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Nel giorno del secondo anniversario del suicidio di suo marito, Colby Cabot-Baxter è pronta a lasciarsi il dolore alle spalle.
A CertainTea, il ristorante che sta per aprire sul lago Sandy, sarà il suo nuovo inizio.
E quando il suo capocuoco si licenzia prima della grande apertura, Colby è costretta ad assumere Alec Morgan, un vecchio amico di famiglia.
La sua reputazione da chef stellato potrebbe generare fermento, ma la loro amicizia è appassita da quando, per colpa di una sfida lanciata dal marito di Colby, il fratello di Alec ha perso la vita.
A causa dei segreti riguardanti la tragedia che ha cambiato la sua vita e quella di Colby, Alec è caduto in depressione e ha perso il suo rinomato ristorante. La sua carriera è a pezzi, e lui è determinato a usare quella nuova opportunità per riscattare la sua reputazione e aiutare la donna che ha sempre amato a ritrovare la felicità. Ma i segreti, prima o poi, trovano il modo di tornare a galla. E quando lo fanno quelli di Alec, la nuova vita che lui e Colby hanno ricostruito insieme rischia di venire distrutta.
Colby e Alec: sono loro i protagonisti indiscussi di questo romanzo, ma non sono gli unici.
Per tutto il libro aleggeranno le presenze di Joe e Mark; fratello di Alec, il primo, e marito di Colby, il secondo.
I due, entrambi deceduti per motivi e in momenti diversi, sono parte fondamentale della storia, il motivo per cui i nostri protagonisti hanno bisogno di un riscatto nei confronti della vita.
E quella che ci troviamo a leggere, in questo romanzo, è proprio una storia di riscatto dal dolore, ma anche un racconto di perdono, un romanzo che parla di se stessi e degli altri, di seconde possibilità che la vita ci concede e che noi, però, dobbiamo saper cogliere.
Alec ha perso il suo ristorante. All’apice del successo, nel momento in cui il fratello ha perso la vita, deve fare i conti con i rimorsi e con i segreti. Le cose sarebbero andate diversamente se lui si fosse comportato in modo diverso?
Colby deve ricominciare: giovane vedova, che deve trovare la sua strada, sente la necessità di realizzarsi nella vita e di perdonarsi. Convive con il rimorso di non avere fatto abbastanza, e anche di non essersi fatta aiutare quando avrebbe potuto. Se avessero detto la verità, sarebbe stato più facile, più gestibile, tollerabile, vivere con Mark? Oppure le cose sarebbero andate comunque allo stesso modo?
Jamie Beck narra una storia matura, con due protagonisti adulti (e un sacco di personaggi secondari interessanti che spero di incontrare di nuovo!) e lo fa con maestria. Il romanzo si legge volentieri, ma i temi che tocca, senza banalizzarli, sono tanti e seri.
Suicidio, malattia mentale, rapporti familiari, famiglie allargate, perdono, fra gli altri.
Ecco perché, finita la lettura, ci ho messo qualche giorno prima di scrivere questa recensione.
Le sensazioni, le emozioni, avevano bisogno di sedimentare. Mi aspettavo qualcosa di diverso, probabilmente, ma non per questo sono rimasta delusa.
Per cominciare, è un libro che ha come scenario principale un ristorante e io, dove e quando si parla di cuochi e cucina, mi tuffo. Poi si tratta di una storia “adulta”: niente drammi giovanili, niente primi amori che tolgono il sonno (o quasi); qui abbiamo un uomo e una donna che devono fare i conti con i loro errori, o con quelli che ritengono tali, e trovare un modo per andare avanti, per vivere la vita che meritano.
Belli – e lo so che mi ripeto – i personaggi secondari. Le famiglie e gli amici di Colby e Alec, con pregi e difetti, con la loro forza e le loro fragilità, sono un punto fermo all’interno della storia e spingono i protagonisti a evolvere, nel bene e nel male.
E poi c’è la rivalsa professionale, la volontà di Alec di dimostrare a tutti quello che sa fare, e quella di Colby di avere qualcosa di davvero suo, creato a misura per lei.
Ve lo consiglio? Sì, assolutamente. Però dovrete essere pronti a un ritmo diverso rispetto a quelli a cui siamo abituati. È una storia lenta, pulita, di scoperta e riscoperta. Niente batticuore, cardiopalma e farfalle nello stomaco. Ma tanta consapevolezza e realtà.
L’opinione di:
Editing recensione:
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