Newton Compton Editori – Acquistabile qui
Sono stata io a mandare Damon in prigione. Sono passati tre anni da allora. Pensavo che nel frattempo sarei riuscita a scomparire nel nulla o che lui avrebbe potuto cambiare e dimenticare il suo odio per me. Ma mi sbagliavo. Il suo rancore è persino aumentato e ha pianificato ogni cosa per distruggermi. La sua vendetta va oltre ogni mia immaginazione. Desidera farla pagare a tutti coloro che l’hanno tradito. La paura sembra essere la sola emozione che ci lega. Ma, nonostante tutto, Damon è diventato parte di me. E non posso fare nulla per sottrarmi al nostro destino.
Siamo arrivati al terzo capitolo della serie Devil’s Night di Penelope Douglas. Un libro che ho aspettato con ansia, perché fin dal primo romanzo sapevo che Damon aveva tanto, tantissimo, da raccontare.
Così è stato.
Vi avverto: per poter leggere questo libro dovete aver letto anche i primi due capitoli della serie, perché sono strettamente collegati. Le vicende si incastrano tra di loro e vi lasciano con il fiato sospeso, dando risposte a domande che non sapevate neanche di potervi porre, perché credevate di sapere tutto. Ma quel tutto qui viene capovolto e sconvolto più e più volte.
Damon Torrance ha vissuto per tre anni in carcere con l’accusa di stupro. Ha stuprato la figlia del sindaco della città, Winter.
E qui, finalmente, avrà la sua vendetta. Una vendetta dolceamara che nasconde un amore doloroso e tormentato, ma anche colmo di speranza. Perché la loro storia va oltre uno stupro, va oltre ciò che ha visto e sentito la gente.
È nascosta in una fontana, al riparo da tutto e tutti. Ma non da loro, gli unici a poterla riportare allo scoperto, trovando finalmente la pace.
Ripensai al ragazzino della fontana, insanguinato e con il viso solcato da una lacrima solitaria, perché gli era capitato qualcosa – o forse molte cose – di cui non voleva parlare. Adesso era quasi un uomo che non avrebbe mai più pianto e che faceva sanguinare gli altri.
Lo odiavo e non lo avrei mai perdonato, ma forse avevamo una cosa in comune: era stato necessario che cambiassimo per sopravvivere.
Damon mi ha stupito. Ha superato ogni mia aspettativa, dimostrandosi non solo un uomo calcolatore e manipolatore, possessivo e geloso, ma ferito. E con un cuore che batte troppo forte nel petto, e con una mente che non dimentica niente. Niente. Tutto questo, sì, lo porterà alla vendetta, ma gli permetterà anche di perdersi nell’unica cosa bella e pura della sua vita.
Il segreto della vita, che tutti conoscevano e tutti dimenticavano, era che non eravamo soli. Pensavamo di essere unici. Pensavamo di essere i primi.
Nessuno aveva subito quello che avevo subito io.
Nessuno si sentiva così.
Nessuno sa cosa significa essere me.
Nessuno ha mai sopportato quello che ho sopportato io, giusto?
Sono menzogne che raccontiamo a noi stessi, perché pensiamo di essere speciali. Perché sapere che ciò che stiamo passando è una comune sminuirebbe il diritto alla sofferenza.
Winter, a differenza di Damon, non mi è piaciuta totalmente. A volte avrei voluto urlarle contro, scuoterla. Mi ha fatto alzare gli occhi al cielo spesso, perché è un’eterna indecisa, sempre in bilico tra ciò che ritiene giusto e ciò che ritiene sbagliato, tra la diffidenza e la fiducia, tra i ricordi sbiaditi e ciò che crede di sapere con assoluta certezza.
Ma loro, insieme, mi hanno emozionato. Mi hanno fatto provare paura, odio, desiderio di vendetta. Desiderio malato, oscuro, possesso e amore.
Ho visto il nero e ho visto il rosso. Due colori che Damon e Winter conoscono alla perfezione. Ho visto la paura e il desiderio velato di tormento.
La Douglas è come sempre una delle mie scrittrici preferite. Sa arrivare dritta al mio cuore, lasciandomi le sensazioni sulla pelle. Ma c’è un piccolo punto a sfavore del libro: troppe informazioni, troppi avvenimenti che si accavallano tra di loro. A volte ho rischiato di non riuscire a tenere il ritmo perché, sul serio, è come stare sulle montagne russe e non sempre con forti emozioni. Non si ha un momento di pace e, quando si arriva a un certo punto, si è un po’ saturi. Però si continua la lettura, non si può fare altro. Perché Damon è magnifico e la storia ha tanto da dare. E, proprio come piace a me, rappresenta il badboy che è diventato quello che è per un motivo ben preciso ma, a discapito della sua vita, si prende cura delle persone che ama. Anche se spesso lo dimostra nel modo sbagliato.
Peccato perchè se l’editing del libro fosse stato curato meglio forse la lettura sarebbe stata più piacevole e a tratti meno pesante. Molti refusi, molti errori soprattutto nella seconda parte. Ma, nel complesso, questo è un romanzo da non lasciarsi sfuggire, soprattutto le amanti del genere. Perché Damon Torrance non delude. E non potrete fare altro, anche voi; lasciarvi ammaliare dalla sua mente e i suoi modi di fare.
