Divisa tra due amori, con il cuore spezzato a metà: ecco come si sente Hanna. Dopo l’incidente che le ha fatto perdere la memoria, sprazzi di ricordi tornano ad affacciarsi alla sua mente confusa. La sua vita, però, è più incasinata che mai: da un lato c’è Max, il ragazzo dei suoi sogni, disposto a tutto pur di riconquistarla; dall’altro c’è Nate, il musicista sexy con una storia turbolenta alle spalle, l’uomo che non vuole legami e non le ha mai fatto promesse, ma che si dichiara follemente innamorato di lei. Hanna deve decidere se perdonare Max e accettare la sua proposta di matrimonio o continuare la relazione con Nate. Ma dubbi insidiosi la tormentano: chi è il padre del bimbo che porta in grembo? Chi si nasconde dietro l’anonimo investitore che l’ha aiutata a realizzare il suo sogno di aprire una pasticceria? E infine: cos’è successo il giorno dell’incidente e cosa – o chi – l’ha provocato? Se vuole afferrare il proprio scampolo di felicità, Hanna deve trovare il coraggio di scavare nel passato, affrontare le proprie paure. Nella seconda puntata della serie Un cuore non basta nulla è come sembra, e, tra rovesciamenti improvvisi e rivelazioni scioccanti, Hanna, Max e Nate si ritrovano prigionieri di un groviglio di emozioni ineluttabile come il destino che li ha fatti incontrare.
Consiglio la lettura di questa recensione solo a chi ha già letto il primo volume della serie.
Per la maggior parte, il secondo libro riprende di pari passo e, in maniera approfondita, ciò che era successo ai nostri tre protagonisti prima dell’incidente di Hanna: la rottura con Max, l’incontro con Nate, la proposta di matrimonio dell’ex in cerca di redenzione. Se nel primo volume questa parte veniva alla luce poco a poco, grazie ai pochi ricordi confusi che Hanna era riuscita a recuperare, e ai confronti verbali coi due uomini, ora l’intera vicenda viene mostrata da tutti e tre i punti di vista, mediante pov alternati di Hanna, Nate e Max. La sensazione generale è che l’autrice abbia voluto giustificare errori e scelte di ognuno di loro, e tratteggiarli con una benevolenza forse eccessiva. Lei è un angelo, amata e desiderata profondamente da entrambi gli uomini, ma non crede in sé e, dunque, fa fatica a credere all’uno o all’altro. Max è un bravo ragazzo dolce e generoso, vittima delle circostanze. Nate è stato folgorato fin dal primo incontro dalla dolcezza di Hanna, ma non può prometterle nulla perché ha delle priorità da rispettare, cui il suo passato impone di dare la precedenza.
“Le sto lasciando il segno. Voglio che il suo cosiddetto ex veda che sono passato di qui? O voglio soltanto che si ricordi di me quando lo vedrà? Non c’è bisogno di capire perché lo sto facendo. Lo sto facendo e basta, la sto marchiando. Perché sapere che non posso averla non significa che non vorrei fosse mia.”
Un quadretto che gronda miele, forse troppo per i miei gusti personali, ma ben sviluppato. Nei tre mesi che precedono l’amnesia, vengono esposte la vita e la psicologia di tutti e tre. Hanna, in particolare, vive la relazione con Nate ben sapendo che sia a termine: se da un lato sa di non poter chiedere di più, dall’altro questo la fa sentire libera di viverla in maniera intensa, senza i tabù che avevano contraddistinto il legame con Max. Continua ad amare Max, sebbene non riesca a perdonarlo, e spesso emergono in lei sensi di colpa nei suoi confronti, malgrado la rottura del fidanzamento. Nello stesso tempo comprende di essersi innamorata anche di Nate, del ragazzo che avrebbe dovuto rappresentare solo una forma di rivalsa, e un modo piacevole di leccarsi le ferite nell’attesa di riprendersi dalla batosta ricevuta dal primo. Nel frattempo anche Nate sembra voler rivedere la sua posizione e arriviamo, così, al giorno dell’incidente, sul quale non potrei anticipare nulla neanche volendo perché l’accaduto viene mostrato dal pov di Max, non aggiungendo nulla alla versione che già conoscevamo. Presumo che per sapere la verità bisognerà leggere il terzo e ultimo volume.
Ricapitolando, le parti al passato sono abbondanti e presentano un ritmo lento, rispetto alle modeste parti che si svolgono al presente e mantengono un ritmo veloce adeguato al susseguirsi dei colpi di scena, sui quali non vi anticiperò nulla, neanche sotto tortura.
Il libro, sia per un maggiore approfondimento dei fatti, sia per una migliore caratterizzazione dei personaggi, risulta ai miei occhi più convincente del primo, sebbene meno accattivante nel racconto al passato.
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