Jazz Bashara è una criminale. O qualcosa di molto simile. La vita su Artemis – la prima città costruita sulla Luna – può essere davvero difficile a meno di non essere molto ricchi. Ma Jazz non ha un sostanzioso conto in banca e si deve barcamenare tra piccole truffe e affari di contrabbando, visto che con il suo stipendio ufficiale riesce a malapena a pagare l’affitto. Per di più, ha dei progetti ambiziosi e per realizzarli le serve del denaro. Un bel po’ di denaro. Così, quando le si presenta l’opportunità di mettere a segno un grosso colpo che le consentirebbe di sistemarsi una volta per tutte, Jazz, nonostante gli evidenti rischi, decide di non tirarsi indietro. La ricompensa è una cifra da capogiro, ma l’impresa si rivela più pericolosa del previsto e lei si ritrova invischiata in una spirale di intrighi e cospirazioni letali. E a quel punto la sua unica possibilità di salvezza sarà rischiare il tutto per tutto, ben sapendo che in gioco non ci sono solo i suoi sogni di riscatto, ma il destino stesso di Artemis…
Dopo L’Uomo di Marte (o The Martian che dir si voglia) Andy Weir torna con un romanzo di fantascienza avventurosa e ironica.
In questo caso la protagonista è Jasmine Bashara, detta Jazz, esperta nell’arte di arrangiarsi: con un lavoro ufficiale da corriere, guadagna la maggior parte dei suoi slug (la moneta di Artemis) attraverso il contrabbando dalla Terra di prodotti proibiti. Ma Jazz è molto più che una semplice contrabbandiera…
Una cosa che avevo imparato da mio padre: sii affidabile. Anche se lui, a differenza mia, lavorava alla luce del sole, il principio era comunque valido. Le persone preferiscono fare affari con un criminale affidabile, piuttosto che con un uomo d’affari disonesto.
Il suo desiderio di svincolarsi da una situazione sulla soglia dell’indigenza, la spinge ad accettare un lavoro particolarmente difficile e pericoloso. Quello che non sa è che si infilerà in una vera e propria guerra.
Frizzante e ironico, come l’autore ci ha abituato con il suo primo libro, Artemis è un’avventura thriller in ambientazione fantascientifica più che un romanzo di fantascienza in senso stretto, anche se la città lunare è quasi protagonista essa stessa del romanzo perché le sue particolarità – soprattutto la mancanza di atmosfera e gravità – influenzano considerevolmente le scelte e le azioni di Jazz.
Gli eventi si susseguono con un crescendo di velocità ed emozioni, mentre Jazz dimostra di essere un genio, ma allo stesso tempo una colossale combina-guai.
È senza dubbio simpatica con la sua autoironia, il linguaggio colorito, l’istinto ribelle che contrasta la celata ricerca di normalità e tranquillità.
I personaggi sono ben definiti, anche se forse non particolarmente approfonditi, e l’azione è un turbine di problemi e soluzioni, in maniera simile, anche se meno meccanica, de L’uomo di Marte.
In sintesi un libro divertente, leggero e ironico ma non indimenticabile, forse perché avendo letto il romanzo precedente si sa già un po’ cosa aspettarsi.
Vorrei fare un’annotazione sulla traduzione: difficilmente mi accorgo di errori di traduzione, non leggendo in inglese e non conoscendolo bene, ma questo mi è saltato all’occhio.
In tutto il testo il termine silicon viene tradotto come silicone. Silicon è silicio non silicone.
Ho dato il beneficio del dubbio per una spiegazione che poteva essere fantascientifica, ma nel proseguire della lettura è ripetuto molte volte e in contesti che mi hanno convinto a fare una verifica. E infatti…
Testo originale:
We’ve got plenty of silicon on the moon, so glass is locally made.
Traduzione italiana:
Abbiamo tantissimo silicone sulla luna, perciò il vetro lo fabbrichiamo da noi.
Per quanto la ritenga una leggerezza piuttosto grave, non ha influito sul mio giudizio finale.
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