Peter Ash è tornato a casa, dopo aver combattuto in Iraq e in Afghanistan. Ma si è portato un souvenir dalla guerra: quello che lui chiama “la stasi bianca”, un terribile senso di claustrofobia dovuto a stress post-traumatico che lo ha costretto a passare un intero anno a vagare nella natura incontaminata, dormendo sotto le stelle. Quando un suo amico dei Marine si suicida, Ash decide di tornare alla civiltà per aiutare la vedova, cercando di fare del suo meglio per rendersi utile. Quello che trova sotto il portico fatiscente della donna, però, non ha nulla a che vedere con ciò che si era immaginato: ad attenderlo, infatti, c’è il cane più grosso, brutto e cattivo che abbia mai visto… E una valigia piena di soldi in contanti ed esplosivo. Non appena Ash comincia a chiedersi il perché di quelle stranezze, scopre di essere al centro di un intrigo che potrebbe portarlo a immergersi nuovamente in un mondo che sperava di essersi lasciato finalmente alle spalle. Per il suo bene.
Peter Ash è un ex-marine, segnato dalla guerra e dal senso di colpa. Quando viene a sapere che il suo secondo, Jimmy, si è suicidato, decide di fare quello che può per sostenere la vedova, aiutandola a ristrutturare la casa.
Ma oltre alla donna, Dinah, e ai suoi figli, Charles e Miles, Peter trova una sorpresa inaspettata: sotto la veranda della casa c’è una valigia piena di soldi e dei panetti di esplosivo.
È davvero possibile che Jimmy fosse diventato un terrorista o un criminale? O c’è qualcos’altro sotto?
In mezzo a intrighi, loschi figuri e misteri seguiamo le vicende di un ex militare che deve combattere contro i suoi demoni. Affetto da una fortissima claustrofobia che gli rende intollerabile stare al chiuso per più di qualche minuto, Peter è profondamente umano. Da un lato, ha visto e vissuto esperienze che pochi possono veramente immaginare, ed è riuscito a rimanerne sufficientemente distaccato da non impazzire del tutto o diventare insensibile; dall’altro, la claustrofobia è talmente grave da rendergli impossibile avere una vita normale. Un protagonista che non è perfetto, con le sue debolezze e suoi dubbi.
«Soffre di attacchi di panico? Incubi, magari? O le serve una pinta di bourbon per dormire la notte?»
«Dormo senza problemi», disse Peter. Era vero, fintanto che aveva un cielo sopra la testa prima di chiudere gli occhi. E poteva sentire il vento tra gli alberi. Maledizione. Continuò a respirare, forse sarebbe diventato più facile.
Intorno a lui gravitano molti personaggi, più o meno oscuri, quasi tutti con un passato non tanto diverso dal suo; e più che mai il lettore, insieme a Peter, capisce che la differenza la fa la moralità, l’onore. Tutti questi ex militari che hanno subito gravi traumi, reagiscono in maniera diversa al reinserimento nella vita civile, rivelando la loro vera intima natura. Giusto e sbagliato si mescolano in situazioni in cui la differenza tra le due cose si fa sempre più sottile.
“Punto di non ritorno” è un buon thriller, in cui i personaggi si stagliano chiaramente nella loro diversità, in cui anche un brutto cane diventa a suo modo importante – insieme ai figli di Dinah – in cui le parole giuste, dette al momento giusto, possono cambiare il destino di una persona. È un romanzo sostenuto da una narrazione veloce, che non diventa confusa; azione, riflessione e ironia, sono componenti che trovano ognuna il giusto spazio.
Oltre ad essere una lotta all’ultimo secondo per fermare l’intrigo che minaccia la sicurezza della città, il romanzo mostra con cruda realisticità le condizioni di alcuni veterani che non sono riusciti a reintegrarsi nella società e la realtà di una finanza senza scrupoli che ha rovinato molte famiglie.
C’è una forte denuncia mescolata alla narrazione: molti dei personaggi, protagonisti o antagonisti, sono ex militari che si sono sentiti abbandonati dallo Stato servito per anni. E la loro sete di “giustizia” li trasforma in mine vaganti.
Questo non trasforma il romanzo in un trattato retorico, ma aggiunge un sapore molto reale – e amaro – a una vicenda ben costruita, capace di tenere alta l’attenzione fino in fondo, con un protagonista che ha sicuramente altre cose da dire in futuro.
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