In un futuro non molto lontano il mondo così come lo conosciamo non esisterà più. Le malattie saranno debellate; la morte, il dolore e la sofferenza non faranno più parte della vita. Non ci sarà spazio per l’inquinamento che soffoca i mari, l’aria e la terra. Tutto sarà pace, fratellanza e unione. Nessun crimine violento, nessuna disputa.
Nella perfezione di questo nuovo mondo, tuttavia, un gruppo di ribelli denominato «Nectunia» combatte la sua guerra silenziosa, consapevole che tanta eccellenza cela un’amara verità. Quale prezzo paga in segreto l’umanità al Nuovo Ordine? In che modo dieci uomini e una donna, la «Grande Madre», scandiscono vite, pensieri e passioni di milioni di persone? In questa perfezione prestabilita e manovrata, potrà l’amore, quello vero e libero, disfare le trama di potere del Nuovo Ordine e ridare speranza all’umanità intera?
Il silenzio è fondamentale, per una vita serena.
Bello.
Nectunia è una distopia YA. Una distopia che inizia ricordando con il concetto di “raccolta” le atmosfere inquietanti di Hunger Games e, con la città ribelle celata nelle profondità marine, Zion di Matrix. Ma questa non è una critica. Non vuole esserlo. Ho trovato rassicurante questa somiglianza, che finisce assolutamente qui.
La “raccolta” infatti non è per un gioco al massacro, ma una selezione di ragazzi scelti per entrare a far parte della grande società di Nexium, ricostruita sulle ceneri di una terra distrutta e pronta a offrire ogni comfort e una vita agiata ai suoi abitanti. Ma c’è un ma…
In questa raccolta conosciamo Eléna, una ragazza limpida, innocente e malleabile come creta nelle mani dei suoi Preparatori, persone che la devono istruire nel suo nuovo ruolo nella società, scelto per lei dalle macchine, dalle sue predisposizioni genetiche. Per lei sceglieranno il futuro professionale ma anche quello sentimentale, selezionando il partner ideale, come hanno selezionato i genitori che l’hanno cresciuta.
Dall’altra parte della barricata abbiamo Amber, il generale di Nectunia, una donna che ha sacrificato tutta se stessa, l’amore soprattutto, per guidare i ribelli nel nome della libertà. È una donna forte e determinata che, pur essendo conosciuta come “Generale di ghiaccio” è spesso vittima delle sue emozioni incontrollate che a volte le fanno prendere decisioni irrazionali.
Sono sola, sempre e comunque sola. Dispersa in un destino che non mi appartiene, in un mondo sommerso nelle gelide acque, lontano dalla vita delle mie coetanee. Consapevole di una verità ignorata dai più, che mi comprime il petto e m’impedisce di respirare l’aria che mi darebbe tutto ciò che una donna alla fine nella sua vita desidera: un uomo che la guardi con amore e che si prenda cura di lei come di un fiore delicato.
E mentre Eléna si adatta alla vita di Nexium, così perfetta da essere inquietante, e gli indizi che qualcosa di profondamente sbagliato si celi dietro le apparenze immacolate della città si rivelano intorno a lei, Amber lotta per mantenere in vita Nectunia e sogna ancora di poter vedere tutti gli esseri umani sotto lo stesso cielo, liberi di decidere della loro vita.
Leggendo non si può non rabbrividire mentre si legge di Nexium, anche se Eléna non se ne accorge se non in brevi momenti, e non si può non soffrire accanto ad Amber, davanti alle sue scelte e al dolore dato dallo struggente amore che prova per il colonnello Nicholas e che si nega per il bene di Nectunia.
La costruzione del mondo, anche se forse pecca di qualche ingenuità, mi è piaciuta molto. La storia coinvolge: è la battaglia, che diventa comune, di due donne molto diverse ma a loro modo forti e intelligenti, ma è anche un inno alla vita, all’amore (e non solo quello sensuale) e alla libertà di scelta. I personaggi giovani si trasformano e maturano durante la narrazione, scoprendo in tutto e per tutto il loro potenziale, perché è solo attraverso la consapevolezza che si può davvero essere se stessi.
Lo consiglio, anche se mirato a un pubblico giovane; questo romanzo è adatto a un pubblico di qualsiasi età, è scritto con uno stile fresco e scorrevole che però riesce a emozionare e far riflettere, sporcato solo un pochino da qualche refuso di troppo. Si legge tutto d’un fiato e lascia una sensazione di vuoto quando finisce, chiudendosi con un finale aperto alla speranza senza dover per forza spiegare tutto.
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