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Sono passati ormai cinquecento anni dalla rottura del patto che legava draghi e umani.
La pace di Ciaradh è precaria: le razzie non cessano, i regni arrancano nel dissapore e troppi segreti nuotano sulla superficie di un boccale di falsità ormai straripante. In questo scenario di terra friabile, come burattini inconsapevoli, si muovono anime spezzate che cercano di raggiungere la felicità.
Connor Barclay è il principe di Hailerigh e non ha mai dovuto affrontare delusioni maggiori del divieto di combattere tra i selgair o dell’amore non corrisposto che nutre per il suo maestro d’armi. La sua unica aspirazione è quella di diventare un cacciatore di draghi, ma non riesce a rompere l’asfissiante campana di vetro in cui i suoi genitori l’hanno rinchiuso.
Sarà l’incontro con Néal, un misterioso uomo che si nasconde nella foresta di Duillag, a segnare l’inizio di un viaggio che sconvolgerà non soltanto la sua vita, ma anche quella delle persone che gli sono più care al mondo.
Quanto doveva apparire debole, agli occhi dell’altro? Una principessa nella torre, intrappolata, condannata, bisognosa di soccorso. Lo odiava, ma era così bello essere stretto da lui, rimanere nel suo caldo rifugio…
Sono una lettrice nata con il genere fantasy e, quando mi si presenta un romanzo simile, non so resistere. Quindi mi sono buttata e ora, dopo la lettura, sono fortemente combattuta; esprimere il mio parere non è per nulla semplice.
“Hjertebrann” è ambientato in un mondo fantastico, una terra divisa in diversi regni, governata da diverse famiglie (mi ha ricordato un po’ la base de Il Trono di Spade). Su questa terra vivono uomini e draghi. I primi li conosciamo bene: fissati con il dominio, il potere e la vendetta; accecati dai loro obiettivi; spesso insensibili verso coloro che dovrebbero amare; incapaci di guardare oltre e di amare la pace. I secondi vengono presentati come creature grandi e potenti, dotate di immensi poteri; esseri che camminavano su quelle terre ben prima dell’arrivo degli uomini; animali nati per emergere, per prosperare e mostrare la loro forza.
Uomini e draghi sono fortemente in lotta ma, dalla narrazione, si capisce che in passato hanno convissuto in modo pacifico.
L’aveva baciato.
Il cuore gli martellava in petto, pronto per sfondare la parete e uscire, e lui l’avrebbe lasciato volentieri andare via se solo avesse potuto. Almeno avrebbe smesso di fare così male.
Il vero protagonista di tutta la storia è Connor, un ragazzino di soli diciassette anni che è molto confuso su tutto ciò che riguarda la sua vita, ma soprattutto il suo cuore.
Connor vuole fortemente combattere, vendicare il fratello che tanto ammirava, sconfiggere quei maledetti draghi che attaccano e massacrano per il puro gusto di fare del male. O almeno questo è quello che gli hanno sempre raccontato…
Connor è un personaggio instabile e poco coerente, una banderuola che gira in base al vento che soffia. Si presenta come una vittima, come un docile agnellino alla mercé di un padre-padrone che decide tutto della sua vita; ha grandi sogni, ma non il coraggio di prendere in mano le redini e realizzarli; è ingenuo, credulone, timido e impacciato; si fa manipolare da diversi uomini e gira come una trottola attorno a loro per trovare il contatto amorevole che tanto gli manca.
Spesso e volentieri l’avrei preso per le spalle e scosso per mettergli un po’ di sale in quella zucca vuota.
Ci sono tanti altri personaggi e molti di loro, in momenti alterni, hanno una voce nella narrazione. Questo crea non poca confusione e devia molto il lettore verso storielle secondarie che poi vengono abbandonate, lasciando l’amaro in bocca.
Accadono molti eventi che, ai miei occhi, sono risultati inspiegabili, buttati nel mezzo senza fondamento.
È chiaro che l’autrice deve gettare le basi per una serie che sembra poter fare faville ma, con dispiacere, ammetto che in questo primo libro mi ha lasciato lungo la strada. In alcuni punti sono dovuta tornare indietro per controllare se avevo ben capito e più volte mi è scappato un “ma come?”.
È un calderone in cui viene gettato di tutto; a mio avviso troppo materiale da capire e su cui riflettere.
Non sono stata pienamente soddisfatta dalla lettura, ma la curiosità è tanta e leggerò sicuramente i prossimi volumi, sperando in una narrazione più chiara e scorrevole.
Un avvertimento: non affezionatevi troppo ai personaggi 😉
L’opinione di:
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