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Jamie Wheetney è cresciuto sentendosi dare dello “strambo” e del “difettato”, con un patrigno che sfogava su di lui tutte le sue frustrazioni. All’età di undici anni incontra Jonathan Meechum, che lo salva dai bulli della scuola. Jonathan diventa ben presto il suo unico amico, il fratello che avrebbe sempre voluto. Il suo tutto. Fino a quando se ne innamora.
Ma quando una notte nei pressi del fiume Mississippi Jamie dichiara il suo amore, Jonathan gli volta le spalle, abbandonandolo su una strada. I due si ritroveranno tre anni dopo in Colorado, nella cittadina universitaria di Cripple Valley, e dovranno imparare a ricucire il loro rapporto tra menzogne, rabbia trattenuta e sentimenti mai rivelati.
«Non ti ho mai dimenticato, se è questo che ti stai chiedendo.»
[…]
«Anche quando tutti credevano fossi morto. Io non ti ho mai dimenticato.»
Jamie non ha mai avuto molto dalla vita. Ha scoperto presto cosa significa essere soli, essere indesiderati, sbeffeggiati, essere considerati infimi e difettosi al punto di convincersi di esserlo davvero.
L’unica luce che ha illuminato la sua dolorosa infanzia porta il nome di Jonathan, il ragazzino di tre anni più grande che lo ha raccolto da terra all’età di undici anni e che da allora gli ha fatto da scudo contro quel mondo crudele che non vuole accettarlo.
Jon è tutto per Jamie, il fratello che non ha mai avuto, il migliore amico che lo sostiene e che dà un senso alla sua misera esistenza. Ed è anche l’amore della sua vita, un amore che sa di non dover provare ma che non può comunque negare.
Jonathan tardava. Forse era un bene, dopotutto. O forse no. C’era una parte di lui che voleva disperatamente che quel momento arrivasse e un’altra che desiderava che non giungesse mai. Il momento di rivelare a Jonathan di essersi innamorato di lui. Sì, si era preso una cotta per il suo migliore amico, più grande di lui di tre anni. Patetico? Forse, ma come poteva essere altrimenti se Jonathan era sempre stato presente nei suoi momenti più bui? C’era stato tutte le volte in cui i bulli della scuola lo sfottevano. C’era sempre quando il suo patrigno Jim lo picchiava al punto da lasciargli i segni degli stivali sul volto e sui vestiti. Come avrebbe potuto non innamorarsi, se Jonathan era tutto il suo mondo? L’unico amico, il fratello che non aveva? Ogni volta che Jonathan lo stringeva tra le braccia per fargli capire che non era solo, nonostante i suoi genitori fossero entrambi morti, Jamie provava emozioni così forti da fargli vibrare l’anima.
Ma quando in una calda notte della Luisiana decide di aprire il proprio cuore al suo amico, tutto va a rotoli e Jamie si ritrova a scappare lontano dall’unica persona in cui ha sempre riposto fiducia incondizionata e che invece lo ha tradito nel più ignobile dei modi.
La paura di vivere nuovamente l’abbandono mi schiaccia il petto. Mi accascio a terra, la schiena contro la porta. Non riesco a respirare, mi sento risucchiato via nell’incertezza del passato. Raccolgo le gambe al petto e affondo il viso tra le ginocchia. Respira, Jamie, tranquillo. È tutto okay. Non devi avere paura, piccolo. Le parole che mi sussurrava Jon per calmarmi, dopo gli sfoghi del mio patrigno, mi tuonano nella testa. Continuo a ripetermele nella speranza di calmarmi, ma il ricordo di ciò che di bello c’era tra me e il mio migliore amico riesce solo ad alimentare la mia angoscia. Si dice che il tempo possa guarire tutte le ferite, ma questa è soltanto una sporca menzogna. È la mente che, per proteggere se stessa, le cicatrizza e relega il ricordo del dolore in un angolo buio dal quale è difficile uscire. Ma quel dolore non se ne è andato, non se ne andrà mai. Le cicatrici rimangono per sempre, il dolore è solo nascosto dietro un manto di velluto nero.
