Los Angeles, 1986.
In piena epidemia dell’AIDS, un gruppo di cristiani conservatori ha proposto un’iniziativa legislativa che imporrebbe alle autorità sanitarie di rinchiudere le persone sieropositive in campi di quarantena, e ci sono buone probabilità che venga approvata nel referendum di novembre.
Henry Rios, che ormai si è stabilito a Los Angeles, accetta di fornire consulenze legali a QUEER, un gruppo di giovani attivisti in lotta contro la proposta. I suoi membri sostengono di praticare la disobbedienza civile pacifica, ma quando uno di loro resta coinvolto in un attentato a una chiesa evangelica – provocando la morte del pastore – Rios si ritrova con un cliente che rischia la pena capitale.
In un thriller politico che intreccia sapientemente complotti religiosi, lotte politiche e vicende sentimentali, Nava si ispira alle pagine oscure della recente storia californiana per raccontare le tensioni esplosive che scuotevano la comunità LGBT dell’epoca, tratteggiando un mondo di luci e ombre dove il sangue chiama sangue e nessuno può sperare di restare indenne.
La serie dedicata all’avvocato Henry Rios si arricchisce di un nuovo capitolo ambientato nella Los Angeles del 1986, in cui Michael Nava continua a raccontarci la vita della comunità gay che sta affrontando non solo la radicata omofobia ma anche il nemico più subdolo: l’AIDS.
Quello che apprezzo tantissimo di questa serie è la capacità dell’autore di farci rivivere l’atmosfera di quegli anni attraverso la vita di Henry Rios, i casi giudiziari che si trova ad affrontare, l’attenta ricostruzione storica di quel periodo. Noi lettori riusciamo a vivere – attraverso Rios, le sue azioni e i suoi pensieri – dentro l’America di Regan, repubblicana e omofoba, che ignora l’AIDS considerandolo una giusta punizione per quegli uomini e quelle donne che commettono atti considerati contro natura e condannati da tutte le religioni.
In quegli anni si tentò di far approvare una legge che obbligasse i positivi all’HIV a venire chiusi in dei campi di quarantena, liberi così di morire in solitudine senza infettare la “brava gente”. Questa proposta non fu approvata dalla popolazione della California e in questo libro Nava, ispirandosi alla Proposta 64, ricostruisce il clima di ostracismo delle chiese americane che appoggiavano la destra. Qui si avrà a che fare con atti violenti, esplosioni e omicidi che non si verificarono nella realtà, ma l’atmosfera viene ricostruita talmente bene che anche noi la respiriamo.
Sotto alla campagna politica della proposta, nel libro definita come 54, si intrecciano odi personali, ambizioni politiche, tradimenti e vite spezzate. Si parlerà di parti delle forze dell’ordine che spiano i cittadini, manipolano i fatti, spingono degli agenti sotto copertura a infiltrarsi in organizzazioni creando reati ad hoc per poterle screditare e distruggere.
È un libro intenso per tutta la parte legale, in cui vediamo Rios decisamente cresciuto come avvocato, padrone della situazione, libero dalla nebbia dell’alcool, un uomo diverso da quello lasciato nei libri precedenti. Vediamo anche sprazzi della sua vita privata e del suo nuovo compagno, Josh, un giovane sieropositivo. Forse, finalmente, Rios ha trovato l’amore.
Non vi ho volutamente parlato dello svolgimento dei fatti perché è un legal thriller davvero coinvolgente e ricco di dettagli e colpi di scena, vi rovinerei la lettura. Di sicuro posso affermare che i premi dati a questa serie LGBT sono davvero meritatissimi.
Recensione a cura di:
Editing a cura di:
Qui le recensioni dei romanzi precedenti.
1 The Little Death, Il cielo protegga gli innocenti
2 Goldenboy, Scolpito nelle ossa
3 Howtown, In tempi di guerra
4 The Hidden Law
5 The Death of Friends
6 The Burning Plain
7 Rag and Bone
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