Per sopravvivere all’apocalisse zombie, prima dovranno sopravvivere l’uno all’altro.
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Parker Osborne, matricola del college, sta passando il peggior giorno della sua vita. Si è messo in imbarazzo da solo cercando di rimorchiare un ragazzo carino, a scuola non si è ancora fatto nessun amico, e l’assistente della professoressa, un tizio ridicolmente sexy, ha dato un pessimo voto al suo saggio. Ha intenzione di mollare il corso di Adam Hawkins sul Cinema e di ricominciare da capo domani, dopo aver tenuto ben bene il broncio.
Ma sta per scoprire com’è una brutta giornata di quelle vere… se riesce a sopravvivere alla notte.
Viene rilasciato un virus che trasforma le persone infettate in assassini simili a zombie. Quando quelle creature rapidissime e agghiaccianti sciamano nel campus, Parker riesce a fuggire solo perché Adam lo carica sul sellino posteriore della sua fidata moto. Adesso sono in fuga… e bloccati l’uno con l’altro.
Quando non si spostano con la moto, combattono contro gli infetti in una sanguinosa lotta per la sopravvivenza. La loro unica speranza è andare verso est, dove c’è la famiglia di Parker. Ma Adam, l’orfano, nasconde un segreto che non è certo Parker possa accettare: è un lupo mannaro. Riusciranno a fidarsi l’uno dell’altro quanto basta per trovare un po’ di luce in tali giorni di tenebra?
«Cosa c’è che non va?»
«A parte l’apocalisse zombie?»
Devo ammettere che questo romanzo mi ha stupito: inizia come molti altri, con Parker, studente ansioso, che si oppone a un brutto voto a suo parere immeritato e con la sua esistenza al college. Poi di colpo, senza quasi accorgersene, si è nel mezzo di un’epidemia tremenda e irrazionale: il mondo crolla tutto intorno a Parker e l’unica sua certezza sembra essere Adam, proprio l’assistente professore che aveva osato dargli quel brutto voto.
Avevo letto altri romanzi di Keira Andrews, molto dolci e a tratti drammatici, ma non mi aspettavo che fosse in grado di gestire con altrettanta bravura le tinte fosche di una storia come questa, che sfiora l’horror per certi particolari e potrebbe essere definita post apocalittica per altri. Il mondo crolla, non ci sono più regole ben definite, mentre i due ragazzi fuggono in sella a una motocicletta e lottano per sopravvivere.
Adam era caldo e respirava, ed era vivo, e Parker si intrise di tutto ciò con un senso di bisogno che non aveva mai provato. Dopo qualche istante, Adam ricambiò l’abbraccio.
Per un minuto non fecero altro che tenersi stretti con l’acqua che gli scorreva addosso. Erano al sicuro nel loro piccolo bozzolo, e il resto del mondo stava svanendo. Probabilmente sarebbe dovuto sembrare strano, ma le loro vite erano diventate una tale continua parata di follia che ci si erano abituati. Era così maledettamente bello essere tenuto stretto, e Parker chiuse gli occhi. Lì dentro erano al sicuro.
Cercare le persone amate e sperare che siano in salvo sono i primi pensieri di Parker, pensieri molto umani e condivisibili, che gettano una luce malinconica sulla vicenda, quando il giovane si abbandona ai ricordi. La sua insicurezza, derivante da chi gli ha fatto del male in passato, lo fa apparire debole, eppure sarà la sua determinazione a essere decisiva nei momenti peggiori.
Poi c’è Adam, che nasconde un segreto non meno incredibile dell’apocalisse zombie: è un lupo mannaro, solo e spaventato da se stesso, ma proprio questa peculiarità si rivelerà decisiva nel salvare ripetutamente le loro vite. I sopravvissuti, infatti, non sono meno pericolosi dei creepers, con le loro fauci schioccanti.
Lui mi ama. Io lo amo. Domani potremmo essere morti, quindi perché diavolo non dovremmo amarci?
Innamorarsi nel mezzo della fine del mondo potrebbe sembrare assurdo, tuttavia aggrapparsi l’uno all’altro, dimenticare l’orrore cercando rifugio nei momenti di sfrenata passionalità, rappresenta la salvezza per Parker e Adam. L’amore, infatti, è la speranza che li condurrà verso il futuro, verso il secondo libro di questa serie, che spero di poter leggere al più presto.
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