Tre anni dopo si ritrova a Cripple Valley, con in tasca documenti falsi e un lettore Mp3 pagato a suon di pompini, sulle spalle un bagaglio ancora più grande di dolore e perdita, ma nel cuore la speranza di poter cominciare una nuova vita.
Cripple Valley sembra la realizzazione di ogni sogno della sua infanzia: una cittadina universitaria allegra, aperta, piena di studenti e di gente simpatica e altruista, un posto che finalmente può sperare di chiamare casa.
Le persone in questa piccola cittadina universitaria del Colorado sono completamente diverse da quelle accanto a cui sono cresciuto. Niente a che vedere con l’ottusità sul delta del Mississippi. Quando sono sceso dall’autobus dopo il lungo viaggio dalla Louisiana, avevo dolore ovunque per essere stato seduto per diverse ore su uno scomodo sedile. Mi facevano male persino le dita dei piedi, ma mi sono bastati meno di cinque minuti per capire che qui sarebbe stato diverso. Sono state sufficienti la splendida vista delle cime ancora innevate di Cripple Mountain e l’aria frizzantina di montagna per comprendere che qui avrei trovato la pace.
Ma ogni speranza di lasciarsi tutto il dolore alle spalle muore nel momento in cui due occhi blu come il cielo si posano attoniti su di lui. Due occhi blu che non hanno mai smesso di occupare sia i suoi sogni che i suoi incubi. Due occhi blu che sembrano invitarlo nella loro profondità colma di un dolore e di una tristezza che non hanno senso di esistere: perché la causa del suo cuore spezzato non può essere triste, giusto? Non è forse vero che solo lui ha il diritto di essere a pezzi?
«So che stai impazzendo dal dolore, Jamie.» Jamie. Il mio nome di nuovo pronunciato dalle sue labbra, dopo tre anni. Il cuore mi sprofonda nel passato. È troppo. «Lo sai perché tu sei bravissimo a farmi impazzire di dolore, vero?» Sollevo lo sguardo e gli ringhio in faccia. Mi rendo conto che non l’ho semplicemente ringhiato, l’ho proprio urlato.
Il risentimento porta Jamie verso una rabbia incontrollata, ma l’amore che si è inciso così profondamente nel suo cuore di bambino e che pensava fosse morto si ripresenta più forte di prima e lo pone di fronte ad una sconvolgente verità: e se quella notte avesse frainteso tutto?
«Suzan Wong?» Un ghigno sarcastico affiora sulle sue labbra. «È la mia agente immobiliare. Non avevamo in programma un incontro sessuale, ma professionale. Ma tu non ti sei posto il problema, vero?» La sua voce sale di un’ottava mentre si allontana da me, raggiungendo l’isola al centro della cucina. Si appoggia al ripiano in granito con entrambe le mani. «Proprio come tre anni fa. Non ti sei fermato a chiederti come fosse possibile che ti avessi ferito in quel modo, mandando Wade e Terrence a prenderti!» Batte un pugno con forza sul piano da lavoro, facendomi sobbalzare. «Ma invece ti è stato più che possibile piantarmi in asso, voltarmi le spalle e fuggire alla ricerca di una vagina o di una bocca in cui infilare il tuo uccello per verificare la tua eterosessualità, non è così?» Le parole iniziano a fluire dalle mie labbra come un fiume in piena, pronte a riversare tutta la collera rimasta nelle vene. Pronte a raccontare tutta la verità che va detta. Mi punto l’indice contro. «Pensi che sia facile mandare giù tutto questo? Pensi che lo sia stato guardarti con i calzoni abbassati e lei inginocchiata tra le tue cosce o sapere che un domani porterai in questa casa qualcuno che non sia io? Perché nonostante tutto questo…» La voce mi si ferma in gola, bloccata da un singhiozzo soffocato. «Nonostante tutto, io ti amo ancora da morire.» Jonathan sgrana gli occhi, le labbra appena dischiuse in una “O” di totale sorpresa.
