♦ Traduzione a cura di N.A.M.
Dreamspinner Press, acquistabile qui ♦
La musa di Ery Phillips è latitante. Lui è certo che sia tutta colpa del suo lavoro di grafico, perché, parliamoci chiaro, quale musa vorrebbe disegnare loghi di supermercati e tavole di libri con cateteri?
Quando Dylan e Chris, gli amici di Ery, volano in Europa per una vacanza, Ery non si fa sfuggire l’occasione di trasferirsi nella loro fattoria, nella speranza che un periodo in campagna incoraggerà la sua musa a tornare. Certo, la fattoria ha le sue stranezze – Dylan è un lupo mannaro e la casa è stata di recente infestata dai fantasmi – ma Ery non ha alcuna intenzione di cancellare i suoi piani solo perché i suoi amici gli hanno detto che c’è qualcosa di strano nel laghetto. Quello che non si aspetta è Karl, un bellissimo uomo nudo che fa la sua comparsa sulla riva.
Con Karl come fonte di ispirazione, Ery crea dei quadri incredibili e comincia a raggiungere un successo che prima aveva solo sognato. Ma stare con Karl presenta delle difficoltà che spingono Ery a mettere in discussione i suoi obiettivi professionali. Far avverare i propri sogni assieme a un compagno piuttosto inusuale si rivelerà molto più difficile di quanto Ery si aspettasse.
In questo terzo volume della serie “Scheletri”, l’attenzione si sposta dai lupi mannari a una creatura singolare, della quale avevamo già avuto sentore nelle occasioni in cui i personaggi avevano avuto a che fare con il laghetto presente sul terreno della fattoria, soprattutto quando nel secondo libro una lupa era finita in acqua senza più riemergere.
Quando Dylan e Chris partono per una vacanza in Europa, il loro amico Ery si trasferisce nello studio che gli hanno costruito nel granaio, alla ricerca dell’ispirazione che è convinto di aver smarrito a causa del frustrante lavoro di grafico. La fattoria, però, non è un luogo come tutti gli altri e ben presto Ery capirà di non essere solo come pensava. L’incontro con l’uomo che vive nel lago avviene come in un sogno, una realtà protetta in cui le sue stranezze all’inizio passano inosservate: è uno stroemkarlen, un nix, una creatura acquatica creata per magia che ha vissuto per moltissimo tempo in solitudine.
“Chi sei tu?” domandò. Sembrò più un lamento che una richiesta.
Karl sospirò e gli angoli della sua bocca si piegarono verso il basso.
“Nessuno. Stroemkarlen. Non faccio mai nulla di interessante e non mi succede mai nulla – be’, quasi mai – e non ho mai nessuno con cui parlare. Non ho i bei colori che hai tu e non so come… come fare le cose. Come fai tu. Penso che nessuno creda che esisto davvero.”
Ery lo ribattezza Karl e la loro amicizia si tinge quasi da subito di movenze sensuali, un’attrazione basilare che sorge spontanea e naturale tramite i gesti quasi ingenui di Karl e la meraviglia del giovane pittore. Ery è a un punto morto della propria esistenza, deve capire che genere di uomo desidera essere – come gli ricorda la nonna, che ritroviamo con piacere dopo la sua esperienza con i fantasmi nel libro precedente – e la storia con Karl inizialmente lo aiuta a ritrovare l’ispirazione, ma pian piano lo cambia nel profondo, facendolo maturare.
Ma è di Karl che non si può fare a meno di innamorarsi, della fragilità che traspare da ogni sua parola, quando con un sorriso dichiara la propria consapevolezza di non essere umano, la convinzione di non meritare altro che i fuggevoli attimi che qualcuno può dedicargli. In passato è stato ferito, quand’era una giovane creatura inesperta, e adesso accoglie la vita senza alcun cinismo ma con una tale rassegnazione da smuovere l’animo. L’acqua è il suo mondo, lontano da essa non può sopravvivere e questo gli preclude una vita al fianco di Ery, eppure Karl non se ne risente e incita l’amante a trovare un compagno, chiedendogli soltanto in cambio di tornare da lui, finché può, di non lasciarlo solo nel suo lago privato di un ultimo saluto. L’acqua fluisce e cancella ogni cosa, a lui non restano altro che i ricordi.
“Sono vecchio, Ery. Ci sono modi molto peggiori di morire che con te al mio fianco.”
Ery scosse la testa. “Non devi per forza morire.”
“Forse è giunto il momento. Ma non mi avevi detto che ho un’anima? O… energia. E quando morirò, mi reincarnerò in qualcos’altro. Non sarebbe poi così male.”
A Ery non piaceva la piega che stava prendendo la conversazione, quindi avvicinò di nuovo Karl a sé. “Sono egoista. Ti voglio qui.”
Quando Karl sospirò, non sapeva se fosse dovuto alla rassegnazione o al sollievo. “Rimarrò qui per te, Ery.”
Spetta a Ery capire cosa desidera davvero, quale sia la cosa senza la quale non potrà mai essere felice. L’esperienza di Dylan e Chris gli è d’aiuto, in tal senso, ed è molto bello vedere i due nelle vesti di comprimari, cogliere le particolarità del loro rapporto negli scambi di sguardi e nelle battute, mentre assistono alla vicenda dell’amico. L’autrice prosegue poi nella sua commistione di generi e fa comparire anche qui Drew e Travis, conosciuti in “Senza parole”, legando ancora di più la loro storia a quella degli altri suoi personaggi grazie alle doti musicali di Karl. “Fin dentro le ossa” è una storia dolce, priva dei tratti più violenti presenti nei due volumi precedenti, si accorda alla natura tranquilla e sognante di Karl e all’estro artistico di Ery, conducendo i due verso un amore in grado di superare ogni ostacolo posto dalla loro appartenenza a mondi all’apparenza diversi.
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