Nadir
Nadir è solo un ragazzino quando è costretto a fuggire con suo fratello Quadir da una moschea in fiamme nella sua città, in Libano. Lì, tra le pietre divorate dall’esplosione, ha perso non solo i suoi genitori ma anche tutta la vita così come l’ha conosciuta sino a quel momento, e ha siglato un inconsapevole patto di sangue con la violenza, che d’ora in poi sarà il suo destino.
Adesso che è ormai un adulto, la vita di Nadir è scandita da violenza e aggressioni e dalle regole del clan che ha fondato con suo fratello e che gestisce scommesse clandestine, droghe di ogni genere e racket. La violenza è l’unico linguaggio che Nadir conosca, tutto ciò che ha portato con sé dalla sua terra e che l’ha seguito fino in Europa, dove si è rifugiato. Tuttavia, anche per lui esiste qualcosa di sacro e intoccabile: la famiglia, il bene supremo da proteggere. A ogni costo.
Layla
Layla non ama la compagnia della gente. Preferisce rinchiudersi nel suo mondo, cullata dalle note del pianoforte sul quale lascia scorrere le dita. A casa, Layla non ha nessuno che l’aspetti: d’altra parte, suo padre è il capo della squadra omicidi della polizia di Berlino e ha ben altro di cui occuparsi. Tuttavia ogni tanto, trascinata da un’amica, anche lei si concede una nottata diversa dal solito. Ed è così, durante una notte in una discoteca della capitale, che il destino di Layla prende una piega inaspettata. È lì, tra le luci stroboscopiche che l’accecano e la musica techno che l’assorda, che incontra Nadir e si perde nei suoi occhi color dell’ebano. Le loro orbite collidono e, da quel momento in poi, niente sarà più lo stesso. Lei cade nella trappola dell’oscuro sconosciuto arrivato dal Medio Oriente e lui crede di avere il potere in mano. Non l’ha scelta per caso: sa perfettamente chi sia e, soprattutto, quale ruolo ricopra suo padre. Rapirla e consegnarla a suo fratello Quadir è il suo unico scopo. Ma ciò che Nadir ancora non sa è che sarà lui stesso a cadere in una trappola dalla quale sarà impossibile fuggire: quella della passione.
In bilico tra la vita e la morte, costantemente sospesi tra la verità e la menzogna, il giusto e lo sbagliato, Nadir e Layla si lasciano travolgere in una spirale di attrazione incontrollabile. Ma può l’amore sopravvivere al richiamo irresistibile del sangue? Possono due anime perdute ritrovarsi al di là del bene e del male?
DARK ROMANCE AUTOCONCLUSIVO
*ATTENZIONE*: Questo romanzo contiene scene di violenza, linguaggio forte, rapporti sessuali di dubbio consenso.
È consigliato ad un pubblico adulto e consapevole.
Amo il genere dark, e chi leggerà questa storia troverà questo libro veramente ricco di atmosfere cupe.
Sono proprio i due stessi protagonisti ad essere dark. Le loro esperienze di vita li hanno trascinati in mondi senza luce, intrisi di sangue e rimpianti.
Nadir da ragazzo ha assistito ad ogni tipo di brutalità in Libano, perpetrate dal padre nei confronti di una moglie e madre totalmente schiavizzata, ripetutamente violentata in gruppo e infine obbligata ad essere una kamikaze dal marito che voleva tutta la sua famiglia sterminata in un attentato.
Nadir e il fratello Quadir fuggono in Germania salvandosi, e li ritroviamo ormai adulti a capo di un clan criminale.
Se Quadir ci appare freddo e distaccato, assolutamente padrone di sé stesso, Nadir si comporta come il padre, è un individuo borderline che si nutre della violenza, uccidendo trova energia per sopravvivere ai ricordi del passato. Divenuto incontenibile nella sua spirale violenta si scontra con il suo stesso clan. Quadir gli offre un’ultima possibilità: rapire Layla lasciandola in vita e occupandosi di lei fino a quando il padre, capo della squadra omicidi, non accetterà le loro richieste.
Layla è una ragazza solitaria, ha perso la madre da bambina in circostanze che hanno incrinato in maniera irrecuperabile i rapporti con il padre e l’hanno resa una vera asociale, l’unico suo amore è il pianoforte.
Layla non è però l’ostaggio che si aspettava Nadir, che pensa di fermarla con uno stupro. Ma quello che ottiene è solo renderla ancora più forte e determinata.
Entrambi sono vittima e carnefice, in un gioco delle parti che non ha né vincitori né vinti. Nadir fa leva sulla violenza e la paura, ma Layla resiste a tutto. L’attrazione che li ha legati fin dal primo istante si trasforma in sentimento, un sentimento che Layla accetta e Nadir combatte.
Ogni episodio violento porta i due a lunghe riflessioni, che l’autrice utilizza per approfondire le dinamiche psicologiche dei protagonisti seguendone così le evoluzioni.
Layla usa resistenza e resilienza per sopravvivere facendosi inghiottire dal suo lato oscuro e diventando essa stessa carnefice, va oltre l’aspetto esterno di Nadir e ne vede l’animo e la fragilità, si perché tutta la violenza di cui Nadir si circonda è il suo scudo, il suo modo per sopravvivere. Essere messo a nudo da Layla lo esaspera e brama la morte della ragazza, brama il suo sangue, arrivando sempre a un passo dall’ucciderla ma non riuscendo mai a finirla.
Non vi dico come si evolverà e come si concluderà il romanzo ovviamente, vi dico solo che va letto con la giusta predisposizione. Ci sono stati molti momenti in cui non ho capito Layla, non ho compreso i suoi atteggiamenti e il suo scivolare nell’oscurità, altri in cui avrei affettato Nadir con le mie mani usando i suoi preziosi coltelli. Poi ci sono stati momenti in cui li comprendevo e vedevo altro, arrivando alla fine della storia che li vede diventare davvero se stessi.
È una storia tosta che va apprezzata da stomaci forti, in cui non ci viene risparmiato nulla. Una nuova evoluzione dello stile della sua autrice che migliora libro dopo libro, una storia certo non per tutti.
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