Acquistabile qui
Roma, 50 d.C. Massimo Valerio Messalla è nobile di nascita, colto per educazione e guerriero per scelta, ma la sua libertà sta per finire: il padre gli impone di sposarsi, per garantire una discendenza alla stirpe dei Valeri.
Ottavia Lenate è una giovane inquieta e curiosa, appassionata di scienza e astronomia, che desidera la conoscenza, non un marito, specie non uno ruvido e affascinante come Messalla, l’uomo a cui scopre di essere destinata.
Massimo e Ottavia si trovano così forzati in un’unione decisa da altri, finché il Fato non li porterà ad Alessandria d’Egitto. In quella terra arida, sterile come l’anima di Messalla e ricca di tesori nascosti come lo spirito di Ottavia, una terribile minaccia in arrivo dal passato metterà a rischio tutto ciò che Massimo, il leone di Roma, ama e vuole proteggere…
Vorrei iniziare dicendo che, essendo una fan della Castellano, considero un onore aver potuto leggere in anteprima questo libro.
Una delle prime cose che mi ha colpito è l’impatto forte della intensa scena iniziale, in un’ambientazione suggestiva quale è il rovente deserto al confine con l’Egitto.
“La mia sarà una morte solitaria ma una buona morte, se sarà servita a salvare anche un solo Romano che vale più di mille di questi sporchi selvaggi traditori.”
Dopo questo primo boccone, la storia ci riporta alla Roma dell’imperatore Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico. Qui conosciamo Ottavia Lenate, giovane donna romana di alto lignaggio – intelligente, curiosa, erudita, inquieta –, che coltiva, insolito per l’epoca, una grande passione per la conoscenza e racchiude in sé un’anima assetata di sapere. Questo la rende diversa da tutte le altre matrone: lei legge trattati, testi antichi, risolve calcoli e si rifugia nella matematica per schiarirsi le idee. Fuori dagli schemi di una romanità classica che incarna i valori del mos maiorum.
Dall’altra parte troviamo Massimo Valerio Messalla. Non è più il giovane tormentato che avevamo conosciuto nel secondo libro della serie (ROMA 42 d.C. “Cuore Nemico”), bensì un uomo più maturo, fortificato dalla vita militare, come dimostrano le cicatrici sulla sua pelle, prove visibili della lealtà verso Roma.
Accanto a lui ritroviamo il principe germanico Raganhar, fratello di Massimo per scelta, che avrà un suo spazio nella storia.
I protagonisti si incontrano/scontrano per il possesso di un libro e, dopo questo episodio, Ottavia resta colpita da Massimo, nel bene e nel male.
“Gli aveva rivelato il suo nome ma sotto quello sguardo più azzurro del cielo aveva provato una bizzarra sensazione: che il colore di quelle iridi le penetrasse nel sangue, nelle ossa, dilagando come acqua di mare.”
La loro storia proseguirà poi sulla scia della decisione paterna di farli sposare, per continuare il nobile nome dei Valeri.
Ottavia, anche se erudita e pupilla di Giulia Urgulania, è figlia del suo tempo e come tale accetta il matrimonio combinato, così come fa Messalla, esclusivamente per dovere filiale. Subito dopo le nozze, Massimo deve tornare ad Alessandria, mentre Ottavia rimane a Roma con il suocero.
Dopo un anno dal matrimonio, la nostra protagonista raggiunge il marito in Egitto, accompagnata da Giulia Urgulania, che abbiamo conosciuto sin dal primo libro, e che troverà pane per i suoi denti nel principe germano.
“Ecco cos’era quel rozzo principe straniero, una scimmia ammaestrata.”
Tra minacce, pericoli e il coraggio di una ragazza che non indietreggia nemmeno di fronte a un leone, perché “è dalla paura che prende vita il coraggio”, i due sposi si conosceranno, si scontreranno, si incontreranno.
Ho amato Ottavia, così fuori dagli schemi, così caparbia e divisa tra la voglia di libertà e gli insegnamenti repressivi di una cultura maschilista e patriarcale. Si scoprirà forte e fiera, come donna e come intellettuale.
Massimo, che incarna il romano fiero e fedele, permetterà alla moglie di essere se stessa, così come consentirà a se stesso di andare oltre il dolore che da una vita lo pungola come una scheggia nel cuore.
“Immagino che la mia esperienza in fatto di matrone romane abbia bisogno di una rinfrescata.”
Nessuno dei due nutre per l’altro l’amore che nasce da un colpo di fulmine, ma piuttosto assistiamo a un lento maturare del sentimento. È una scoperta reciproca, una crescita, un’evoluzione di idee e orizzonti, da parte di entrambi, con nello sfondo la grande Biblioteca di Alessandria e il deserto.
Il libro è scritto in terza persona e tutti, non solo i protagonisti, ma anche i personaggi secondari hanno il loro spazio, come Raganhar e Giulia che accompagnano e guidano la storia, e così gli antagonisti, fornendo al lettore una visione più ampia di tutta la trama.
Il tutto è scritto con maestria, con il solito elegante stile della Castellano, che ricostruisce sapientemente e minuziosamente luoghi ed epoche lontani, al punto che ti sembra di camminarci dentro, viverli e respirarli.
Utile sia il dramatis personae che il glossario dei termini, con la citazione di tantissime fonti matematiche e letterarie che dimostrano l’evidente e approfondito lavoro di ricerca che c’è dietro la stesura del testo.
Da leggere e assaporare per tutti gli amanti dello storico e del romance, e anche di coloro che amano l’aspetto epico delle gesta militari.
Insomma fatevi ammaliare, non ve ne pentirete.
Recensione a cura di: Lady Hawke
Editing a cura di:
#1 Roma 40 D.C. – Destino d’amore
#2 Roma 42 D.C. – Cuore Nemico
#4 Roma 46 D.C. – Vendetta
#5 Il leone di Roma
Commenti
Nessun commento ancora.