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La vita di Nahri è cambiata per sempre nel momento in cui ha accidentalmente evocato Dara, un misterioso jinn. Fuggita dalla sua casa al Cairo, si è ritrovata nell’abbagliante corte reale di Daevabad, immersa nelle cupe conseguenze di una battaglia devastante, e lì ha scoperto di aver bisogno di tutto il suo istinto truffaldino per sopravvivere. Anche se accetta il suo ruolo ereditario, sa di essere intrappolata in una gabbia dorata, controllata da un sovrano che governa dal trono che una volta apparteneva alla sua famiglia: basterà un passo falso per far condannare la sua tribù. Nel frattempo, Ali è stato esiliato per aver osato sfidare suo padre. Braccato dagli assassini, è costretto a fare affidamento sui poteri spaventosi che gli hanno donato i marid. Così facendo, però, minaccia di portare alla luce un terribile segreto che la sua famiglia ha tenuto nascosto a lungo. Intanto, nel desolato nord, si sta sviluppando una minaccia invisibile. È una forza capace di portare una tempesta di fuoco proprio alle porte della città. Un potere che richiede l’intervento di un guerriero combattuto tra un feroce dovere a cui non potrà mai sottrarsi e una pace che teme di non meritare mai.
Di quanta pazienza siete dotati? Vi starete chiedendo il perché di una tale domanda… il motivo è semplice, dopo aver letto questo libro vorrete poter proseguire la storia perché credetemi questo secondo libro è una bomba. Quindi se riuscite ad aspettare la pubblicazione del terzo, e ultimo, libro allora che state aspettando? Iniziate subito la lettura! In caso contrario attendete (con pazienza) l’uscita del terzo e ultimo libro e poi immergetevi nelle magiche atmosfere di Daevabad.
Questo secondo libro inizia cinque anni dopo la fine del precedente, ritroviamo i tre protagonisti alle prese con la loro vita dopo gli accadimenti passati, vedremo come hanno affrontato o non affrontato, a seconda dei punti di vista, quanto successo alla fine del precedente libro.
Nahri ha accettato la sua eredità, e sta cercando di trovare il suo posto in quella città che sempre più le appare come una gabbia dorata. Si sente sola e senza alleati e deve dare fondo a tutta la sua intelligenza per cercare di migliorare la situazione del suo popolo. Adoro Nahri, è una combattente e in questo libro compie una grandissima maturazione, cerca di trovare il suo spazio e di non farsi schiacciare dal suo ruolo e dalle aspettative.
Ali sembrava rimasto senza parole e i suoi occhi passavano da un punto all’altro del viso di lei. Sarebbe dovuto bastare. Nahri si alzò, lasciò cadere la mano e si allontanò, sentendosi bruciare gli occhi per le lacrime. «Vai a rubare un po’ di felicità per te stesso, amico mio» gli disse sottovoce. «Fidati: non sempre si ha una seconda possibilità.»
Anche Ali l’ho trovato cambiato e maturato. I nuovi poteri lo stanno mettendo alla prova, e cerca di trovare un equilibrio tra il vecchio se stesso e il nuovo se stesso. La sua nuova vita lontana da Daevabad e dalla famiglia. L’esilio lo ha fatto cambiare, ma il destino o chi per lui lo riporterà alla Cittadella, e si troverà a compiere atti che mai avrebbe pensato. A vivere avventure che mai si sarebbe aspettato.
Sapeva che il loro era un amore insensato, sapeva che non poteva durare, eppure Dara aveva cercato disperatamente di tenerle nascosto il peggio; una decisione di cui si pentiva ancora. Se fosse stato onesto con Nahri e le avesse confessato tutto, dandole la possibilità di scegliere…
Tra tutti i protagonisti quello che appare leggermente sottotono rispetto al libro precedente è Dara, abituata alla sua impetuosità e alla sua cieca lealtà ai Nahid, in questo secondo libro l’ho trovato un po’ più riflessivo. Avverte la mancanza di Nahri, e il dolore per la loro distanza fisica ed emotiva lo prova in modi che non pensava, alimentando i dubbi sul presente. Dubbi su quanto sta facendo, chi sta seguendo, se è nel giusto o meno, lo confondono molto portandolo ad assumere un comportamento che non sono abituata a vedere legato alla sua figura, troppo remissivo. Ho il vago sospetto che tutti questi suoi dubbi siano come semi che nel prossimo libro germoglieranno e lo porteranno a compiere il suo destino. (almeno io lo spero!)
Uno dei punti di forza di questa storia è l’ambientazione, la città di Daevabad è come un forziere di tesori, pieno di magia che ha una parte importante nelle vite dei protagonisti e dei suoi abitanti. Una città che pulsa e respira come una creatura viva che assiste alle lotte e alle rappresaglie, al razzismo tra le varie tribù che la abitano.
Daevabad, il destino o chi per lui opera per vie misteriose per riportare tra quelle mura tutti coloro che hanno, o avranno, un ruolo nei futuri piani del fato.
Nell’aria fluttuavano libellule di vetro incantato, con ali di fiamme colorate, e nelle fontane scorreva vino di datteri. Un trio di musicisti suonava strumenti che sembravano essere stati pescati da un regno acquatico: i tamburi erano fatti con i ventri di conchiglie incredibilmente grandi, il sitar era stato intagliato nel legno chiaro trovato sulle spiagge e le corde erano di bisso marino.
Questo secondo libro è adrenalinico, ogni pagina una rivelazione, i colpi di scena si susseguono a un ritmo incalzante e vorticoso. Le macchinazioni si svolgono a più livelli, i confini tra buono e cattivo si fanno più fumosi. E l’arrivo di nuovi personaggi portano nuovi dubbi nei protagonisti ma anche certezze.
E che dire del colpo di scena finale? Io non sto più nella pelle per leggere cosa succederà, cosa la Chackraborty si sia ancora inventata per il gran finale di questa stupenda trilogia.
Recensione a cura di:
Editing a cura di:
1 – La città di ottone Qui trama e recensione
2 – Il regno di Rame
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ho amato tantissimo anche io questo libro, persino più del primo e sì, mi sono armata di tantissima pazienza!
Eh pure io tanta, ma tanta pazienza…non vedo l’ora di leggere la fine…