Tre è il numero perfetto. La loro vita, invece, non lo è stata. Pericolo, avventura, missioni speciali nei luoghi più difficili del pianeta, a volte senza ritorno. Eppure loro, i tre legionari, ce l’hanno fatta. Ora hanno fama, denaro, donne, una palestra in cui insegnano arti marziali. Ma l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. Toccherà proprio a Damiano Caporali, il più implacabile dei tre, rimettersi in gioco, proteggendo una donna che è tutto l’opposto di ciò che ha sempre voluto. Si troverà così ad affrontare la missione più difficile: accogliere di nuovo sentimenti messi a tacere per tanto, troppo tempo. “Implacabile” è il primo episodio della serie Legio Patria Nostra.
Quando dar retta a tuo padre ti cambia la vita…
I protagonisti del primo volume della serie Legio Patria Nostra sono Damiano e Giorgia.
I due, che hanno fatto la non del tutto piacevole conoscenza reciproca molti anni prima, vengono fatti incontrare dal padre di lei, il colonnello della Legione Straniera – ora in pensione – Carlo Mattei-Guyot. L’uomo è preoccupato dall’atteggiamento insistente dell’ex fidanzato della figlia, Paolo Clementi. Pare, infatti, che questi non accetti la rottura e che, con la scusa di non perdere l’amicizia di Giorgia, continui a essere fin troppo presente nella sua vita.
La soluzione del colonnello?
Chiedere aiuto ad un suo ex sottoposto, ora votato alla vita civile: Damiano Caporali.
Damiano, Riccardo ed Ivan, ex legionari e fratelli d’arme, ora gestiscono una palestra a Roma, dove insegnano arti marziali, e nel contempo sono soci di un’agenzia investigativa privata, la Falco Nero, che spesso aiuta le forze dell’ordine.
Su imposizione del padre, Giorgia è costretta a frequentare un corso di autodifesa tenuto da Damiano, l’uomo con cui ha avuto un “diverbio” a base di lenzuola al miele dieci anni prima.
Tra una lezione di judo e la sorprendente scoperta di una fortissima attrazione reciproca, Damiano deve trovare il modo di tenere separati i suoi desideri dal lavoro: deve infatti indagare e scoprire se Giorgia sia a conoscenza dei traffici illeciti di Paolo Clementi e del suo socio, Sandro Accorsi, e se ne sia addirittura complice. La brutalità dei reati commessi ha messo in allerta anche i ROS e il loro contatto, il capitano Valerio Corvino, ha bisogno di prove per incastrare i due uomini e chiarire definitivamente la posizione Giorgia.
Mi piace come scrive Adele Vieri Castellano. Ha la capacità di tenere la tensione costante per tutta la durata del racconto, spingendo il lettore a scoprire cosa succede nella pagina successiva, a capire quale direzione prenderà la storia. I punti di forza del romanzo, a mio parere, sono due: il primo è l’ambiguità creata sul personaggio di Giorgia, almeno dal punto di vista di Damiano. Dover indagare sulla persona dalla quale si è attratti comporta tutta una serie di conflitti interiori che risultano fondamentali per rendere realistico il personaggio. Il secondo, senza alcun dubbio, è la tensione che si respira tra Damiano e Giorgia: i due sono come calamite, poli inversi che si attraggono in modo irresistibile. Ogni piccolo sfioramento, ogni passo che compiono l’una verso l’altro, sono caratterizzati da una forte sensualità, una forza che costringe entrambi a piegarsi, nonostante razionalmente siano l’opposto di tutto ciò che cercano in un partner.
L’autrice ha gestito bene il racconto, in un crescendo costante fino alla fine.
I personaggi secondari sono altrettanto ben delineati, ognuno con particolarità distintive e pronte per essere approfondite nei volumi successivi. A questo proposito, Ivan Conti mi ha conquistata fin dalla sua prima entrata in scena: pilotare elicotteri come fossero autoscontri non è da tutti…
Un bel romanzo da gustare fino alla fine, lettura senz’altro consigliata!
Divenne consapevole di ogni millimetro di quel cotone ruvido che li separava, di ogni parte di lui. L’odore, il respiro, i bicipiti attorno alle braccia, le mani, il grande pettorale che le premeva il seno, il retto dell’addome, il lungo muscolo della coscia che le insinuò tra le gambe. Giorgia di scoprì a desiderare qualcosa di più intimo, di più carnale.
“Te la farò pagare” minacciò lei, non tanto per l’arroganza, ma perché aveva messo a nudo la parte irrazionale che le urlava di inarcarsi, di supplicare, di arrendersi alle emozioni.
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