Sposare uno sconosciuto è la prima cosa da non fare a Las Vegas, ma l’ho fatta lo stesso.
Tutta la serata è stata una mia idea. Sono stata io a suggerire una notte di follie. E invece mi sono svegliata con un anello al dito e Vince Rossi nel letto. Non l’avrei mai detto, ma Vince è completamente diverso da come mi aspettavo, ed è tutto quello di cui avevo bisogno. Mi sono ritrovata a innamorarmi perdutamente del mio marito accidentale, e l’idea di sciogliere il vincolo è l’ultima cosa che voglio. Voglio che sia per sempre. Che importa se ci conosciamo appena? Statisticamente parlando, abbiamo le stesse probabilità di successo di chiunque altro. Almeno finché i documenti per l’annullamento non hanno bussato alla mia porta.
Payton Tanner è follia pura. No, no… Payton Rossi è follia pura. Perché dopo la notte di cui ha un ricordo vago, per colpa di qualche tequila di troppo, si sveglia in un letto con accanto un uomo, tale Vince Rossi, e una fede al dito.
Sposati. Ufficialmente marito e moglie secondo lo Stato del Nevada.
Una organizzatrice di eventi e un avvocato, agli antipodi. Impulsiva lei, razionale lui.
Benvenuti a Las Vegas, gente, la città della perdizione, il grande casinò del mondo, il luogo dove ogni desiderio sembra possa diventare realtà, almeno per una notte. E, per Peyton, accalappiare Vince è il grande desiderio divenuto realtà.
Peyton mette gli occhi su Vince quando ancora non ne conosce il nome né tanto meno la professione. Un colpo di fulmine in piena regola.
«Chi è quello?». Mi avvicino alla ringhiera del balcone così posso osservare meglio il mio potenziale futuro marito. «Quel tizio stupendo che parla con Canon. Lo conosci? Lavora qui?»
«Non ne ho idea».
«Dobbiamo scoprirlo perché potrei sposarlo e dare alla luce i suoi bambini».
«Davvero?», domanda Mark, e il suo tono indica che non mi sta prendendo sul serio.
«Sì davvero. Potrebbe succedere. Sembra proprio il mio tipo. Alto, moro, bello e dotato».
«Uhm», di nuovo quel tono.
«Che c’è? Non credi che io possa essere il suo tipo?»
«Non pensavo che tu fossi il tipo, punto».
Esatto, Peyton non è tipo da matrimoni, cerimonie pompose etc. etc. Li organizza, vero, ma solo a pronunciare quella parola le compare una tremenda orticaria. Di motivi per pensarlo ne ha e chi la conosce lo sa. Eppure con Vince… con lui si sente bene. Il tempo passato insieme è il migliore di sempre, ma l’ombra di una pesante scelta si frappone tra loro rischiando di rovinare tutto.
Cosa farà Peyton? Lotterà per la felicità o accetterà il destino?
A voi scoprirlo.
Mi sposo a Las Vegas è la classica lettura passatempo. Niente di troppo complesso, racchiuso in circa duecento pagine intrise di umorismo, sesso e sentimenti.
Peyton si fa apprezzare per la spigliatezza, la sincerità e la bontà d’animo. È un fiume in piena, quando parte non sai mai dove andrà a parare e fa sorridere il suo modo di vedere le cose. Troverete, però, anche una donna fragile e sensibile ed estremamente intelligente.
Vince è un enigma. Taciturno, preciso, attento osservatore. Non c’è modo di anticipare le sue mosse e ne capirete il motivo verso la fine.
Vederli insieme emoziona e fa sognare. Ma fa anche storcere il naso per la velocità con cui tutto accade.
Mi aspettavo di più da questa autrice, ma non voglio neanche bocciare una lettura che, seppur in modo tiepido, mi ha appassionato. Ho dovuto attendere ben oltre la metà per veder comparire la scintilla, ma la parte restante ha saputo farmi cambiare idea. E vi dirò: quasi quasi volevo rubare Vince alla protagonista!
Secondo volume della serie Vegas Billionaires, questo romanzo è per me un gradino superiore al precedente. Non avevo letto Good Girl e incuriosita l’ho recuperato prima di scrivere questa recensione. Purtroppo sapevo cosa aspettarmi e non so se definire questa cosa una colpa.
I volumi sono autoconclusivi, ma con personaggi presenti già dal primo testo, quindi, se non avete letto la storia precedente, ve la ritroverete svelata a grandi linee qui. La storia di Peyton e Vince viaggia di pari passo a quella di Lydia e Rhys. Le due donne sono migliori amiche e coinquiline e le scene esilaranti le vedono protagoniste in entrambi i volumi. Chi non vorrebbe un’amica come Peyton che ti ricopre di distintivi Girl Trooper per ogni successo ottenuto?
Comunque, a differenza di Good Girl che è a doppio pov, Mi sposo a Las Vegas vede la presenza del solo pov femminile e l’incursione del personaggio maschile solo nell’epilogo. La mancanza si è sentita tantissimo, avrei voluto conoscere la mente di Vince, mano a mano, e non scoprire tutto alla fine, ma comprendo la strategia dell’autrice. Scelta che, dopo aver recuperato il precedente volume, ha assunto più significato e messo l’ultimo pezzo del puzzle che mancava al suo posto, per completare l’immagine che nella mia mente si era delineata.
Non posso raccontarvi altro, inoltre ho sorvolato su tanti dettagli per non svelarvi troppo, quindi… or dunque…
Vi consiglio la lettura?
Certo: fa bene per staccare la spina e passare un paio d’ore in assoluto relax con il sorriso sulle labbra.
“… i giorni migliori della tua vita non sono mai pianificati. I giorni migliori accadono sempre quando meno te lo aspetti.”
Buona lettura, Feelers!
Recensione a cura di:
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