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Flavio ha tutto: una famiglia amorevole, una vita agiata e una carriera universitaria ben avviata che lo porterà a un impiego sicuro. In realtà la sua esistenza scorre tra le sbarre di una gabbia costruita dall’amore soffocante di sua madre, che lo tiene imprigionato nella piccola realtà veneta con una compagnia di amici in cui non si rispecchia.
Charles si è sempre accontentato, nella vita senza radici che gli ha presentato da sempre sua madre, ma non ha mai abbandonato ottimismo e forza d’animo. Rimasto solo al mondo e senza un soldo, è costretto a prostituirsi.
Il loro incontro avviene per caso, quando Flavio rimane colpito dalla presenza di Charles sul marciapiede, al punto da cercare un contatto. Un incontro destinato a trasformarsi in qualcosa di profondo, tanto da azzerare ogni sicurezza del figlio di buona famiglia, prima fra tutti la sua identità sessuale.
Ma la madre premurosa e ossessiva risveglia tutte le sue insicurezze, minando le basi di quel rapporto fino ad allontanarlo, forse per sempre, dal ragazzo che aveva capito di amare.
Ho voluto leggere questo romanzo perché fortemente attratta dalla sinossi; quando si parla di prostituzione, il libro in questione deve essere mio. Quando si parla di conflitti familiari, in particolar modo con la propria madre, il romanzo in questione diviene una mia priorità.
Il tema della prostituzione è pressoché accennato, a parte qualche battuta meschina utilizzata da Flavio, il ragazzo di buona famiglia, per colpire Charles, lo sciagurato di turno. Sapevo benissimo di andare incontro a un romance, ma mi aspettavo quantomeno che l’argomento venisse approfondito, analizzato o, non lo so, che si argomentassero maggiormente le ragioni che hanno portato Charles a intraprendere una vita così “difficile”. Il tutto è trattato in modo molto superficiale, il che è una scelta comprensibile e, forse, da qualche punto di vista, condivisibile; non per me però, perché ritengo che, se nelle poche righe della sinossi il tema viene toccato due volte, mi aspetto di conseguenza, che esso venga trattato in modo ampio.
L’altro chiodo fisso che ho, sono i rapporti difficili con i genitori, anche in questo caso però, seppur in modo meno superficiale, l’argomento non è stato sviluppato. Flavio, il giovane con la madre troppo premurosa, non ha un buon rapporto con entrambi i genitori, e ogni volta che la situazione richiede una presa di posizione, lui semplicemente scappa, oppure lascia che gli eventi o le persone prendano la decisione per lui. Esattamente come nel caso esposto prima, mi aspettavo una lotta per imporre la propria identità, per difendere ciò che ama, per rendere libero se stesso. Non ho percepito il fuoco che alberga nel cuore di un giovane che non tollera le imposizioni dettate dai genitori, l’ardore e il trasporto di chi capisce che, per riprendersi qualcosa che si sta perdendo, è necessario combattere finché si ha fiato in corpo.
Come avete capito non provo simpatia per questo personaggio, all’inizio, nel giro di 48 ore, parla di amore e convivenza, vita insieme e poi, in modo repentino, vi è un cambiamento radicale. Se in parte la spiegazione la ritroviamo nelle due o tre frasi poco carine dette da sua madre, ciò a mio avviso non basta a chiarire il motivo di tale capovolgimento emotivo. Accade tutto troppo velocemente, ho avuto la sensazione di aver perso pezzi di libro: più volte sono tornata a rileggere qualche riga per comprendere meglio la situazione, ma ahimè non ho capito molto di più di quello che avevo compreso in prima battuta.
Comunque, le parole colme di affetto diventano sentenze avvelenate, l’affetto diviene rancore.
«Tipo che incontrare te è stata la cosa peggiore che potesse capitarmi?» ringhiò. «Che tu, con quegli occhioni da cucciolo bisognoso, mi hai spinto verso scelte azzardate, che mai avrei dovuto prendere in considerazione? Devo continuare, eh, Charles? Devo andare avanti con la sfilza di cazzate che ho fatto per colpa tua?»
«Cazzate?»
Faceva male sentir denigrare ciò che c’era stato fra loro. Si era illuso che il loro amore potesse durare per sempre, ma aveva anche preso in considerazione l’eventualità di una rottura. Eppure, mai avrebbe recriminato i gesti e le scelte fatte. Sarebbero stati comunque pezzi salienti della vita, da conservare in fondo al cuore.
«Sì,» bofonchiò, un po’ meno alterato. «Cose assurde.»
Charles invece è un personaggio che ha carattere da vendere. Ovviamente ciò è dettato dal suo passato, ma questo giustifica solo in parte la forza d’animo che si percepisce leggendo i paragrafi che lo riguardano. Sarà che mi sta antipatico, ma Flavio non mi ha trasmesso alcuna emozione, mentre Charles sì. Un ragazzino tutto pepe, brillante, che lotta non per difendere il suo amore, ma per se stesso, perché per essere felici con il nostro compagno o la nostra compagna, dobbiamo esserlo prima noi e solo così, attraverso una sorta di proprietà transitiva, possiamo realizzare la felicità di coppia.
«Zitto. Devi ancora convincermi.»
«Di cosa?»
«Che valga la pena morire di fame per stare con te!»
Non ho molto altro da aggiungere, il libro, a mio avviso, è intermittente: alcuni passaggi sono importanti ai fini della trama, altri invece ho avuto la sensazione che fossero finalizzati solo a raggiungere un determinato numero di pagine.
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