Kell è uno degli ultimi maghi della specie degli Antari ed è capace di viaggiare tra universi paralleli e diverse versioni della stessa città: Londra. Ci sono la Rossa, la Bianca, la Grigia e la Nera, nelle quali accadono cose diverse in epoche differenti. Kell è cresciuto ad Arnes, nella Londra Rossa, e ufficialmente è un ambasciatore al servizio dell’Impero Maresh, in viaggio alla corte di Giorgio III nella Londra Grigia, la più noiosa delle versioni di Londra, quella priva di magia. Ma Kell in verità è un fuorilegge: aiuta illegalmente le persone a vedere piccoli scorci di realtà ai quali, solo con le proprie forze, non avrebbero mai accesso. Si tratta di un hobby molto rischioso, però, e Kell comincia a rendersene conto. Dopo un’operazione di trasporto illegale andata storta, Kell fugge nella Londra Grigia e si imbatte in Delilah, una strana ragazza che prima lo deruba, poi lo salva da un nemico mortale, e infine lo convince a seguirla in una nuova avventura. Ma la magia è un gioco pericoloso e se vuoi continuare a giocare prima di tutto devi imparare a sopravvivere…
La maggior parte dei Fanatici sapeva che il loro mondo aveva poco potere, ma molti credevano che possedere un pezzo proveniente da un altro mondo li avrebbe messi in condizione di sfruttarne la magia. E c’era stato un tempo in cui avrebbero avuto ragione. Un tempo in cui le porte alle sorgenti restavano aperte, il potere fluiva fra i mondi e chiunque con un po’ di magia nelle vene e un pegno proveniente da un altro mondo non solo avrebbe potuto sfruttare quel potere, ma anche muoversi, passando da una Londra all’altra. Ma quel tempo era finito. Le porte erano andate.
Immaginate di poter viaggiare tra gli universi paralleli. Immaginate di attraversare una porta e di trovarvi in una versione diversa della vostra città. Questo è quello che fa Kell, uno dei pochi maghi del sangue ancora esistenti. Kell viaggia tra le varie Londra e le percorre a volte come messaggero al servizio della Corona, altre volte come appassionato collezionista di manufatti delle varie realtà.
Kell scosse la testa così che i capelli color rame lasciassero scoperti gli occhi, rivelando non solo l’azzurro freddo del sinistro, ma anche il duro nero del destro. Un nero che correva da un angolo all’altro, riempiendo sia il bianco che l’iride. Non c’era nulla di umano in quell’occhio. Era pura magia. Il marchio di un mago del sangue. Di un Antari.
Nonostante la separazione degli universi e il fatto che solo gli Antari riescano a muoversi tra uno e l’altro, le relazioni tra le corone delle diverse Londra non sono così semplici. E ben presto l’attività illegale ma innocua di Kell diventa fonte di pericolo.
In una disavventura conosce Lila, una ladra della Londra Grigia, una ragazza misteriosa dagli atteggiamenti contrastanti, che prima lo deruba poi lo aiuta diventando un alleato fondamentale.
«Ma cosa sei?», le chiese, stupefatto. Lila si limitò a scrollare le spalle. «Testarda».
Quando conosciamo Kell, conosciamo anche la magia. La descrizione della magia, il rapporto che ha il giovane con il suo potere mi ha colpito positivamente. Ho seguito le spiegazioni come un assetato a una fonte di acqua limpida. L’autrice coinvolge nei pensieri di Kell mentre attraverso la sua magia lo conosciamo più a fondo.
In fondo era un Antari. E un Antari poteva parlare al sangue. Alla vita. Alla magia stessa. Il primo e l’ultimo elemento, quello che viveva in tutti e non apparteneva a nessuno. Riusciva a sentire la magia fremere contro il suo palmo, il muro in mattoni scaldarsi e raffreddarsi insieme a esso, ed esitò, aspettando di vedere se avrebbe risposto senza essere stata interrogata. Ma essa si trattenne, in attesa che lui desse voce al suo ordine. La magia elementare poteva parlare qualsiasi lingua, ma la magia Antari – la vera magia, la magia del sangue – ne parlava una e una soltanto.
