La prima volta che lo vedo, mi sembra la personificazione del potere: minaccia allo stato puro e muscoli frementi, nonostante le manette ai polsi. È pericoloso. È selvaggio. Ma è anche l’uomo più bello che io abbia mai visto.
Quindi, mi nascondo dietro ai miei occhiali e al mio libro come faccio sempre, perché anch’io ho dei segreti. Poi, però, decide di partecipare al corso di scrittura che tengo all’interno della prigione, e mi conquista con la sua onestà. Nelle storie che scrive, mi racconta i suoi segreti e diventa sempre più difficile nascondere il mio. Quando si avvicina troppo, rabbrividisco. Solo le manette, le sbarre e le guardie lo trattengono. Di notte, non riesco a smettere di pensare a lui, da solo nella sua cella.
Ma è proprio quello il problema, con un animale in gabbia: non si può mai sapere quando morderà. Potrebbe usarti per scappare. Potrebbe persino trascinarti in una foresta e metterti una mano sulla bocca, per impedirti di chiamare la polizia. Potrebbe farti raggiungere l’estasi con tale intensità da annebbiarti la mente, impedendoti di pensare.
E tu potresti arrivare a desiderarlo più del tuo prossimo respiro.
Delle cicatrici bianche deturpano la pelle ruvida delle sue mani e degli avambracci, una sorta di traliccio di dolore e violenza, una bandiera che proclama la sua provenienza dal mondo del crimine.
L’aura di brutalità che lo circonda è affascinante, e in qualche modo bellissima.
L’osservo da dietro il mio libro: è la mia maschera, il mio schermo protettivo. Ma poi succede una cosa stranissima: piega la testa di lato. È solo un lieve movimento, ma sento la sua attenzione posarsi su di me.
Sono stata scoperta, colpita da un fascio di luce. Mi sento esposta.
Abigail Winslow è una studentessa brillante a un passo dalla laurea. Schiva e con un passato da cancellare, ha trovato nell’amore per lo studio il suo modo di affrancarsi dalle vicende della sua infanzia.
Grayson Kane, numero d’identificazione 85359. Detenuto per omicidio. Certo, è un criminale, ma non ha ucciso quel poliziotto. È stato incastrato, e la ragione si nasconde nelle pieghe della sua storia, che pare un terribile, lunghissimo incubo.
Quando viene a conoscenza che l’Università vicina alla prigione ha organizzato un corso di scrittura creativa per alcuni detenuti e che i lavori verranno pubblicati in rete, decide di partecipare. Perché è l’unica cosa da fare, se vuole organizzare la sua evasione e andare, finalmente, a caccia dell’uomo che gli ha rovinato la vita.
E poi, a tenere il corso è la dolce Signorina Winslow. Un valore aggiunto. Un premio per gli occhi.
Grayson è un animale in gabbia, intelligente e determinato, a cui le esperienze passate hanno insegnato a osservare, analizzare, comprendere atteggiamenti e pensieri di chi ha di fronte. Legge Abby dai suoi gesti, dalle espressioni del volto e dai suoi occhi, e le dà quel che vuole, pur di raggiungere il suo obiettivo finale: la fuga. E in più ne è attratto. Moltissimo.
Abby lo sente, sente il pericolo, lui la bracca con gli occhi, la osserva con un’attenzione scrupolosa, e il suo corpo potente e massiccio l’attira e le fa paura allo stesso tempo.
È troppo grande, troppo bello, troppo pericoloso. Troppo tutto. Ruba la scena. Riempie la stanza. Al suo passaggio, lascia una scia di pura energia che mi colpisce al ventre.
Non c’è modo di mettere alcuna distanza, in quella biblioteca della prigione, in quell’ambiente angusto e claustrofobico, tra Grayson e Abby.
Fino alla fuga, fino alla fine.
In un crescendo di avvenimenti e rivelazioni, la vicenda si dipana. Alcune cose sono chiare, altre restano nell’ombra, in attesa che altri personaggi le facciano loro. Ma Abby e Grayson sono tutto l’uno per l’altra. In un modo contorto e a volte violento, lo sono.
Perché il desiderio di libertà non appartiene solo a Grayson. Anche Abby vuole capovolgere il suo mondo, aprire la gabbia in cui si è rinchiusa, esplorare il lato oscuro dei suoi desideri. E forse l’unico modo per essere libera è essere prigioniera.
In questo romanzo sentiamo, per tutta la prima parte, risuonare i pensieri e la disperazione dei protagonisti. Una disperazione asfittica, opprimente; un rincorrersi di sensazioni claustrofobiche e dolorose.
D’improvviso cambiano i luoghi e i due cominciano davvero a essere se stessi. Fuggono, ciascuno dal proprio passato e ciascuno a suo modo, ma fuggono insieme, in un percorso contorto e pericoloso. Spezzano le sbarre, decisi ad andare fino in fondo in ogni modo.
