Da quando suo padre è stato assassinato in servizio, l’agente Samantha Vargas è determinata a sconfiggere i criminali della droga. Quando il suo partner accetta il caso degli Hells Raiders, Samantha accetta di andare sotto copertura con lui fingendosi la sua donna, ma si ritrova ad essere attratta dall’uomo su cui sta indagando.
Benjamin “Vescovo” Malloy ha lavorato duramente per costruirsi una posizione sia dentro che fuori dal mondo dei biker. Di giorno lavora come meccanico, e trascorre le notti a ricostruire motociclette con la speranza di possedere un giorno un’officina tutta sua. Dopo aver preso sotto la sua ala uno dei nuovi membri del club, il Vescovo si scopre sempre più attratto dalla sua ragazza.
Anche se ha deciso di abbattere i Raiders, Samantha scopre che il loro mondo non è l’inferno che pensava. E quando la posta in gioco si alza, rischia di perdere molto di più del suo cuore.
È sempre più difficile trovare romanzi originali, e questo capitolo conclusivo della Vicious Cycle ne è la conferma. Cambia fratello e cambia pulzella, i protagonisti qui sono Samantha e Vescovo, ma il libro è un copia-incolla dei due romanzi precedenti. Scusate, cambia anche un’altra cosa: il mestiere della pulzella da salvare. Per il resto è uguale!
Certamente, potete obiettare che essendo una serie basata su un club di motociclisti non è che potevo aspettarmi che la trama fosse molto diversa da quella che è, e certamente non mi aspettavo una brutta copia di Jax Teller, anche perché, diciamocelo francamente, di Kurt Sutter ne esiste solo uno al mondo! Però, diavolo, è esattamente uguale agli altri. Un uomo e una donna si incontrano, sono attratti l’uno dall’altra, l’uomo si innamora perdutamente di questa pulzella dal passato difficile, fanno del gran sesso, poi tale pulzella viene aggredita dal cattivo di turno, e il biker dalla moto scintillante la salva.
E diavolo, per la seconda volta! Ma una ragazza dal passato normale non esiste? Ma un uomo che non sia un dio del sesso esiste? Vescovo viene definito “il dio del sesso orale”, e per la miseria! Sesso, sesso, tanto sesso fino al 80% del libro. Non sono bacchettona, amo gli erotici, ma quando in un libro c’è solo il dio del sesso in persona e la pulzella che non hai provato tali orgasmi, mi infervoro e non poco! Capisco che quando c’è il sentimento si vede tutto in modo diverso, ma non è possibile. Autrici mi rivolgo a voi: mi scrivete, per favore, un libro dove la protagonista ha un ex che non dimenticherà mai per il sesso favoloso e strepitoso che faceva solo con lui? Non sto scherzando! È statisticamente impossibile!
Penso di essermi sfogata abbastanza, procediamo dunque all’analisi del romanzo.
A questo punto della recensione, rileggo la trama per evitare spoiler e cos’altro posso aggiungere se non: sesso, sesso e ancora sesso! Samantha è un infiltrato che si innamora della persona su cui sta indagando. Tra di loro vi è qualche scambio di battute, e poi BOOM, scoppia l’amoooooore! Lei è attratta da questo bellissimo uomo tatuato, ma ha delle remore in quanto il suo passato è stato tragicamente segnato da un motociclista. Avendo di fronte il dio del sesso in persona come può rimanere salda sui suoi principi? Come?
Lui, Vescovo, fratello di quei due Gnocchi con la G maiuscola (G, una lettera a caso), boxa, seduce, siede al tavolo del comando, come può non innamorarsi di questa ragazza così attratta da lui, così desiderosa di fare la sua conoscenza? Come?
