Stuck-Up Suit
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Era cominciata come qualsiasi altri mattina sul treno.
Fino a quando sono rimasta ipnotizzata dal tipo che sedeva dall’altra parte del corridoio.
Stava impartendo ordini a qualcuno dal suo telefono come se fosse al comando del mondo intero.
Chi pensava di essere questo presuntuoso… Dio?
Veramente, aveva l’aspetto di un Dio. Questo era certo.
Quando è arrivata la sua fermata, si é alzato all’improvviso ed é andato via. Così all’improvviso, che il suo telefono gli é caduto mentre stava scendendo.
L’ho raccolto.
Mi sono messa a guardare le sue foto e ho chiamato alcuni numeri.
Ho tenuto per alcuni giorni il telefono di dell’uomo misterioso… fino a quando non sono riuscita a raccogliere il coraggio per restituirlo.
Quando ho trascinato stancamente il mio fondoschiena attraverso la città, fino alla sua elegante compagnia, ha rifiutato di vedermi.
Allora ho lasciato il cellulare sopra una scrivania vuota, fuori dall’ufficio di quello stronzo arrogante.
Potrei anche aver lasciato una foto sconcia prima di farlo.
Non mi aspettavo che mi mandasse un messaggio in risposta.
Non mi aspettavo che i nostri scambi fossero così incandescenti e sexy.
Non mi aspettavo di innamorarmi di lui… prima ancora che ci incontrassimo.
Non avremmo potuto essere più diversi l’uno dell’altro.
Eppure, sapete cosa si dice riguardo agli opposti.
Quando finalmente ci siamo trovati faccia a faccia, abbiamo scoperto che gli opposti a volte fanno molto di più che attrarsi… ci siamo consumati l’un l’altro.
Niente avrebbe potuto prepararmi per la avventura in cui mi ha trascinato. E io di certo non ero pronta per come é andata a finire quando l’avventura é arrivata al termine.
Tutte le cose belle devono aver fine, vero?
Tranne che la nostra fine è stata proprio quella che non mi ero accorta stesse arrivando.
Tra tutte le dannate cose che poteva scrivermi nel messaggio insieme a quegli scatti del suo corpo, aveva dovuto scegliere quelle parole.
“Vuoi avere una discussione con me?” Graham strattonò la cravatta, allentandola. “Trovo che la cosa mi eccita.”
Entrambi i nostri piatti sembravano più un’opera d’arte quando arrivarono. “Odio doverlo mangiare, è così bello.” “Ho il problema opposto. È così bello e non vedo l’ora di poterlo mangiare.”
“Ti voglio vedere. Ho bisogno di sapere come sei.” Dio, ho bisogno di toccarti.
Era come se fossimo le uniche due persone al mondo, invece di essere all’interno di un ristorante affollato e di lusso.
“Qui è bellissimo. Ma strano,” dissi.
Graham si tolse la giacca e prese posto dal suo lato del tavolo con un braccio appoggiato con fare casuale al di sopra della panca. “Calza a pennello.”
“Stai dicendo che sono strana?”
“Ci metteremmo a discutere al riguardo se dicessi di sì?”
“Probabilmente.”
“Allora, sì.”
Aggrottai le sopracciglia. “Vuoi discutere con me?”
Graham strattonò la cravatta, allentandola. “Trovo che la cosa mi eccita.”
Scoppiai a ridere. “Credo tu abbia bisogno di farti vedere da qualcuno.”
“Dopo questi ultimi giorni, credo potresti avere ragione.”
La cameriera tornò con i nostri drink. Appoggiò un bicchiere cilindrico davanti a lui e un calice di vino di fronte a me.
Graham aveva ordinato un Hendrick e tonic. “Quello é un drink da uomo antico, gin tonic,” dissi mentre sorseggiavo il mio vino.
Fece girare il ghiaccio all’interno del bicchiere, poi lo portò alle labbra guardandomi da sopra il bordo prima di bere.
“Ricordati cosa provochi battibeccando con me. Dovresti dare un’occhiata sotto al tavolo.”
Spalancai gli occhi. “Non lo sei.”
Fece un ghigno sollevando un sopracciglio. “Vai avanti. Metti la testa sotto. So che in ogni caso stai morendo dalla voglia di dare una sbirciata.”
Dopo che entrambi finimmo i nostri drink e parte dei miei nervi cominciarono a calmarsi, finalmente iniziammo la nostra prima vera conversazione. Una che non era riguardo a sesso o piercing alla lingua.
“Allora quante ore lavori al giorno in quel tuo grande ufficio elegante?”
“Ci vado di solito entro le otto e cerco di uscire per le venti.”
“Dodici ore al giorno? Questo fa sessanta ore la settimana.”
“Senza contare i weekend.”
“Lavori anche i weekend?”
“Il sabato.”
“Così il tuo unico giorno di riposo è la domenica?”
“Veramente a volte lavoro anche la domenica sera.”
“È da pazzi. Quando trovi il tempo di divertirti?”
“Mi piace lavorare.”
Lo canzonai. “Non sembrava in quel modo quando sono venuta l’altro giorno. Tutti sembravano aver paura di te e ti sei rifiutato di aprire la porta.”
“Ero occupato.” Incrociò le braccia sul petto.
Feci lo stesso. “Anch’io. Avevo preso due treni per consegnare di persona quel cellulare, lo sai. E non hai avuto nemmeno la decenza di venire fuori e dire un grazie.”
“Non sapevo cosa c’era dietro alla porta che mi stava aspettando, o sarei venuto fuori.”
“Una persona. Una persona era al di lá della porta. Una che era venuta apposta per te. Se fossi stata una donna sposata sessantenne con i capelli blu, saresti dovuto venire fuori e ringraziarmi.”
Sospirò. “Sono un uomo occupato, Soraya.”
“Eppure eccoti qui durante una serata del weekend appena alle sette. Non dovresti essere al lavoro fino alle otto se sei così occupato?”
“Faccio delle eccezioni quando il caso lo richiede.”
“É veramente un grosso gesto da parte tua.”
Inarcò un sopracciglio. “Vuoi vedere quanto dando un’occhiata sotto il tavolo, vero?”
Traduzione trama, citazioni ed estratto a cura di NoOne dal romanzo originale.
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