Come strumenti che piano piano si accordano su un’unica nota, provando e vibrando, Abby e Grayson producono una trascinante melodia, che non è solo fisica: è mentale, psicologica.
La cosa che davvero mi è più piaciuta è appunto questa: che i due personaggi si riconoscano nel dolore e nel desiderio l’uno dell’altra, che abbiano bisogno e decidano di appartenersi, in uno strano modo, assoluto e assolutamente perverso. È il loro mondo e lo vogliono. Liberi, senza condizioni. Senza costrizioni, e questo le autrici lo hanno descritto benissimo.
È un Dark? Un po’, forse. C’è suspense? Sì, il desiderio di saperne di più è elettrico e potente, alla lettura. È erotico? Piuttosto è sensuale, perché sensualissimi sono i pensieri dei protagonisti, o almeno io li ho sentiti così.
Ho amato molto Grayson e ho un’enorme tenerezza per la schiva Abby, nascosta al mondo, che riesce a fuggire dalla prigione che lei stessa si è costruita intorno.
Insieme sono perfetti, pur essendo imperfetti.
Leggerò con enorme piacere il prossimo volume, che avrà come protagonista Stone, amico fraterno di Grayson, con cui condivide l’orribile passato.
Un’ottima lettura, in questo inizio di settembre.
Quando ho scelto di leggere questo libro, l’ho fatto quasi a scatola chiusa: adoro come scrive la Martin e la Warren mi è stata più volte consigliata, quindi ho deciso di tuffarmi in questa storia. E non ne sono rimasta per nulla delusa, anzi, sono molto soddisfatta.
Queste due autrici assieme funzionano che è una meraviglia, hanno dato vita a una storia e a dei protagonisti che lasciano il segno.
Leggendo la trama potrebbe sembrare la solita storia dove la protagonista soffre della sindrome di Stoccolma, ma non è per nulla così, anzi, il rapporto tra i due è decisamente molto bilanciato perché entrambi nascondono qualcosa. Entrambi vittime, entrambi carnefici. Entrambi con un passato ingombrante con il quale fare i conti, e che ha lasciato in tutti e due profonde cicatrici.
Tra i due protagonisti c’è una corrente sotteranea che li unisce, e che poco alla volta viene in superficie. Due anime ferite che riconoscono l’una nell’altra le cicatrici lasciate dalla sofferenza, due anime che conoscono i meccanismi di autodifesa.
Che coppia che siamo, entrambi in fuga dalle nostre vite. Entrambi cerchiamo di sfuggire al passato. Ma non si può, lo capisco mentre sfreccio a tutta velocità in un’auto di lusso con un uomo delirante al mio fianco . Non posso sfuggire al mio passato. Sono bloccata in quel film, Ricomincio da capo, condannata a ripetere i miei errori finché finalmente faccio la cosa giusta. Cioè tenerlo in vita.
Abigail ha imparato a nascondersi, a mascherarsi a trincerarsi dietro i suoi occhiali e i suoi libri, è come un animale ferito che non lascia avvicinare nessuno per la paura che scoprano il suo segreto.
Grayson è un uomo con una missione, non lascia che nulla si frapponga tra lui e la sua vendetta. Una vendetta che aspetta di assaporare da troppo tempo, una vendetta che condivide con i suoi amici, anzi “fratelli” e spera che, una volta ottenuta, possa trovare la pace.
Ho trovato l’inizio un po’ claustrofobico, oltre alla prigione fisica dove si incontrano i due protagonisti, c’è anche la prigione psicologica nella quale sono rinchiusi per via del loro passato e delle loro paure.
I protagonisti sono ben caratterizzati, con pregi e difetti che li rendono molto umani; e questo vale anche i personaggi secondari, soprattutto i “fratelli di Grayson”. Ognuno di loro è presentato con le sue peculiarità, ognuno con una storia da raccontare.
Il libro ha un buon ritmo narrativo che mi ha tenuta incollata alle pagine e mi ha spinta a continuare a leggere per cercare di capire e di scoprire cosa sarebbe successo. Le autrici ci svelano pezzi del passato di entrambi i protagonisti, ma lo fanno a piccole dosi, così da mantenere sempre viva l’attenzione. Ogni più piccolo dettaglio svelato ha il suo perché e, come in un puzzle, ogni pezzetto serve a costruire il quadro finale.
La fuga è solo l’inizio.
Questo libro mi è piaciuto molto, e non vedo l’ora di leggere il seguito con protagonista Stone.
Consigliato.
Per entrame le recensioni:
Editing a cura di:
libro a me totalmente sconosciuto. da segnare sicuramente
Mi è poiaciuto molto questo libro, ma sono curiosissima di leggere quello su Stone credo sarà molto diverso.
E io adesso lo segno!
Ecco tu segna, così la lista si allunga…