Quando Julia ottiene un ambito posto di tirocinante presso un prestigioso studio legale, viene subito messa in guardia contro l’affascinante donnaiolo Brad De Luca, un avvocato divorzista senza scrupoli che ha la fama di vincere tutte le cause e di portare a letto tutte le clienti. Ingenua e seducente, Julia ha le caratteristiche per essere la preda perfetta. Quando lui le propone un torrido weekend di passione e trasgressione a Las Vegas, la Città del Peccato, Julia è combattuta, ma alla fine cede, incuriosita dalla possibilità di vivere un’esperienza senza precedenti.
Brad le ha detto chiaramente che non vuole una compagna. Si tratta solo di sesso e piacere. Eppure, la sua innocenza gli fa perdere la testa, fino a indurlo a sperare che dal peccato possa nascere l’amore. Ma quando Brad le rivelerà il proprio segreto, Julia sarà in grado di accettare una dimensione di trasgressione che non credeva possibile, neanche nelle sue fantasie più sfrenate?
Primo libro della trilogia Innocence, “Peccato di innocenza” narra l’incontro tra Julia Campbell, giovane neo-praticante per il prestigioso studio “Clarke, De Luca & Broward” e Brad De Luca, socio dello studio, avvocato divorzista di professione e incallito seduttore per passione, nonché amante degli incontri sessuali a più voci.
Julia e Brad, distanti per età, per posizione sociale, per i rispettivi background famigliari e culturali, a mio avviso, sono più simili di quanto non si possa immaginare leggendo le prime pagine: ambiscono entrambi al controllo e sono fortemente competitivi.
Brad lo sa e ne ha fatto uno stile di vita, Julia non ne è ancora consapevole, ma lo scoprirà.
Le scene tra i due sono frizzanti, Julia è sì giovane, ma determinata, non si lascia “sedurre a bacchetta”. Anzi, devo dire che, nonostante il nome della serie, la nostra protagonista, almeno per me, ha ben poco di innocente, nel senso classico del termine. Semmai la definirei inconsapevole di se stessa, soprattutto a livello di gusti e scelte sessuali, sia perché ha ventuno anni, sia perché ha avuto solo due storie, un po’ disastrose. Julia è inesperta, però sa di avere del potere sugli uomini e lo usa, anche con atteggiamenti non condivisibili.
Sono un’inguaribile civetta, lo so. Me ne rendo conto e non me ne vergogno affatto. Mi piace la caccia, la seduzione, adoro provocare gli uomini, ma non mi interessa il sesso né voglio avere la reputazione di essere una ragazza facile.
[…]
«Si accorgerà che sei una a cui piace civettare con gli uomini senza mai arrivare al dunque» aggiunse Becca, mettendosi le mani sui fianchi. «Sai, Julia, alcuni non la prendono bene quando vengono provocati e poi respinti. Finora sei stata fortunata, ma prima o poi potrebbe capitarti qualcuno che non si fermerà quando gli dirai che non vuoi andare oltre.»
Julia è come uno di quei vulcani che per secoli non erutta e quando l’esplosione avverrà, beh, sarà uno spettacolo degno di nota.
Brad De Luca è lava, pura energia dirompente, un quid che farà saltare il tappo che tiene compressa la giovane Julia e la condurrà al suo risveglio sessuale.
Davanti alla vetrata dell’ufficio, alle spalle della reception, c’era un uomo alto e imponente, con la corporatura atletica di uno sportivo. La camicia elegante non riusciva quasi a contenere le spalle ampie e le braccia muscolose che tendevano la stoffa. Aveva la carnagione olivastra, folti capelli scuri e lineamenti forti, molto affascinanti. Sarebbe sembrato sin troppo bello se non avesse avuto un’espressione intensa, lo sguardo rapace di un uomo senza scrupoli che affronta di petto il nemico e poi lo divora vivo.
