Il ritrovamento, in un laboratorio, di una sostanza che, secondo le nostre leggi fisiche, non può esistere, porta un gruppo di scienziati a entrare in contatto con una razza misteriosa ed evolutissima che abita in una realtà parallela alla nostra. La scoperta provoca in breve una vera e propria rivoluzione nella scienza. Grazie alla collaborazione tra i due universi i terrestri riescono a impadronirsi di una fonte di energia apparentemente inesauribile. Ma chi sono veramente gli esseri misteriosi che si presentano come portatori di benessere? Se sono veramente degli déi benevoli come mai dall’altra parte iniziano ad arrivare enigmatici segnali di pericolo? Un avvincente mistery cosmico nel quale Asimov, per la prima volta, si cimenta con la rappresentazione di creature extraterrestri.
«Contro la stupidità, neanche gli dèi possono lottare con successo»
“Neanche gli dèi” è strutturato in tre parti nettamente distinte. Pur essendo un romanzo senza dubbio di fantascienza, concede qualcosa di più alla fantasia e, perché no, anche alle emozioni.
In un futuro non troppo lontano, alcuni scienziati, per puro caso, scoprono l’esistenza di un Universo Parallelo, in cui le leggi della fisica sono lievemente diverse.
Grazie all’ingegno delle forme di vita del Para-Universo, viene messa in funzione quella che sembra la soluzione definitiva a tutti i problemi energetici: la pompa elettronica.
Ma forse non è tutto così perfetto come sembra.
Tra invidie, scienziati che si nutrono della loro arroganza, opinione pubblica cieca e sorda e messaggi misteriosi, l’umanità si trova di fronte al dubbio che la pompa sia una reale minaccia per il nostro universo.
«È uno sbaglio» disse «credere che il pubblico voglia proteggere l’ambiente o salvare la sua vita e che sia grato nei confronti degli idealisti che lottano per raggiungere questi scopi. Quel che il pubblico vuole è il proprio comodo individuale.»
Nella seconda parte, diversa dalla prima e diversa anche da come Asimov ci ha abituato, osserviamo la vita quotidiana di Odeen, Dua e Tritt.
Abitanti del para-universo, sono forme di vita completamente differenti da come abbiamo sempre immaginato gli ‘alieni’. In un universo in cui la materia è regolata da leggi fisiche diverse, sono “Morbidi” e in grado di fondersi insieme, in un modo che fisicamente unisce i loro corpi mentre emotivamente può essere paragonato all’attività sessuale.
[…] Perché in realtà siamo fatti, per la maggior parte, di spazio vuoto. Tutte le particelle sono molto lontane una dall’altra, e quelle mie, le tue e quelle di Tritt possono fondersi insieme in quanto ciascuna si sistema negli spazi vuoti tra le altre.
Ed è in questa seconda parte che il romanzo diventa unico.
Dua, Odeen e Tritt tanto diversi quanto bisognosi ognuno degli altri per essere completi, sono uniti in un modo che nessun essere umano può concepire. Ognuno di loro ha una caratteristica mentale diversa: razionale, emotiva, paterna in modo che la “famiglia” costituita dalla Triade sia completa in tutto e per tutto. E, mentre il Razionale Odeen rivela intelligenza e curiosità, Dua rappresenta il lato emotivo, impulsivo ma indispensabile per la buona riuscita della fusione.
Seguiamo il loro processo di maturazione con affetto, in una realtà nella quale la mente è tutto, rimaniamo affascinati dalla delicata sensualità delle loro fusioni, dalla battaglia di Dua per assomigliare a Odeen, uscendo dal cliché di Emotiva sciocca e superficiale.
Odeen fece uno sforzo enorme per non slanciarsi, e lasciò invece che la sua sostanza penetrasse atomo per atomo attraverso Dua entro quella di Tritt; non voleva cedere di colpo all’estasi, ma assaporarla, centellinarla a lungo, restare cosciente fin quando gli era possibile; e finalmente venne meno in uno slancio finale così intenso che fu come un’assordante esplosione avesse riecheggiato e si fosse riverberata all’infinito dentro di lui.
Poi si ritorna nel nostro universo, sulla Luna. Qui c’è ancora qualcuno che vuole capire se la Pompa sia o meno una minaccia e l’ambiente meno rigido della Luna consente a un ricercatore di fare passi avanti.
L’ambiente lunare è un universo a parte: le difficoltà – e i vantaggi – della gravità ridotta e la necessità di vivere sotto la superficie hanno cambiato le regole della società e il lettore percorre i corridori chilometrici accanto ai personaggi con descrizioni vivide e spiegazioni attente ma comprensibili.
Qui la fantascienza pura torna a farla da padrone, ma sempre nella maniera immediata e accessibile di un autore che oltre che scienziato era anche divulgatore. La scienza non è mai spiegata in modo inutilmente complicato ma viene proposta al lettore perfettamente integrata alla narrazione.
La maggior attenzione posta in questo romanzo al lato emotivo e le atmosfere quasi magiche del para-universo, mi hanno sempre fatto pensare che questo libro potrebbe far avvicinare all’autore lettori meno avvezzi al genere fantascientifico, consentendo loro di conoscere uno scrittore che dopo tanti anni riesce ancora a sorprendere con le sue idee e a far riflettere sui possibili futuri. Anche se ha sbagliato alcune previsioni, solleva questioni psicologiche e sociali di grande acutezza, prospettando società future assolutamente verosimili. In più concede qualcosa anche a chi ha bisogno di sognare, perché la visione del Para-Universo è incantevole e indimenticabile.
Adesso, il piccolo sole era basso sull’orizzonte, e aveva quella sfumatura rossastra, segreta, che lei era la sola a vedere. Si estese di lato, ispessendosi invece nella parte addominale e dorsale, per assorbire le ultime tracce di calore. Lo assorbì oziosamente, assaporando il gusto un po’ amaro delle onde lunghe.
Recensione a cura di:
Editing a cura di:
Commenti
Nessun commento ancora.