«Cresci, impara cose e divertiti al liceo, ma rimani la bambina che adora “stare nel nero”, perché mi piaci anche lì. E tornerò a riprendermi quello che è mio quando sarai abbastanza cresciuta per cose peggiori. E fai la brava. Se vengo a sapere che qualcuno ti ha sfiorata, gli spaccherò quella cazzo di testa.»
Ed eccoci arrivati al terzo volume della serie che ha catturato milioni di lettrici (e me). Sto parlando di Penelope Douglas e della sua Devil’s Night, iniziata con “Il mio sbaglio più grande”, continuata con “Mille ragioni per odiarti” e arrivata adesso a “L’errore che rifarei”. Un piccolo consiglio, prima di addentrarci nella tela di questo romanzo: sebbene ogni libro sia autoconclusivo e con protagonisti che si alternano, suggerisco vivamente di leggere i primi due, se ancora non l’avete fatto, per conoscere al meglio il cammino fatto finora e avere un quadro completo di un progetto editoriale che, a mio modesto parere, è uno dei migliori degli ultimi anni. Un mix costruito con sapienza di odio, vendetta, adrenalina, attrazione, amicizia, amore… Il primo è dedicato a Michael e Rika, il secondo a Kai e Banks, questo a Damon e Winter. Tutti sempre presenti, con una storia forte, ogni volta diversa, che però affonda nelle stesse radici e si intreccia alle altre tra passato e presente. I Quattro Cavalieri: Michael Crist, freddo e pungente, figlio di un imprenditore del settore immobiliare, Kai, Mori, calcolatore e riflessivo, affilato come una lama, figlio di una signora dell’alta società e di un banchiere, e ora Damon Torrance, capelli neri e occhi di corvo, sceso più volte all’inferno, il “colore rosso” che ogni donna vorrebbe poter vedere almeno una volta nella vita (cosa significa? Leggete e capirete), figlio di un magnate della stampa. Il prossimo avrà come protagonista Will Grayson III, nipote del senatore Grayson, l’ultimo dei “Cavalieri”, più volte spezzato dagli affetti più cari. In questa serie il lato oscuro si mischia alla luce bianca del bene… Dimenticatevi della Penelope Douglas ricca di cuori pulsanti, sospiri, lacrime e fiori, qui si fa sul serio. Pronte a fare i conti con tutti i suoi demoni?
Ebbene, se Michael mi aveva catturata e Kai mi aveva elettrizzata, Damon mi ha lasciata del tutto senza fiato. È un personaggio forte, pieno di rabbia e odio, distruttivo, con un passato fatto di cicatrici visibili e non, e la convinzione che qualsiasi tipo di emozione debba essere correlata al dolore. Onore alla Douglas che ne traccia un profilo psicologico talmente intrigante da far sì che tu possa perdonarlo anche quando supera ogni limite, meno onore alla Newton Compton che purtroppo si è lasciata scappare parecchi refusi oltre a una traduzione che in più punti fa storcere il naso (soprattutto per scambi di soggetti e parole mancanti), ma il libro in sé è così coinvolgente da farti andare oltre. Meriterebbe una stella in meno, però Damon da solo ne merita almeno due in più, il gioco è fatto. Perverso, malato, pericoloso, e soprattutto un fine stratega. Splendido nella sua tenebra, eccitante dentro e fuori dal letto. Damon Torrance ti osserva, e poi ti apre il suo mondo e ti trascina con sé, sempre più giù, senza darti possibilità di scelta. Puoi odiarlo quanto vuoi, alla fine lo amerai, perché lui già ama senza esserne cosciente, e la sua preda è Winter. I loro destini si sono incrociati quando erano solo due bambini, poi si sono persi e ritrovati, hanno tracciato la loro storia fatta di bugie, dolore e perdite. E adesso Damon la reclama, ancora una volta. Vuole sbriciolarla come lei ha fatto con lui, toglierle ogni certezza, far crollare il suo piccolo mondo e quello della sua famiglia, già disintegrata ma comunque piena di soldi. Una madre assente, una sorella stronza, un padre, ex sindaco della città, fuggito per non pagare il prezzo della sua avidità e dei suoi errori. Winter ha perso la vista, eppure vede meglio di tutti gli altri, vede oltre. E, ancora inconsapevole, vede Damon. Gli scava dentro, ne percepisce l’anima quando ancora lui non crede di averne una degna di essere salvata. Damon, il predatore, a sua volta preda inconsapevole in una caccia che non fa prigionieri. La loro storia è fuoco alimentato dal vento, un torrente indiavolato che scorre, regala brividi a volte ghiacciati, a volte bollenti. Non manca il sesso spinto, sporco, volgare ma allo stesso tempo passionale, ardente, indimenticabile. Così come la violenza, senza freni, che arriva a ferire e perfino uccidere, in un crescendo che troverà pace solo alla fine. “L’errore che rifarei” è un libro che merita di essere letto e Penelope Douglas è una scrittrice che merita il suo successo. Adesso non mi resta altro che attendere Will, sapendo di ritrovare anche gli altri Cavalieri, ancora una volta, pronti a combattere per ciò che gli appartiene.
Editing a cura di:
1 – Il mio sbaglio più grande – Trama e recensione QUI
2 – Mille ragioni per odiarti – Trama e recensione QUI
3 – L’errore che rifarei
3.5 – Conclave – Inedito in Italia al momento
4 – Nightfall – Inedito in Italia al momento
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