Brad è fuoco e passione, ma anche sfrenata gelosia nei confronti di Julia. La vuole, la desidera e in un paio di occasioni esagera, perché anche lei ha risvegliato qualcosa di sopito, qualcosa che l’uomo aveva celato persino ai suoi stessi occhi: il desiderio di una compagna con cui trascorrere la vita.
Ci penserà Julia a rimetterlo al suo posto:
“«Che fai qui?» mi apostrofò, irritato.
«Cosa faccio io? Cosa fai tu?» esclamai.
«Sono a casa mia.»
«Non intendevo questo, cretino! Mi riferisco a Todd, a noi. Cosa credi di fare?»
«Niente, perché non c’è nessun noi.»
«Esattamente! Mi hai detto chiaramente che non vuoi una storia seria, però hai fatto scappare Bob e hai detto a Todd di stare alla larga da me. Non sei mio padre né il mio ragazzo, e neanche il mio capo. Non hai alcun diritto di intrometterti nella mia vita privata!» gridai, indignata.
Julia e Brad si incontrano, si scontrano, ci sono scintille ma non finiscono subito a letto; anzi il sesso si presenta nella seconda parte del libro, per poi giungere alla sua pienezza descrittiva solo alla fine, nella prima esperienza sessuale a tre, di Julia.
Distesa supina attesi le loro mosse, incerta. Poi sentii due mani forti sui miei piedi e altre due, altrettanto sicure, che scorrevano lungo le mie braccia, mi afferravano i polsi e li bloccavano sopra la testa mentre la persona che era in fondo al letto mi accarezzava le gambe fino ad arrivare al mio sesso, penetrandolo con un dito.
Una bocca mi baciò, mi succhiò e mi mordicchiò il collo, scendendo fino al seno per leccare un capezzolo e tirarlo delicatamente tra le labbra.
“Peccato di innocenza” è un buon libro, con un ritmo interno sostenuto e, in generale, scorrevole.
Interessante la scelta del POV alternato, in prima persona con inserti in terza. La prima persona è per Julia, cosa che ci permette di vedere meglio il cambiamento che subirà, ed è un’ottima scelta perché l’evoluzione del personaggio sarà molto intensa, rispetto alle premesse iniziali. Forse c’è qualche accelerazione eccessiva e qualche step un po’ troppo implicito, tuttavia lo svolgimento della storia non è compromesso.
Qualche perplessità sulla gestione temporale degli eventi, forse poco delineata in certi tratti e leggermente nebulosa, ma ciò non inficia il piacere della lettura.
E, infine, una nota amara e molto, molto, triste.
Leggendo il libro, in lingua italiana, l’impianto generale scorre piacevolmente, senza particolari intoppi, se non quelli evidenziati qui sopra e che appertengono alla struttura stessa del romanzo e al modo in cui è stato declinato. Tuttavia di fronte a una frase in particolare, che mi ha lasciata perplessa, ho indagato, andando a confrontare la versione tradotta con quella originale e ho scoperto una cosa che mi ha lasciato, appunto, l’amaro in bocca.
A voi le considerazioni, io vi riporto la versione originale, quella della traduzione italiana e come avrebbe dovuto essere.
Chiedo venia, ma non sono una traduttrice, quindi non ho cercato la migliore resa a livello semantico.
Versione originale
She sank to her knees in dramatic fashion. “Ecstatically. Welcome to my world of slutdom. It is an amazing place to be.”
I stepped over her knelt form and moved to the next rack. “Wait. What-“
Traduzione italiana
Becca alzò gli occhi al cielo e allargò le gambe estasiata come se le fosse apparsa la Madonna. «Contenta? Sono al settimo cielo!» esclamò. «Finalmente anche tu sei diventata una ragazza normale a cui piace divertirsi!»
Soddisfatta, si diresse verso un’altra rastrelliera di vestiti e io la tallonai. «Ehi, aspetta, e il nostro patto? Non dovevi dirmi dove ho sbagliato?»
