♦ Traduzione a cura di Victor Millais
Triskell Edizioni, acquistabile qui ♦
L’introverso studioso Percival Endicott Whyborne desidera solo condurre una vita tranquilla insieme al suo amante, il detective ex-Pinkerton Griffin Flaherty. Sfortunatamente il padre di Whyborne, un grosso magnate delle ferrovie, è di tutt’altro avviso e decide di ingaggiare Griffin per indagare su alcuni misteriosi avvenimenti in una miniera di carbone.
Whyborne, Griffin e la loro amica Christine raggiungono Threshold Mountain, luogo di oscure leggende da prima che la miniera si facesse strada fino al cuore della montagna. Un contingente di Pinkerton di cui fa parte anche Elliot, l’ex amante di Griffin, si occupa già di sorvegliare la miniera. Ma Griffin sa meglio di chiunque altro quanto siano impreparati i detective ad affrontare le forze ultraterrene che li minacciano.
Presto, Whyborne e Griffin si ritrovano invischiati in scomparse misteriose, incidenti mortali e segreti sussurrati. Elliot è un alleato oppure desidera solo ricominciare la sua relazione con Griffin? E in questo caso, come può Whyborne sperare di competere con l’affascinante Pinkerton, specialmente visto che Griffin gli nasconde ancora dei segreti sul proprio passato?
In una città dove gli amici divengono nemici e orrori segreti si nascondono dietro maschere umane, Whyborne non può fidarsi di niente e di nessuno, nemmeno del proprio cuore.
«Chiunque riveli i segreti della montagna è destinato a morire»
Sono tornata con piacere a leggere di Whyborne e Griffin. Li abbiamo conosciuti in Widdershins, dove un timido studioso di lingue e un investigatore con un passato complicato avevano affrontato terrificanti poteri oscuri.
Li ritroviamo a investigare i misteriosi eventi che funestano la cittadina di Threshold e la sua miniera di carbone. Eventi inspiegabili per i più, ma che per i protagonisti, che hanno toccato con mano quello che esiste al di là della realtà come la conosciamo, non è poi così incredibile.
Mentre continuavamo a camminare lungo il muro, i geroglifici – perché questo sembravano – di tanto in tanto venivano interrotti da scene che descrivevano avvenimenti specifici. La prima mostrava una specie di creatura, simile a un crostaceo alato, una sorta di gambero, con una testa di forma stranamente piramidale.
«Un dio?» suggerì Christine.
«Uno yayho?»
Strinse le labbra, infastidita. «Prima che tu mi trascinassi in queste faccende, a dicembre, non avremmo nemmeno preso in considerazione l’ipotesi.»
«Io non ti ho trascinata in niente,» le feci notare.
«Umpf.»
L’illustrazione successiva mostrava la cosa a forma di crostaceo che interagiva con un umano stilizzato, con addosso abiti indiani. L’umano era in ginocchio, la testa china, come se in un modo o nell’altro la creatura lo dominasse. L’ipotesi di Christine era corretta, si trattava della rappresentazione di un qualche dio?
Insieme all’archeologa Christine – donna assolutamente moderna e fuori dai canoni del suo tempo – costituiscono una squadra affiatata e inaspettatamente efficace, nonostante le apparenze.
Non si possono non amare.
Whyborne, cresciuto in una famiglia rigida e formale, non riesce a uscire dall’immagine del gentiluomo sempre elegante e con il cappello, nemmeno nelle condizioni più disagiate, e sembra spaventarsi più per un evento mondano che per i mostri che si trova a combattere.
«Mi accompagni al bar dell’hotel?»
«Perché mai dovrei fare una cosa del genere?» domandai. In realtà ero stato in un locale simile già una volta in passato, con risultati disastrosi.
«Perché Orme non ci darà alcuna informazione utile – non volontariamente, almeno – e non sono sicuro che Elliot si opporrà al suo datore di lavoro senza motivi più che validi. La nostra unica possibilità è parlare con la gente del posto. Quando siamo arrivati ho notato un’entrata esterna per il bar, il che significa che probabilmente viene usato come saloon per tutta la città, non solo per gli ospiti dell’hotel. Potrebbe essere la nostra migliore occasione per scoprire se qui a Threshold sta davvero accadendo qualcosa di strano.»
«Capisco. Dovrò, ehm, parlare con qualcuno?» Non mi piaceva chiacchierare con gli sconosciuti, uno dei motivi per cui evitavo ristoranti, saloon e club. «O giocare a carte?»
Il topo da biblioteca rivela l’animo coraggioso della persona buona, quella che riesce a vedere oltre le proprie esigenze il meglio che c’è da fare.
Griffin, invece, cresciuto in una famiglia povera, all’apparenza sbruffone e che si diverte a mettere in imbarazzo il timido compagno, cela paure e timori che lo rendono inaspettatamente fragile e molto molto umano.
La loro relazione è la loro forza. Ma verrà messa alla prova…
Il vento spense la candela, lasciandosi dietro solo i bagliori dei fulmini che rivelavano di tanto in tanto la pelle nuda di Griffin mentre si toglieva i vestiti. Mi stesi in fretta sul letto, e un istante dopo lui fu sopra di me. Allungai le braccia per stringerlo, ma mi afferrò entrambi i polsi con una mano, bloccandomi contro il materasso. Mi baciò di nuovo, con la stessa calda impazienza, poi si abbassò lungo la mia gola, dove cominciò a mordere e succhiare, così forte da lasciare dei segni.
La meraviglia di questo romanzo, come del precedente, è la capacità di condurre una storia che non fa in tempo ad annoiare, perché mescola ironia, sensualità, tensione e puro orrore. Ti fa saltare sulla sedia per poi strapparti un sorriso, ti inganna e ti spaventa, ti fa arrabbiare.
Dalla descrizione della villa di famiglia dei Whyborne – emblema di un modo di pensare antico e rigido – al buffo imbarazzo di Whyborne stesso di fronte a una banale conversazione con tre prostitute; dalle piccole manie e paure dei protagonisti, al linguaggio poco femminile di Christine, per finire alle descrizioni cupe di Threshold, grigia e soffocante come i miasmi della miniera, tutto contribuisce a creare un romanzo in cui odori, rumori ed emozioni avvolgono il lettore completamente.
Anche se le lettrici più romantiche si innamoreranno ancora di più di Ival e Griffin, della loro forza e delle loro debolezze, del modo in cui sanno amarsi, il romanzo non dimentica il suo lato oscuro, con scene che, per quanto non inutilmente sanguinarie, richiamano i romanzi gotici classici. Come Griffin deve accettare che Ival usi gli incantesimi non malvagi che conosce, il lettore deve accettare di camminare al loro fianco sul confine tra il nostro mondo e un altro, da cui provengono creature che la nostra mente preferisce dimenticare.
Unico appunto, qualche imperfezione in traduzione per un romanzo comunque assolutamente da leggere e consigliare. Solo, attenti al mostro che si cela nel vostro scantinato…
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