Va tutto bene. Volevo solo sentirti,» insistetti, con voce un po’ malferma.
«Mijo, sono le otto di domenica mattina. Fidati di me, c’è qualcosa che non va!»
Era inutile negarlo. Sospirai. «Voglio sparire. O buttarmi da un ponte. O trasferirmi in Sudamerica e cambiare nome. Sono in un brutto guaio, mamma. Non so cosa fare.»
Il suo tono si addolcì. «Ah. Okay. È una questione di cibo, di denaro o si tratta di un ragazzo?»
Sorrisi nervosamente al finestrino. «Di un ragazzo. E del mio lavoro. E della mia vita che è finita. Niente di grave, però. Ah-ah-ah.»
Mi faceva male la mano per quanto forte stringevo il telefono, e con l’altra – ne avevo due, per fortuna – avevo afferrato il volante in una presa di ferro. Anche se stavo in un’auto parcheggiata.
«Per prima cosa dimmi del ragazzo,» mi intimò mia madre con fermezza. Com’era ovvio che avrebbe fatto.
Così le raccontai di Mack. Di come l’avevo visto lottare quando Jordan mi aveva trascinato a un incontro, di quanto fosse celebre e di come volesse salvare il mondo costruendo dighe. Le raccontai di come Jordan avesse combinato di farci conoscere, e di come Mack ci avesse piantati in asso a causa del mio articolo sulla cena di beneficenza degli Elks. Le dissi di quanto Mack fosse enorme e suscettibile e che abitava col padre, e di come fosse comunque il tipo più equilibrato che avessi mai incontrato. Sotto tutti i punti di vista.
Inaspettatamente però scopriranno di avere più cose in comune di quanto sembri, e solo l’ingegno e la tenacia di Gabe (con l’aiuto di qualche amico e un piccolo stratagemma) permetteranno alla situazione di prendere una strada romanticamente soddisfacente per entrambi.
Come detto sopra ho amato questa novella, principalmente per l’aria di ottimismo che vi si respira, perché in ogni momento sembra che l’autrice voglia dirci che, per quanto complicata e senza soluzione possa sembrare una situazione, non bisogna mai perdere la speranza per un futuro migliore. E poi, come sempre, per la scrittura frizzante e ironica della Easton, che rimane una delle mie autrici preferite.
Quindi cosa aspettate? Se non l’avete ancora fatto, leggete questo libro e concedetevi ancora qualche ora di “spirito natalizio”.
Jingle bells, jingle bells, Jingle all the way…
E in quel momento, per la prima volta dopo anni, avvertii davvero la magia di Natale. Consisteva nello stare con persone a cui vuoi bene, con chi ti accetta per come sei e sa ricambiare il tuo affetto, e nel ritagliarsi un attimo di tempo per staccare dal tran-tran quotidiano e prenderne coscienza. Mackinac era un luogo caratteristico e speciale, ma non aveva importanza dove eravamo. Mack importava. E Jim e George.
Aggiunsi in silenzio la mia preghiera.
Fa’ che possa avere tutto questo. Sono stato un bravo bambino quest’anno, Babbo Natale. Fa’ che possa averlo ancora per un po’.
In questo libro compaiono Jordan e Owen, protagonisti del romanzo “Superhero” della stessa autrice (qui la nostra recensione). Entrambe le storie possono essere lette a sé stanti ma… un consiglio? Leggetele ambedue 😉*Raff*
Recensione a cura di:
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