”Quando uscirai dalla tempesta non sarai più la stessa persona che ci è entrata. Ed è proprio a questo che serve la tempesta” ~ Haruki Murakami ~
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L’agente Thomas Webber ha fatto tre voti: a sua moglie un voto nuziale, a Dio di resistere alla tentazione e alla polizia di far rispettare la legge. Ma quando un tornado colpisce il suo paesino e Tom è costretto a mettersi al riparo con uno sconosciuto, i desideri a lungo repressi tornano a galla e gli è impossibile resistere.
Ben Parker ha nascosto la sua vera natura per tutta la vita. Nel 1952 le leggi sono chiare e farsi scoprire significherebbe marcire in galera, emarginato o, peggio, condannato a morte. Conclusa la guerra non riesce a trovare lavoro e decide di darsi alla macchia. Sette anni dopo è ancora arrabbiato e stanco di nascondere al mondo chi è davvero. Dopo aver incontrato Thomas, Ben riesce per la prima volta a immaginare di sistemarsi. C’è solo un problema: ha già costretto Thomas a infrangere la legge e a fargli da alibi. E poi c’è il piccolo ostacolo della moglie di Tom, la sua famiglia e il suo impegno con la cittadina di Ramer.
Toglietevi gli occhiali rosa dell’amore, perché a Ramer, Tennessee, nel 1952 non li indossa nessuno, men che meno l’agente Thomas Webber. Consapevole che l’unica gioia della sua vita è il figlio Tommy, di cinque anni, ogni volta che guarda la moglie è divorato dai sensi di colpa, perché sa che non potrà mai renderla felice.
C’è una tempesta in arrivo e per Tom assume il volto pericoloso di Ben Parker, sfregiato da una lunga cicatrice e bollato dalla società senza apparente possibilità di redenzione. Due persone completamente agli antipodi che si incontrano per caso, durante un tornado, e dopo non saranno mai più le stesse.
Gli occhi scuri dell’uomo scattarono verso l’alto, sgranandosi al armati mentre le raffiche di vento facevano gemere e scricchiolare l’edificio. «Non mi chiuderà mica in una cella con un tornado in arrivo, vero?» domandò fissandolo.
«Solo finché non capisco cosa dovrei farmene di lei.» Tom gli diede una spintarella per farlo avanzare, poi richiuse rapidamente la porta a chiave.
«Io ho qualche idea su cosa potrebbe farmi,» borbottò l’uomo. O almeno era quello che Tom sentì, anche se non era sicuro se fossero state quelle esatte parole o solo uno scherzo della mente che proiettava i suoi pensieri folli.
La sofferenza interiore di Tom, nascosta dai suoi strenui tentativi di soddisfare ciò che ci si aspetta da lui come marito, padre e uomo di legge, è toccante; il suo animo è simile alle strade del suo paesino dopo il passaggio del tornado, con macerie di sogni infranti e rovina ovunque. Non crede di meritare amore, tutto quello che gli hanno insegnato lo rende consapevole di nutrire desideri impuri, sbagliati e riprovevoli, eppure nel momento in cui si imbatte in Ben non sa resistere.
Ancora una volta, un ultimo bacio, e poi mai più.
Mai.
Ben rappresenta l’ultima goccia, il colpo definitivo che incrina la facciata costruita nel corso di una vita e porta allo scoperto una verità ormai impossibile da negare.
Tom tossì e pianse e chiese in silenzio che finisse, ma non osò pregare.
Non ne aveva il diritto.
Non meritava alcuna pietà.
Nessun perdono.
All’opposto rispetto a Tom, Ben ha smesso da tempo di negare la propria vera natura, ma la vita non è stata buona con lui e l’ha reso un criminale, seppure non una cattiva persona. Ironico e disincantato, Ben è un personaggio affascinante, che sa quel che vuole ma nel medesimo tempo nasconde un grande bisogno di essere semplicemente amato, per una volta nella sua esistenza.
Voleva…
Il dolore lo inondò, pizzicandogli gli occhi e stringendogli il petto. Era sciocco pensare a certe cose, sperare l’impossibile. Le persone come lui – truffatori, malviventi, froci – raramente trovavano la felicità.
Amarsi in un mondo ostile, nel quale anche solo uno sguardo sbagliato può giustificare un linciaggio, non è facile e da lettori dobbiamo identificarci nei protagonisti e comprendere le loro scelte, perché si muovono in una realtà molto diversa dalla nostra. L’autrice è abile a non perdere mai di vista tale realtà, piegando quelle che potrebbero essere definite le regole canoniche di una storia d’amore alle esigenze del periodo, senza tuttavia sminuire i sentimenti dei suoi protagonisti o il loro diritto alla felicità.
«Non puoi avere me. Cristo,» gemette Tom e si passò la mano tremante sul viso. «Mi rovinerai la vita.»
«Tu non hai una vita, Tom. Semplicemente esisti e ti sforzi di ignorare chi sei, ma non puoi continuare così per sempre.»
Alcune pagine della vicenda sono amare, soprattutto per Tom, che tra i due è quello con più cose da perdere; alla fine dovrà capire una semplice verità, ovvero che decidere di meritare la felicità è una scelta coraggiosa, che in un mondo come il suo comporta dei sacrifici. Il futuro, però, potrebbe riservargli altre sorprese perché, se la tempesta gli ha insegnato qualcosa, è ad avere speranza: non si può mai sapere quando potrebbero avvenire dei mutamenti improvvisi nel corso dell’esistenza e, soprattutto, non sempre si limitano a portare distruzione.
Seminò dei baci leggeri sul viso di Tom. «Ti ho pensato tantissimo. In effetti mi sei rimasto in testa per tutto il tempo.»
«Sì,» mormorò Tom catturando quelle labbra morbide. Fece scorrere le mani lungo la schiena di Ben e sul suo sedere. «E cosa hai pensato?»
«Ho pensato che praticamente sono stato da solo per gran parte della mia vita. Non voglio più essere solo, Tom.»
«Neanch’io.»
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