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In questa raccolta di racconti, C.S. Pacat ci riporta nel mondo di Captive Prince ripresentandoci alcuni dei personaggi secondari già introdotti nei tre volumi principali della serie.
Fugace è l’innocenza segue la nascita della storia tra Jord e Aimeric e presenta entrambi i personaggi sotto una luce inedita velata di malinconia.
Da molti considerato il vero epilogo alla serie, Il palazzo d’estate riprende una conversazione tra Laurent e Damen e li segue durante una breve vacanza a Lentos, dove avranno l’occasione di mettere finalmente a nudo i propri sentimenti… e non solo quelli.
Le avventure di Charls, il mercante di stoffe veriano è il più divertente dei quattro racconti e ci propone una nuova avventura dei due Charls, il Vecchio e il Giovane, durante un viaggio attraverso la provincia di Aegina.
Infine, Il prediletto narra la storia di Ancel e della sua ascesa a corte, presentandocelo sotto una luce del tutto inaspettata.
A Damen piaceva il modo in cui il principe lo baciava, come se non l’avesse mai fatto prima e non volesse farlo con nessun altro dopo.
È sempre bellissimo tornare nel mondo del Principe Prigioniero, una serie meravigliosa da tutti i punti di vista e con un’ambientazione affascinante e complessa.
Qui vediamo quattro scorci molti diversi, che danno una luce nuova ad alcuni personaggi o completano la storia dei nostri amati protagonisti.
L’unica vera osservazione che mi sento di fare è che i racconti non sono tutti allo stesso livello. Ho trovato il primo, Fugace è l’innocenza, sotto tono rispetto alla narrazione dell’autrice, meno coinvolgente e a tratti confuso. Presenta sicuramente uno scorcio interessante ma lo fa con uno stile un po’ troppo rapido.
Amore vero invece per Il palazzo d’estate, ideale epilogo della trilogia, dove in un istante siamo di nuovo a fianco di Laurent e Damen, con la loro sensualità pulita ma travolgente, con quei piccoli gesti che completano il rapporto tra i due cresciuto e maturato nel corso della serie. Personaggi che sono cambiati senza snaturarsi mai, ma diventando, insieme, completi.
Laurent afferrò uno dei morbidi teli impilati lì vicino e glielo mise sulla testa. Senza più vedere nulla, lui lasciò che gli asciugasse prima i capelli e poi tutto il resto, la morbidezza della stoffa sulla pelle gentile come tutti gli altri gesti che Laurent gli aveva regalato quel giorno. Non voleva essere una carezza sensuale, ma una coccola, confortante e così inaspettata che lo spiazzò, facendolo sentire fortunato, parte dei profumi dell’estate, della luce del sole e delle meraviglie di quel luogo.
Poi incontriamo di nuovo il mercante Charls, in un racconto spigliato con tanti spunti che strappano un sorriso, visto che noi sappiamo cose che il protagonista non sa. E anche qui, vediamo un ulteriore tassello di Laurent, sempre un passo avanti, sempre più meraviglioso pagina dopo pagina.
E quasi soffriamo con l’ultimo racconto. Ancel è un personaggio che fa male, fa male per quello che è, per quello che fa, per un sistema di valori che in fondo è vuoto. E poi soffriamo ancora di più quando vediamo una scena dal suo punto di vista e ce la ricordiamo dall’altra parte, quando ci aveva fatto arrabbiare, ci aveva fatto odiare la corte di Vere, quando ancora dovevamo capire…
L’akielonese era ancora più spaventoso visto da vicino, e più grosso. Il fisico imponente e l’atteggiamento altero davano l’impressione che sarebbe stato capace di spezzare non solo le catene, ma anche i carcerieri. Non assomigliava per niente a un prediletto: era come se i cortigiani giocassero con i gattini mentre il principe aveva preso con sé un leone.
Per chi ha amato la serie, assolutamente da leggere, vale la pena anche solo per Il palazzo d’estate, ma dimostra che ogni personaggio, anche le comparse, è studiato nei minimi particolari e ha una sua storia da raccontare.
Qui trame e recensioni dei romanzi della serie.
Recensione a cura di:
FanArt:
Editing:
Lo devo leggere!