Tradizionale e innovativo allo stesso tempo, il concetto di magia permea ogni scelta e azione di Kell, anche solo nel suo abbigliamento: il suo cappotto che rivoltato in un modo o in due o in tre assume un aspetto del tutto diverso.
Spesso si ritrovava a parlare con la magia. Non impartiva ordini, semplicemente ci conversava. La magia era una cosa viva – lo sapevano tutti – ma per Kell rappresentava qualcosa di più, era come un’amica, come la famiglia.
A fianco dei due protagonisti, però, nel romanzo c’è un altro protagonista insolito: Londra.
Londra nelle sue versioni, la Londra Rossa di Kell carica di vita e magia, la Londra Grigia di Lila, senza magia, la Londra Bianca, ormai morente, assetata di potere e di vita e la perduta Londra Nera, divorata dall’oscurità.
Londra è essa stessa un personaggio. Influisce sulle azioni dei protagonisti e viene percepita dal lettore come una presenza che non si limita a una collocazione spaziale, ha una sua anima. Ogni passaggio tra una versione e un’altra è un cambio di luci e di profumi, le persone che le abitano sono mosse da emozioni diverse, tutto reso vero e reale da piccoli tocchi descrittivi che ci ricordano sempre la natura delle varie città.
Quando Kell e Lila vengono a contatto con un oggetto della Londra Nera, gli equilibri crollano. Fonte di un potere corrotto ma irresistibile, trascina Kell e Lila in un’avventura contro il potere dell’oscurità, contro un nemico incorporeo ma anche nemici mortali e li mette di fronte a scelte difficili e sofferte.
A quel punto il romanzo cambia ritmo. Dopo una prima parte che può essere percepita lenta ma che, a mio parere, dà al romanzo il suo sapore particolare, l’avventura prende velocità, tra intrighi, combattimenti, incantesimi in una corsa contro il tempo e contro l’oscurità, che potrebbe corrompere anche lo stesso Kell in un crescendo che porta rapidamente il lettore al finale.
Kell e Lila sono ottimi personaggi carichi di contrasti, passioni e desideri. Maturano nel corso della narrazione, trovano uno nell’altra un alleato e un amico. La più giovane Lila è per certi aspetti più matura di Kell, essendo cresciuta da sola nei bassifondi, coraggiosa e indurita dalla vita non ha perso la capacità di sognare.
Kell pur potente, dimostra spesso la sua giovane età nelle emozioni, nel bisogno di sentirsi accettato, che il suo essere diverso rende difficile. Kell è venerato, temuto, ma forse non amato come lui desidererebbe.
«Hai una casa», sbottò. «Hai delle persone che si preoccupano per te e di te. Potrai non avere tutto quello che vuoi, ma scommetto che hai tutto quello di cui potresti mai avere bisogno, e hai l’audacia di rinunciare a tutto questo perché non è amore». «Io…». «L’amore non ti impedisce di morire di freddo, Kell», continuò, «o di fame, o di essere accoltellato per le monete che abbiamo in tasca. L’amore non compra nulla, quindi sii felice di quello che hai e delle persone che hai, perché potrai anche desiderare di avere altro, ma non hai bisogno di niente».
La scrittura è fluida e scorrevole anche se forse può risultare a tratti ingenua, per esempio per l’uso frequente di doppi aggettivi, e un lettore che voglia entrare subito nel vivo dell’azione potrebbe trovare, come già accennato, i primi capitoli un po’ lenti e troppo carichi di spiegazioni.
Dall’altra parte, però, ho trovato l’ambientazione affascinante, non ho letto pochi fantasy nella mia vita e nonostante tutto ho trovato in questo romanzo spunti originali e piacevoli che non sarebbero emersi così bene velocizzando la narrazione.
Mi sento di consigliarlo con l’unica avvertenza che le lettrici più romantiche potrebbero rimanere deluse, invece chi cerca un bel fantasy fresco e coinvolgente non rimarrà deluso.
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