L’amore può tutto, anche vincere il dolore
Due mani bellissime capaci di guarire e far soffrire. Liam e la sua oscurità sapranno accogliere l’alba insieme a Samantha?
William Payne è un neurochirurgo di fama mondiale a cui la vita sembrerebbe aver regalato tutto: denaro, rispetto, l’ammirazione degli uomini e i favori delle donne. Ma dietro questa facciata si celano una rabbia feroce e autodistruttiva e una fragilità che ha radici nel passato.
Samantha Deveraux ha venticinque anni e si nasconde sotto le sue felpe extralarge, i jeans sformati e gli anfibi con i quali affronta il mondo a testa bassa. Solo davanti a un monitor di computer, tra numeri e codici, riesce a esprimersi veramente e ad allontanare il ricordo dei tradimenti che ha subito.
L’incontro di Liam e Sammy a distanza di anni costringerà entrambi a mostrarsi all’altro senza maschere né difese.
Chissà se la volpe dagli occhi verdi riuscirà a liberare dalla sua gabbia l’angelo guerriero…
Ci sono romanzi che, una volta terminati, ti lasciano con la tristezza nel cuore. Non perché il finale sia drammatico, ma perché diventano così parte di te da non volerli più lasciare andare.
Una volta sfogliata l’ultima pagina si torna alla realtà, ed è terribile. Terribile perché si vorrebbero avere al proprio fianco i protagonisti che ti hanno fatto sorridere, commuovere, piangere e battere forte il cuore. Per l’amore, per la sofferenza, la rabbia e la disperazione.
“È subito l’alba” è un romanzo che lascia il segno, uno di quelli che non si possono dimenticare. Come sempre la penna della White è delicata e poetica e, a differenza di “Buonanotte a chi non c’è”, trovo che questa volta sia stata anche ironica. Ironia sottile, presente in molti pensieri della protagonista che mi hanno fatto pensare a mia volta “diavolo, sono proprio io!”
Samantha Deveraux è una donna all’apparenza forte e coraggiosa. È sempre stata ritenuta stramba, fuori dal normale, diversa. È una nerd all’ennesima potenza e, anche se la società, le altre persone, non la fanno sentire a proprio agio, il suo fedelissimo computer la fa sempre sentire a casa, protetta dalle cattiverie del mondo.
Nessuno sa quello che nasconde dentro di sé: il senso di inadeguatezza, la voglia di essere invisibile e sparire per sempre, perché sente di non fare la differenza e di non poter avere quello che il proprio cuore desidera.
Anche se gli anni passano, quando una persona crede fermamente di non essere bella, di non essere attraente e nemmeno interessante, è difficile che cambi idea.
“Mi domando se forse non viviamo tutti la stessa solitudine, che affrontiamo con i mezzi di cui disponiamo, con le nostre poche armi e corazze. Limitandoci a incrociare occhi sconosciuti e sognando di scambiarci la pelle.
Io però non potrei mai essere diversa da come sono o fare le cose in un altro modo. Essere diversa vorrebbe dire uscire allo scoperto. Non saprei come fare. Non saprei come vivere lontana da un monitor, il mio scudo.”
Proprio per questo, quando il bellissimo William Payne III, fratello maggiore del genio della musica Nicholas Payne, si mostra interessato nei suoi riguardi… Samantha scappa. Non può fare altro che girare i tacchi e correre via, perché un uomo come Liam non può interessarsi a una donna come lei.
La domanda giusta è: che tipo di uomo è Liam?
È uno di quelli che non si ferma alle apparenze, che ti osserva davvero e ti ascolta sul serio. È un neurochirurgo formidabile, salva vite ogni giorno ed è posato, educato.
Ma dietro la sua maschera di protettore della vita, Liam cova rabbia. Cova dolore. Due emozioni che insieme potrebbero farlo esplodere in qualsiasi momento e, per questo, trova il modo per sfogarle e sentirsi così se stesso, senza maschere, senza obblighi. Mettendo però a rischio ciò che ha di più prezioso.
“Il sudore, il sangue e la Gabbia gli permettono di tenere fede a quell’eterna promessa. Di vivere ogni giorno come il figlio perfetto. Il figlio invisibile.
Ma è solo in notti come questa che si placa la tempesta che gli altri non vedono, abbacinati dal suo camice bianco e dalla sua condotta immacolata.
Guardi negli occhi l’avversario e vede soltanto se stesso: quello che nessun altro ha mai visto. Sorride un’ultima volta, quasi con scherno: ecco il vero William Payne III.
Liam. Semplicemente Liam.
Nessuno lo conosce. Nessuno sa che esiste.
Solo il gong sa chiamarlo per nome, e questa notte lo ha appena fatto.
La Gabbia si richiude. La luna sogghigna. Inizia lo scontro.
E lui è in pace.”
Il suo sfogo personale sarà scoperto da Samantha, una ragazza dolce e altruista che non farà altro che preoccuparsi per lui, del suo sguardo imperturbabile, delle sue preziose mani, del suo cuore così grande.
Samantha e Liam, nonostante la loro diversità, si incontrano e si completano. Entrambi segnati da un passato difficile, dal senso di perdita e tradimento, avranno l’opportunità di guardarsi negli occhi e riconoscersi, vedersi davvero.
E una volta visti, non potranno più fare a meno l’uno dell’altro.
Samantha è una ragazza in cui credo possiamo rivederci molte di noi, mentre Liam è l’uomo dei sogni che tutte vorremmo incontrare. Protettivo, sempre presente anche se molto taciturno, ma mai distratto. Se conquisti la sua attenzione, è tua per sempre.
Leggere libri del genere è sempre una ventata di aria fresca, e mi fanno sentire orgogliosa di avere in Italia autrici di questo calibro.
Angela White ha la capacità di farmi battere forte il cuore e farmi sentire le farfalle nello stomaco anche con una semplice frase. Mi fa innamorare, essere triste e felice in poco tempo nello stesso libro.
E capacità del genere, al giorno d’oggi, sono davvero rare.
In questo libro, poi, c’è una piccola chicca: si parla di tradizioni giapponesi. E io che amo il Giappone ho sognato come non mai per tutta la durata della lettura.
Se non avete letto “Buonanotte a chi non c’è” potete comunque iniziare a leggere la serie partendo da “È subito l’alba”, ma non perdetevi nessun libro. Leggeteli tutti e perdetevi in storie meravigliose come questa.
Credetemi, ne varrà la pena.
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