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Tra l’improvvisa ma sospetta generosità del padre e l’incauta promessa fatta a Christine di aiutarla a organizzare il suo matrimonio, Percival Endicott Whyborne ha abbastanza di cui preoccuparsi. Ma quando la donazione di un codice misterioso al museo Ladysmith attira l’attenzione di un culto omicida, Whyborne si trova a dover fare una corsa contro il tempo per decifrarne subito i segreti.
Anche Griffin ha un caso: la scomparsa di una mappa storica, che conduce rapidamente a vari omicidi. Qualcuno compie sacrifici umani durante rituali oscuri, e tutti gli indizi conducono proprio al museo.
Con gli amici Christine e Iskander, Whyborne e Griffin devono scoprire il vero scopo del culto prima che sia troppo tardi. Forze oscure sono all’opera proprio nel cuore del museo, e vogliono qualcosa di più del codice di Whyborne.
Vogliono la sua vita.
C’era qualcosa di sbagliato in lui. Qualcosa di terribilmente, orrendamente, sbagliato.
Mi rendo conto che sto diventando noiosa, ma mi sorprendo sempre di come una serie così lunga non cali mai di qualità e offra sempre nuovi spunti. Siamo al settimo volume e il percorso dei personaggi non è ancora arrivato al termine. Il percorso non è improvvisato, i libri, pur raccontando vicende che si concludono, sono strettamente collegati in un crescendo. Un crescendo che ha portato Whyborne alla scoperta completa delle sue capacità e della sua origine e che nel frattempo ha cambiato molto anche Griffin.
Niente è lasciato all’improvvisazione e la struttura simmetrica dei romanzi, che ho già fatto notare nelle precedenti recensioni, non toglie niente al piacere di leggere, perché è solo la griglia in cui poi svolte sempre inaspettate vengono sistemate.
Il libro precedente ha quasi equilibrato il rapporto di importanza per Widdershins di Whyborne e Griffin, rendendoli entrambi parte di un qualcosa che ancora non sanno completamente cosa sia.
Stavolta devono affrontare orrende uccisioni che si susseguono in tempi brevissimi e che preparano un orrendo rito che potrebbe causare…
Il loro tempo in questo caso è particolarmente stretto, ma nonostante la narrazione scorra veloce, troviamo il tempo di sorridere per certe situazioni, come il sacro terrore che Whyborne ha della nuova auto di Griffin. Una piccola chicca comica che dà alla storia e ai personaggi quel tocco di familiarità che conquista subito.
Perché la Hawk è così, ti accoglie a Widdershins come se anche tu lettore ne facessi parte, te l’ha fatta scoprire a poco a poco a fianco di protagonisti e coprotagonisti che non si può non amare, ci ha infilato un tantino di peperoncino nelle citazioni di Lovecraft, e ha amalgamato il tutto con amore, comprensione, onestà e ironia.
Anche qui, infatti, il legame tra Ival e Griffin è fondamentale per risolvere la situazione che fa la differenza, mentre riemergono vecchi dubbi riguardo la famiglia di Ival, nella difficile situazione di capire se i segni di miglioramento nel rapporto con il padre siano o meno sinceri.
Amavo la sua mente sempre attiva, ma amavo anche come riuscisse a fermarla, a cancellare ogni pensiero e sostituirlo con la sensazione pura.
Viene forse concesso meno spazio alla relazione, ormai consolidata, dei protagonisti, ma ci viene offerta una scena erotica potentissima e sorprendente che… ripaga di tutto.
Si alzò in piedi; la sedia cadde all’indietro ma nessuno lo notò. Lo vedevo bruciare nella mia visione ombra, i suoi occhi fiammeggiavano di blu e le cicatrici erano un ricamo infuocato. Respirava in brevi singulti affannosi, con le labbra socchiuse e la rigida linea del suo membro premuta contro i calzoni. Mi inchiodò con lo sguardo, rovente e imperioso, e io potei solo ubbidire.
Un libro che incanta all’inizio e che fa saltare sulla sedia nell’ultima parte, facendo davvero temere e che lascia la curiosità di capire cosa ancora debba succedere; un libro in cui azione e sensazioni sono sempre equilibrate, con i personaggi che seppur diversi sono ugualmente importanti, con legami tra protagonisti e coprotagonisti sempre più stretti che non hanno bisogno di essere rispiegati ma si percepiscono a ogni scena e a ogni dialogo.
Una serie da leggere, l’ho già detto?
Recensione a cura di:
Editing:
Qui le recensioni dei romanzi precedenti.
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