Nonostante sia uno stand-alone, chi ha letto Non ho bisogno di te (romanzo consigliatissimo acquistabile qui) ha già incontrato brevemente Ben e… questa è la sua storia con Gavin.
Triskell Edizioni, acquistabile qui.
Per Ben Cartwright stare con un ragazzo di ventun anni comporta molte responsabilità e preoccupazioni. Ciò che teme di più è che Gavin si stia negando delle possibilità, senza sapere cosa possa offrirgli il mondo.
Anche Gavin Van Loen ha il suo bagaglio emotivo da gestire, comprese vecchie ferite inflitte da una famiglia che l’ha cacciato di casa quand’era solo un adolescente.
Mentre i due si sforzano di riappacificarsi dopo una rottura breve ma dolorosa, la sorella incinta di Gavin si presenta alla porta sconvolgendo la loro intera esistenza. Nel bel mezzo di tutto quel caos, però, Ben e Gavin riescono a innamorarsi di nuovo l’uno dell’altro. Questa volta per le ragioni giuste.
Per chi legge in inglese, qui trovate un piccolo racconto prequel .
Tradotto in italiano dalla Triskell e scaricabile gratuitamente qui.
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«Alla fin fine conta solo la famiglia, Gav. Tu e io e chiunque decidiamo possa farne parte. È tutto, non c’è nient’altro.» Poi aggiunse, in tono sommesso: «Tutto ciò che conta, comunque.»
Avevamo già conosciuto Ben in “Non ho bisogno di te”, era il tatuatore amico di Tommy, ma non è necessario averlo letto per godersi questo libro (nel caso in cui non l’aveste già fatto, però, è una storia bellissima). Il romanzo inizia con una nota dell’autrice che segnala una novella gratuita disponibile sul suo sito che ne costituisce un prequel, ma anche stavolta la comprensione del testo non viene danneggiata se non la si legge. “Ben e Gavin” ci catapulta da subito nel mezzo di una storia già iniziata, in qualche modo, perché i due vivono insieme da un paio d’anni e si sono appena separati dopo un litigio (quello che Ben aveva raccontato a Tommy), tuttavia ogni particolare del loro passato è spiegato con chiarezza e il senso iniziale di straniamento è di breve durata e non rappresenta una nota negativa, secondo me, perché le emozioni molto forti dei due protagonisti coinvolgono da subito il lettore.
Ben prese il casco di Gavin da una delle borse sulla moto. Mentre glielo infilava delicatamente, ricordò con una fitta acuta la loro prima notte insieme. Non quando l’aveva portato a casa per poi cercare di non commettere un crimine con un minorenne provocante, ma un anno più tardi, dopo che erano diventati amici e si era innamorato di quel piccolo bastardo matto da legare.
Gavin doveva aver pensato alla stessa cosa. «Perché il mio faccino è più carino del tuo?»
Con un cenno d’assenso, Ben agganciò la cinghia.
I dieci anni che separano Ben e Gavin hanno spinto Ben ad allontanare il ragazzo, incitandolo ad aprirsi a nuove esperienze perché è convinto di frenarlo con la propria presenza. Il bisogno di Ben di proteggere Gavin e occuparsi di lui è fortissimo, ma l’uomo ha una straordinaria capacità di dire quasi il contrario di ciò che pensa: anche quando è animato dalle intenzioni migliori, quello che gli esce dalla bocca complica la situazione e fa arrabbiare Gavin. Come detto molto bene nel testo, Ben è bravissimo a rimediare agli errori degli altri ma pessimo quando si tratta dei propri.
A dispetto della giovane età, Gavin è estremamente maturo; essere stato cacciato di casa quando era ancora al liceo l’ha costretto a crescere in fretta e lui sa quello che vuole dalla vita, anche se non riesce a dirlo con chiarezza al compagno. La rottura tra loro è scaturita dalla difficoltà di comunicazione, non dalla mancanza d’amore, che anzi è ancora fortissimo tra loro. Le loro conversazioni fanno sorridere, arrabbiare e a volte commuovere, perché sapere cosa provano e non riescono a dirsi fa quasi venire voglia di prenderli e sbattere insieme le loro teste dure.
Ben si avvicinò di qualche centimetro ma evitò di toccarlo. «Mi dispiace,» sussurrò.
«Per quale parte?»
Il silenzio era quasi completo. Ben respirava. L’orologio sul comodino ticchettava; a Gavin ci erano voluti mesi per abituarsi, ma Ben non riusciva a dormire senza quel ritmo costante. Alla fine, il profondo sussurro di Ben gli risuonò vicino all’orecchio. «Direi per tutto, ma non posso scusarmi per aver solo desiderato il meglio per te.»
Ci risiamo.
«Mi pare di averlo già detto in più occasioni, oggi, ma vorrei essere io a decidere che cosa è meglio per me.»
A dispetto delle loro difficoltà, però, Ben e Gavin fanno fronte comune quando alla loro porta si presenta la sorella diciassettenne del ragazzo, scappata di casa perché incinta. I genitori di Gavin sono estremamente religiosi e bigotti, oltre che incapaci di dimostrare amore ai loro figli, ed è doloroso vedere quanta sofferenza abbiano inflitto sia al ragazzo che alla sorella con la loro ottusa inflessibilità.
Al centro di questo romanzo c’è la famiglia: quella crudele che ha rifiutato i due giovani, quella inclusiva e un po’ folle di Ben, quella che Gavin e Ben riescono a costruire grazie all’amore che li lega. Se Gavin ne rappresenta il cuore e la forza, Ben è il protettore che con poche parole, spesso imbarazzate e quasi fuori luogo, ma con azioni decise accoglie sotto il proprio tetto una ragazzina spaventata come aveva già fatto con suo fratello, e la fa sentire accettata e al sicuro. Gavin mi è piaciuto perché rompe molti stereotipi e non è il classico ragazzo buttato fuori di casa che non sa cosa fare della vita se qualcuno non lo guida, ma è Ben ad avermi conquistato: inciampa nelle parole, viene frainteso e non riesce a rimediare, ma poi razzia un negozio in cerca di prodotti per una neomamma e con il semplicissimo gesto di prendere una coperta da uno scaffale comunica tutta la dolcezza che si nasconde dentro di lui.
Un bel romanzo, scritto con uno stile diretto che comunica alla perfezione ciò che provano i personaggi; una lettura che vi lascerà con un sorriso e un senso di soddisfazione nel cuore. L’edizione italiana, inoltre, è impreziosita da alcune splendide illustrazioni realizzate da Le Peruggine, due artiste bravissime che hanno contribuito a rendere speciale il libro.
Recensione a cura di:
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