Ormai è chiaro che io amo i libri di Cristina Bruni, amo il suo modo di mostrarci personaggi complessi e incredibilmente umani, con i loro pregi e i loro difetti, mai stereotipati e che ti entrano nel cuore per la loro fragilità e la forza con cui sanno rimettersi in gioco quando la vita da loro una seconda possibilità.
Anche in questo romanzo ho ritrovato tutto questo: Jamie ti cattura subito col suo fare schivo e falsamente sfrontato, col dolore che si porta dentro ma che cerca in ogni modo di cancellare, col suo desiderio di ricominciare. Anche quando sembra l’unico a non comprendere le motivazioni dietro alla presenza di Jonathan a Cripple Valley, anche quando si comporta con rabbia e quasi cattiveria, non puoi fare a meno di amarlo. In questo, molto aiuto arriva dai flashback che l’autrice inserisce in ogni capitolo, che ci permettono di capire quanto profonde siano le ferite che il ragazzo si porta dietro.
«Non lo so, Kayne…» mormoro, iniziando a contare le crepe nell’intonaco. «È vero, ho un disperato bisogno di riaverlo nella mia vita. È come se avessi finalmente ritrovato la metà perduta di me stesso. Una parte di me desidera solo ricominciare da dove ci siamo interrotti.» «E scommetto che c’è un’altra parte che ti sta dicendo tutt’altro.» Annuisco, anche se il mio amico non può vedermi. «Sì. E questa parte ha una gran paura di rimanere di nuovo scottata.» Mi metto seduto sul materasso. «Credo di amarlo ancora, Kayne. Penso di non aver mai smesso di farlo, ma sotto sotto sono ancora arrabbiato con lui.» Lui non ribatte, mi sta semplicemente ascoltando. Come vorrei potermi innamorare di Kayne! Come vorrei potermi innamorare di qualcuno che non sia Jon Meechum! Invece il mio cuore sembra essere incatenato a lui, in un crudele ballo dal quale non può liberarsi.
In tutto questo si inserisce Jonathan, che noi vediamo solo con gli occhi di Jamie, ma non per questo finisce in secondo piano, anzi. Jon è il motore volontario e involontario di ogni azione di Jamie, è l’amore della sua vita e il suo dolore più grande, e quando torna nella vita del ragazzo noi lettori capiamo subito che c’è qualcosa di più in lui oltre a ciò che vede Jamie.
Abbandono sconsolato le braccia lungo i fianchi. «Non capisco: era il mio sogno, non il suo.» «Davvero non lo capisci? A me sembra così chiaro.» Martha mi rivolge un sorriso triste, quindi mi si avvicina e mi sfiora delicatamente una guancia con un dito. «Proprio perché era il tuo sogno, lui è qui.»
Anche i personaggi secondari hanno una loro importanza e dimensione all’interno della storia, da Sebastian, l’uomo che accoglie Jamie dopo la fuga da Jonathan e lo aiuta a “rimettersi in carreggiata”, a Kayne, il ragazzo che riesce a conquistarsi un pezzo del cuore di Jamie come amico, passando per Barbra e Martha e tutti coloro che si chiudono intorno a Jamie come quella famiglia che non ha mai avuto prima.
In conclusione posso dire che questo è un buon libro da leggere, con quella giusta dose di dramma e romanticismo che serve per passare qualche ora in buona compagnia.
E così ha inizio la battaglia di cuscini, le piume che volano da tutte le parti e io che cerco in tutti i modi di tenere al riparo la mano ingessata. Rido così forte che a un certo punto mi sembra di non riuscire più a respirare. Rotoliamo sul materasso, divertendoci come bambini. Fino a quando ci ritroviamo l’uno sopra l’altro, incastrati in un groviglio impensabile, i petti ansanti e gli sguardi incatenati. Le nostre labbra sono a un solo sospiro le une dalle altre. Posso sentire il profumo della pelle di Jonathan. È solo uno stupido gioco, eppure vorrei poter rimanere così per il resto della vita. Io e lui, che ci divertiamo assieme come se fosse l’unica cosa che conta in questo mondo.
Io e lui, che ridiamo come se avessimo smesso di farlo soltanto ieri.
Io e lui, semplicemente.
Recensione a cura di:
Editing:
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