Chi l’avrebbe mai detto che fingersi innamorati fosse più facile che fingere di non esserlo?
Stephanie Kendrick ha sacrificato la sua estate per buttarsi anima e corpo nel suo corso di sceneggiatura cinematografica alla NYU. Purtroppo il suo compagno di corso è un ragazzo ricco e viziato. Ma del resto con i suoi piercing, gli occhi truccati di nero e l’abbigliamento goth neanche Stephanie è esattamente il tipo di Ethan Price. Probabilmente corre dietro a qualche biondina con le gambe lunghe e un fondo fiduciario.
Mentre negli Hamptons inizia la stagione estiva, Ethan cerca disperatamente di far dimenticare a sua madre l’altolocata ragazza che gli ha spezzato il cuore. È un po’ azzardato pensare a Stephanie come diversivo, ma con il giusto restyling e un maglioncino color pastello potrebbe andare. A lei l’idea di recitare la parte della fidanzatina Barbie di Ethan non fa impazzire, ma l’alloggio gratuito e il lusso sono una bella tentazione. E anche la promessa di una sceneggiatura praticamente già scritta ispirata alla loro messa in scena.
Ma quando Stephanie entra nel mondo privilegiato di Ethan, la sceneggiata inizia a diventare reale. I baci e le carezze inscenati per prendere in giro il popolo degli Hamptons finiscono per coglierli di sorpresa. E Stephanie si trova davanti a un dubbio a cui ha molta paura di rispondere: Ethan si sta innamorando della vera Stephanie o della principessina che vuole vedere?
Se avete iniziato questo libro credendo, dalla trama e dai primi capitoli, di andare incontro a una storia semplice, leggera e divertente, vi sbagliate di grosso. Questo errore l’ho commesso anche io, perché non ero pronta a ritrovare nella storia determinati problemi, da parte di entrambi i protagonisti, che verranno rivelati man mano. Sono rimasta stupita, sia in negativo che in positivo.
Innanzitutto questo primo libro della serie Redemption viene indicato come una novella, nonostante non sia poi così breve. Purtroppo – forse per renderlo meno corposo di un romanzo standard – ci sono dei piccoli salti temporali che non mi hanno convinto del tutto; alcune scene infatti, se raccontate per bene, avrebbero potuto solo dare un valore in più al libro e, invece, spesso, queste vengono bloccate improvvisamente, per poi essere riprese in modo sbrigativo nel capitolo dopo. Va bene la storia breve, ma tutto ciò lascia un po’ di amaro in bocca, ed è un vero peccato. A parte tutto questo, però, nel complesso lo stile è scorrevole e molto semplice. Insomma, non è un libro da ignorare né da consigliare caldamente: sta tutto al vostro gusto e a quello che ricercate in una storia.
Partiamo dall’inizio: capiamo subito ciò che sta per accadere e non è per niente difficile immaginare il finale. Certo, la storia è una di quelle che sentiamo spesso, solo che qui abbiamo la piacevole presenza del cinema. I film fanno da padroni, perché la protagonista, Stephanie, frequenta la Tisch University di New York, ed è una studentessa di cinematografia che, durante l’estate, decide di frequentare un corso facoltativo tenuto da uno dei più grandi sceneggiatori di Hollywood. Più che per interesse, lo fa per non tornare a casa, perché è da anni che cerca di evitare la sua famiglia. Non viene detto fin da subito cosa nasconde questa ragazza e per quale motivo è così chiusa e arrabbiata verso il mondo, ma durante la lettura vengono lasciati piccoli indizi che, più o meno, ci fanno capire qualcosa.
Ed ecco che, il primo giorno di lezione, Stephanie inciamperà – letteralmente – in Ethan Price, ricco e bellissimo studente di economia. Anche lui, proprio come la protagonista, vuole evitare la sua famiglia per tutta l’estate, e così decide di iscriversi a questo corso di cinema solo per tenersi occupato e non dover fare l’ennesimo stage nell’azienda di suo padre.
Fin dal loro primo sguardo, i due si giudicano, parlano per stereotipi e fanno di tutta l’erba un fascio. Per Stephanie i ricchi sono snob, vuoti e senza sostanza; per Ethan le persone che si vestono esclusivamente di nero sono da tenere alla larga, perché non possono frequentare i tipi come lui, e se sono studenti di cinema possono essere solo dei nerd colmi di rabbia.