Traduzione dall’originale
Cadde in ginocchio, in una posa teatrale. «Estasiata. Benvenuta nel mio mondo di troiette. È un luogo fantastico in cui stare.»
La oltrepassai e mi diressi verso la successiva rastrelliera. «Aspetta. Cosa…?»
Insospettita da ciò, ho chiesto a un’amica che legge in lingua, e ha letto questo romanzo, un confronto e abbiamo scoperto che non è l’unico pezzo manipolato.
La mia domanda è solo questa: perché?
Non ha senso fare una cosa del genere, in un punto del genere, cambiando addirittura soggetto e quindi dinamica della frase.
Di cuore, vorrei capire il senso di questa scelta, perché non c’è logica in un atto del genere.
Editing a cura di:
Partiamo brevemente dalla trama: Julia, nuova tirocinante in un famoso studio legale, estroversa, spigliata, non completamente “innocente” come il titolo vorrebbe, ma neppure navigata. Ama sedurre e provocare gli uomini, ma senza andare oltre, per il solo gusto della conquista.
Brad, squalo del foro, donnaiolo impenitente. Anche vestito di tutto punto odora “di virilità, sesso e seduzione”. Dal momento in cui Julia entra nel suo radar sarà caccia aperta, con ogni mezzo lecito, finché lei non accetta di accompagnarlo a Las Vegas per un weekend.
Ed è così che Julia entra, pur per pochi giorni, in un mondo di lusso, piaceri, nonché sesso fine a se stesso, in aperto contrasto con quelli che finora credeva i suoi principi, ovvero mai fare sesso senza amore. Principi non troppo saldi, evidentemente, ma la ragazza ha poco più di venti anni, è curiosa e abbastanza aperta da voler percorrere strade diverse da quelle che finora non le hanno dato poi molte soddisfazioni. A questo aggiungete l’irresistibile attrazione che prova per Brad, uomo maturo e fin troppo esperto, e direi che i giochi sono fatti.
Al rientro dalla breve vacanza sembra giungere il momento del rien ne va plus: entrambi sanno che quella parentesi deve rimanere tale perché troppe sono le differenze tra loro, nel modo di pensare e di agire, e in ciò che vorrebbero da una relazione. Nonostante ciò Brad non riuscirà a restarle lontano a lungo, e arriverà a farle una proposta inaspettata dopo averle confessato i suoi gusti sessuali segreti. A questo punto Julia ha davanti due possibili scelte: mandarlo definitivamente al diavolo o rimettersi di nuovo, e ancor più di prima, in gioco. Indovinate un po’?
E veniamo alle mie personali considerazioni su questo libro che, devo premettere, è molto ben scritto, scorrevole e lineare. Di solito gli erotici tendono ad annoiarmi non poco, è un mio limite ed è bene che lo specifichi, e di sicuro questa storia non mi ha tenuta incollata alle pagine come era già accaduto per “Bugie Nascoste”, eppure in questo caso ho come avvertito il superamento di taluni stereotipi di genere che, a inizio lettura, pensavo invece di trovare in gran quantità. Ci sono state molte parti in cui entrambi i protagonisti mi hanno piacevolmente stupito (in altre mi hanno stupito con meno piacere, ma ho comunque apprezzato gli inserti originali, che si distaccano dai soliti canovacci). In particolare mi sono piaciuti molto i dialoghi tra i due, che in maniera spontanea riescono a confrontarsi con leggerezza e rispetto reciproco, pur mantenendosi su distinte posizioni. Infine mi è piaciuta l’assenza totale di volgarità nelle scene più spinte, che la Torre è riuscita a descrivere magistralmente. Ciò che risulta poco chiaro e poco sviluppato è il sentimento, che nel primo libro si avverte ben poco da parte di entrambi; desiderio, passione, attrazione sì, quelli ci sono e sono evidenti, i sentimenti ancora latitano e penso toccherà leggere il secondo volume per assistere alla loro comparsa.
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