Ciò che vi ho raccontato fino a ora, è circa l’80% del libro, guardavo la percentuale di avanzamento di lettura con timore, non succedeva niente di niente, tranne… Bravi, vedo che ora avete capito. A tal proposito,
«Ah, è così, cavernicolo?» «Senza alcun dubbio». Mi strinse le braccia intorno alla vita. «Credo ci siano cose peggiori che essere la donna di un cavernicolo». «Voglio sentirti dire che sei la mia donna». «Ma dai, Vescovo…». «Dillo», le ordinai mentre mettevo in moto il quad. Samantha alzò il mento e guardò il cielo. Non rispose, quindi io aggiunsi: «Starò fermo qui finché non lo dirai. Piuttosto ti farò morire di fame». «Non prendo ordini da nessuno», disse lei, continuando a osservare le nuvole. Senza scendere dalla moto, le cinsi la vita e la costrinsi a sedersi sulle mie gambe. «Vescovo, cosa stai…». La zittii incollando la mia bocca alla sua. Allo stesso tempo, le infilai una mano in mezzo alle cosce. Lei sussultò quando iniziai a toccarla da sopra le mutandine. «Dillo, Samantha». «Mmm», mugugnò lei, assecondando i movimenti della mia mano con i fianchi. «Di’ che sei la mia donna o non ti lascerò venire». «Non sei corretto», ansimò lei. «No, non lo sono mai. E ottengo sempre ciò che voglio». Quando la mia mano le sfiorò la pancia, lei trattenne il respiro, che rilasciò quando le infilai due dita dentro. «Adesso lo dirai?». Guardandomi dritto negli occhi, Sam disse: «Sono la tua donna, maledetto coglione di Neanderthal».
«È bello sapere che non sarò l’unica vagina», dissi scherzosa. Vescovo rise. «Sarai l’unica vagina che mi appartiene». «Sì, cavernicolo». Vescovo spostò la testa per darmi un tenero bacio. «Il soprannome “cavernicolo” inizia a piacermi. Mi eccita». Io sorrisi. «Come mai non mi sorprende?»
Normalmente mi sarei fatta una grassa risata, però a casa mia si dice “il troppo, stroppia”. Ripeto, non sono una bacchettona, ma ¾ di romanzo, che ha come protagonista un agente dell’ATF, non può essere solo sesso. Le indagini sono pressoché inesistenti, gli affari del Club sono presenti, l’autrice avrebbe avuto modo di indagare più a fondo, dare a noi lettori qualcosina in più di un osso da mordicchiare. Non voglio addentrarmi nel discorso “cavernicolo” perché rischierei di sfociare nel femminismo più estremista, ma credetemi sulla parola, non esce una buona immagine della donna in questo romanzo (e non basta, cara Ashley, darle un lavoro da uomo per salvarle e salvarti la reputazione!).
È un romance, lo so, però la trama faceva ben sperare. Mi aspettavo un po’ più d’azione, mi aspettavo che al momento della scoperta del vero lavoro di Samantha cadesse il mondo, e invece delusione più totale. Che amarezza. Se è vero che i romance hanno come obiettivo il lieto fine, è anche vero che devono essere strutturati, devono sviluppare una trama, devono costruire le basi affinché il lieto fine abbia un senso logico, altrimenti “volemose bene tutti” e invece di leggere un libro del genere “annamo tutti a mangiarce ‘na pizza” (l’uso del romanesco è per enfatizzare il sentimento di amicizia che ci lega ai nostri amatissimi scrittori).
Non so davvero che voto dare, quello che so è che la sufficienza non la posso dare; non ci sono però errori di grammatica, quindi non posso neanche dare il gravemente insufficiente e qualcosina (ma proprio ina) da salvare c’è:
«Allora di sicuro vuoi anche dell’altro da lei», disse Diacono. Rev e gli altri si fecero avanti prima ancora che potessi rispondere. Sospirai. «Va bene. Voglio dell’altro. E con “dell’altro”, intendo più di una scopata». Non volava una mosca nella stanza.
…
«Sono d’accordo con loro. Essere un uomo non vuol dire scopare qualsiasi donna ti passi davanti. Un vero uomo ha aperto il suo cuore almeno una volta nella vita così che qualche stronza potesse farlo a pezzi. Alcuni di noi sono più fortunati e la donna con cui si sono aperti si è rivelata quella giusta. Ma ad altri si è spezzato il cuore». Mi fece l’occhiolino e aggiunse: «Ora tocca a te».
Darò un 2.5 solo per le buone intenzioni e perché non essendoci strafalcioni grammaticali ho desistito dal terminare il libro molto prima della fine.
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