♦ Traduzione a cura di Claudia Milani
Triskell Edizioni, acquistabile qui ♦
Dopo che il cancro gli ha strappato il compagno con cui viveva da dieci anni, Quinn O’Malley si è allontanato da tutto e tutti. In un unico, tragico momento è passato dall’essere un promettente artista con un partner affettuoso a proprietario di un negozio di fumetti che si barcamena tra il lavoro e una vita che a malapena può essere definita tale. Si nasconde dietro un muro di dolore, rifiutando di lasciar andare Aaron e sentendosi in colpa anche solo a immaginare di vivere una vita diversa da quella che aveva con lui.
L’affascinate party planner con cui la sua migliore amica lo costringe a uscire per un appuntamento al buio rappresenta qualcosa per cui Quinn non è assolutamente pronto, ma Brady Banner entra lo stesso nel suo piccolo mondo congelato e lo stravolge. Per anni, Quinn si è concentrato solo sulla conclusione, ma via via che Brady comincia a sciogliere il ghiaccio che avvolgeva la sua esistenza, capisce che un momento può fare più che porre fine a una vita: può farne cominciare una nuova.
È davvero difficile parlare di questo libro, perché l’autore ha voluto raccontare di uno dei più grandi dolori della vita, e lo ha saputo fare in maniera toccante, emozionante e a volte devastante.
Questo è il racconto di un viaggio, estremamente doloroso e difficile, attraverso il vuoto che lascia la perdita di una persona che si è amata con tutto se stesso.
Questa è la storia di Quinn, di Brady e… di Aaron.
Quinn ha perso il suo grande amore a causa di una brutta malattia e da allora si trascina nella quotidianità della vita senza viverla davvero.
Poi un giorno arriva Brady. Quest’uomo, con la sua dolcezza, il suo splendido sorriso e la sua determinazione, riesce lentamente a fare breccia il quel cuore che sembrava non avere più nulla da donare.
Brady rappresenta la speranza, la speranza che ognuno merita una seconda occasione. Che l’amore non ci deve far sentire in colpa e che un nuovo cammino non potrà mai cancellare ciò che di bello conserviamo nel cuore.
La timidezza di Quinn, la sua incapacità di trovare il modo di andare avanti, la sua confusione nell’affrontare nuovamente la vita è di una dolcezza incredibile. Per lui la cosa più difficile sarà riuscire a superare quel senso di colpa opprimente tipica di chi ha dovuto lasciar andare una persona cara.
Alex Kidwell è riuscito a raccontare il dolore con incredibile crudezza, ma anche con una delicatezza e una dolcezza che ti strappano il cuore.
In quella cucina, insieme a Quinn e Aaron, ho ceduto davanti all’intensità delle emozioni.
«Mi manca,» bisbigliai con voce rotta. «Ogni secondo, come se urlassi per tutto il tempo, incapace di smettere. E mi viene voglia di fermare la gente per strada e chiedere loro perché non mi sentono. Perché continuano a divertirsi, a ridere, a mangiare, bere e vivere quando lui non potrà mai più fare nessuna di quelle cose. Come posso essere felice senza di lui? Come potrà qualcosa avere mai più senso?» I miei occhi si posarono nei suoi, su quegli abissi incredibilmente affascinanti, ora così gentili e confusi. Glielo si leggeva chiaramente in faccia che stava cercando le parole, ma di parole non ce n’erano.
«E poi bacio te.» Mi avvicinai di un passo, la sua tenera fermezza che mi attirava come una calamita. «Ti bacio e non sento più la sua mancanza. Ti bacio e non mi sento più sperduto nel mondo della desolazione. Non sono più intriso di dolore e tristezza e rimpianto. Io… sono e basta. Riesco a respirare.»
La storia ci vuole ricordare che, scegliendo di andare avanti, non perdiamo ciò che il passato ci ha donato, che farà sempre parte di noi e di ciò che siamo. Che l’amore è comunque e sempre un dono meraviglioso da conservare nel cuore, senza impedirci per questo di essere nuovamente felici. Che è giusto essere nuovamente felici.
E ci ricorda che non si è mai soli. Le persone che ci sono accanto e che ci amano possono essere, se glielo permettiamo, la presenza necessaria che, tenendoci per mano, ci sostiene nella difficile ricerca di quella luce in fondo al maledetto tunnel.
Quinn dovrà capire che il “segreto” per sopravvivere a un dolore così grande non è smettere di essere tristi. Il segreto è riuscire ad arrivare a quel momento dove un Bradly riuscirà a convivere nel suo cuore insieme ad Aaron.
Ero triste, sì. Forse lo sarei sempre stato un po’. Ma ero più grande del dolore.
La valutazione personale dell’opera non è a pieni voti perché, a mio avviso, la struttura temporale è un po affrettata, ma rimane comunque un libro ben scritto e che consiglio di leggere, con accanto i fazzoletti di carta ovviamente.
Recensione a cura di
Editing:
Commenti
Nessun commento ancora.