“Questa ragazza non mi conosce. Non può neanche capire che il fascino emerge senza che io ne abbia intenzione, anche quando dentro mi sento tutto tranne che affascinante. Pensa davvero che non guardi alla mia vita […] sentendomi esattamente come lei mi sta accusando di essere? Senza sostanza. Brucia un po’, perché ha ragione. Certe volte mi sembra di non essere altro che un pacchetto di bell’aspetto che la gente riempie con la propria spazzatura. Dai miei genitori, che mi hanno imboccato il futuro in cambio di una discreta paghetta, ai miei amici, che richiedono un leader.”
Entrambi, però, indossano delle maschere. Ma loro conoscono davvero se stessi? Non lo sanno, fino a quando non sono obbligati a frequentarsi a causa di un progetto universitario: devono scrivere una sceneggiatura insieme. Alla fine hanno la brillante idea di prendere come riferimento la storia di Pigmalione che si innamora di una sua statua d’avorio che, per lui, rappresenta la perfezione e il suo ideale femminile. Pigmalione ne è così tanto innamorato da pregare la Dea Afrodite di concedergli la statua come sposa, rendendola umana. E la Dea acconsente, così Pigmalione e la sua amata possono stare davvero insieme.
Rifacendosi a Pigmalione e a storie che ne prendono spunto, come Pretty Woman, Stephanie ed Ethan decidono di ambientare la loro sceneggiatura in un college, perché nessun film con una storia d’amore simile è ambientato in un contesto universitario.
A questo punto, però, realtà e progetto universitario cominciano a fondersi perché Ethan chiede a Stephanie di far finta di essere la sua ragazza, dal momento che vuole evitare la sua ex e soprattutto i suoi genitori che vogliono farli tornare insieme a ogni costo.
Quindi, si ritrovano a mentire e a far finta di essere una coppia e non solo in università perché, proprio come in Pretty Woman, la bella Stephanie arriverà a cambiare modo di vestire e di truccarsi per cimentarsi meglio nella sua finzione. Lei crede di farlo solo perché così ci guadagnerà, ma ben presto la realtà si mostrerà molto più complicata: la recita avrà presto fine e inizieranno a essere coinvolti i sentimenti, perché entrambi perderanno la testa l’uno per l’altro.
“Non voglio vedere al di là dei suoi soldi e delle sue battute perché nelle ultime settimane ho colto scintille di quello che c’è sotto la crosta del ragazzo ricco e non penso di poter gestire più della versione gentile. Ho troppa paura di innamorarmi di quella versione di Ethan Price. Ma neanche voglio che si nasconda a me.”
I protagonisti non potranno fare finta che non ci sia attrazione e gelosia e, senza rendersene conto, non staranno più solo scrivendo una sceneggiatura, ma vivendo una vera e propria storia d’amore. Ma si ameranno per ciò che sembrano essere o per quello che sono davvero? Ovviamente, lo scopriranno dopo aver affrontato tanti problemi e dubbi.
La mia valutazione è di 3 stelline perché ritengo che la storia sia farcita di alcune problematiche che appesantiscono la lettura ed entrano in contrasto con la leggerezza e la simpatia delle prime pagine. Ma, nonostante questo, la trama è carina, anche se spesso avrei voluto dirne quattro a entrambi i protagonisti, troppo convinti di conoscersi bene e troppo chiusi l’uno nei confronti dell’altra per rendersi conto di ciò che fanno e di chi hanno davvero davanti, fino a quando non è troppo tardi, proprio come nei film. Ogni film che si rispetti, però, deve avere un conflitto, così da tenere alta la curiosità, e invece qui, a un certo punto, subentra un po’ di noia, forse proprio per le scene scontate che spesso avrei voluto saltare; tuttavia ho resistito e portato a termine la lettura, perché alla fin fine i protagonisti lo meritano. Mi piacciono i momenti in cui mi hanno fatto sorridere e in cui hanno iniziato a comprendere la loro complicità ed è stato abbastanza interessante vederli maturare e innamorarsi.
Ciò che è davvero di valore in questo libro sono i messaggi che emergono: la capacità di andare oltre gli stereotipi e la propria classe sociale; il rendersi conto che non importa cosa indossiamo, come ci trucchiamo e chi frequentiamo, perché siamo sempre noi stessi e non possiamo fuggire da questa realtà; e, infinte, il fatto che chi ci ama davvero non scapperà solo perché indossiamo qualcosa di diverso dal solito, non ci farà sentire in difetto, ma anzi ci vorrà ancora più bene e ci farà sentire bellissimi e unici.
Voto: 3 su 5
Livello sensualità: 2,5 su 5
Recensione a cura di:
Editing a cura di:
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