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Per Beluviel, consorte dell’Alto Signore degli elfi, e Graydon, grifone e prima sentinella dei wyr, è proibito anche solo provare desiderio l’una per l’altro.
Ma duecento anni fa, dopo il disperato salvataggio del figliastro di Beluviel che li aveva lasciati in debito con il crudele djinn Malphas, hanno scoperto che i loro destini erano inesorabilmente legati e la passione troppo intensa perché potesse essere ignorata…
Due secoli dopo, il debito nei confronti di Malphas sta per scadere, e Beluviel e Graydon si rendono conto che, se vogliono avere qualche possibilità di salvare le loro anime, devono tornare a lavorare insieme, e questa volta devono farlo più uniti che mai.
Ma ogni momento che trascorrono l’una con l’altro li avvicina alla perdita di qualcosa di ancora più vitale: i loro cuori…
Arrivati all’ultimo capitolo della serie delle Razze Antiche, si ha l’impressione di dover salutare degli amici ormai cari, perché il mondo variegato e complesso creato da Thea Harrison è popolato di personaggi che entrano dritti nel cuore dei lettori.
Sin dal primo romanzo, il grifone Graydon spiccava nel gruppo delle sentinelle per la sua ironia, per la gentilezza estrema e per la dolcezza con cui si rivolgeva a Pia nei momenti più difficili; di libro in libro sono emersi anche il suo coraggio, la forza e la lealtà totale verso Dragos, che l’hanno portato a sostituire Rune come Primo al fianco del drago. Ma durante il rapimento di Melisande in “Bacio di mezzanotte” ne abbiamo colto uno scorcio inedito, quando ha parlato del djinn Malphas, intuendo la sua capacità di diventare freddo e spietato al momento opportuno. Adesso finalmente scopriamo da cosa deriva la sua determinazione a vedere la sconfitta del djinn e il nostro cuore si incrina per la sofferenza: c’è un segreto terribile e meraviglioso nel passato di Graydon, qualcosa di cui nemmeno Dragos e gli altri grifoni sono a conoscenza e che cambierà il loro mondo per sempre.
«Appena potrò dirti qualcosa prometto che lo farò. E ti chiederò aiuto, se sarà necessario.» Incrociò con fermezza lo sguardo dell’altro. «Finché sarò vivo e in grado di farlo, tornerò sempre. Questa è casa mia. Ti faccio questa promessa, qui e ora.»
Tanto, lei non mi vorrebbe comunque.
Non voglio raccontare nulla della trama, perché Thea Harrison è stata talmente brava a tessere una tela attraverso tutti i romanzi e le novelle della serie che il suo piano per il finale merita di essere scoperto una pagina alla volta. Particolari che prima sembravano di poco conto acquisiscono nuovi significati e l’arazzo di questo mondo fantastico si arricchisce ancora di più; personaggi già noti compaiono per aiutare a risolvere la vicenda, dimostrando come l’autrice abbia inteso da sempre la serie come un corpo unico, articolato in storie destinate a intrecciarsi.
Abbiamo conosciuto Beluviel nel primo libro, come una saggia e misteriosa sovrana degli elfi, e ne abbiamo visto la caduta nel quinto, quando il suo regno viene attaccato e lei insieme a moltissimi altri viene ammaliata e fatta prigioniera (e adesso una brevissima frase di quel libro acquisterà un significato enorme, tutto d’un colpo): è la signora del Bosco, antica e potente, eppure qui la vediamo sotto una luce nuova, comprendiamo parte della sua ostilità per Dragos e scopriamo i segreti celati dietro al suo viso bellissimo e immutabile.
«Guardaci,» parlò contro le sue dita. «Tu con i tuoi impegni, e io con i miei. Viviamo in due mondi diversi.»
Un fremito attraversò il corpo della donna. «Graydon,» mormorò lei. «Che cosa stiamo facendo?»
Lui alzò la testa. Avrebbe potuto annegare nei suoi occhi, così ampi e scuri, eppure così pieni di luce. «Bel, ordinami di non baciarti prima che io faccia qualcosa di cui entrambi potremmo pentirci.»
«Non posso,» sussurrò lei. «Lo desidero troppo.»
Non credevo che Graydon e Beluviel potessero funzionare come coppia, sembravano lontanissimi e diversi, ma la Harrison dimostra tutta la sua bravura nel legare queste due anime generose, facendo innamorare i suoi lettori ancora una volta. La lotta contro Malphas è difficile e pericolosa, sconfiggerlo richiederà enormi sacrifici perché è un djinn antichissimo e potente, la cui fine porterà mutamenti profondi nell’intero mondo delle Razze Antiche: non poteva esserci finale migliore per questa bellissima serie.
Mi sento in dovere di fare un piccolo appunto, che riguarda la continuità della serie: non spaventatevi se all’inizio leggendo questo romanzo vi sentirete spaesati, se vi sembrerà di aver perso dei pezzi di storia chissà dove, perché è effettivamente così. Questo è il finale di una serie chiaramente concepita come un unico corpo articolato in romanzi e novelle, di conseguenza fa riferimento a tutto ciò che è accaduto prima nel mondo delle Razze Antiche. In particolare, essendo Graydon il Primo di Dragos e un grande amico di Pia, i riferimenti maggiori riguardano loro: tra il sesto romanzo e questo, alla famiglia Cuelebre sono accadute molte cose, narrate nelle novelle ambientate tra i vari libri, ma purtroppo per i lettori italiani la traduzione delle novelle è iniziata anni dopo quella dei romanzi, quindi questa conclusione arriva prima di importanti pezzi di storia successi in precedenza, che saranno pubblicati nel prossimo futuro.
Alcuni dettagli in “La fine delle tenebre” rappresentato degli enormi spoiler su Dragos, Pia e Liam, cose che, se non amate conoscere in precedenza ciò che accade ai personaggi che amate, potrebbero infastidirvi parecchio. Personalmente, consiglio di leggere “La fine delle tenebre” dopo la novella “Pia salva la situazione” (la numero 6.6 della serie, in uscita il 3 dicembre in Italia): leggete almeno quella prima del romanzo, così una grossa fetta degli spoiler contenuti nel libro vi sarà risparmiata.
L’unica consolazione nel dover leggere la serie nell’ordine sbagliato è che, nonostante questo sia l’ultimo libro, le Razze Antiche ci terranno compagnia per molto altro tempo, man mano arriveranno le novelle mancanti. Poi c’è la trilogia spin off Moonshadow, di cui è già stato tradotto il primo libro, quindi per fortuna potremo continuare a leggere ancora per parecchio le splendide storie di Thea Harrison.
Recensione a cura di:
Editing:
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