La serie Made Marian incontra la serie The Protectors!
Reese
Doveva essere un incarico semplice, quello che ti affidano dopo che sei stato via per un po’ e il tuo capo vuole testare le tue capacità. Ma poi saltano fuori un’aggressione, un rapimento, due criminali e un ricatto. E una bellissima anima smarrita, che ha bisogno di me. Il giovane e spaventato maniaco dei videogiochi scatena tutti i miei istinti protettivi e risveglia in me qualcosa che è pronta a buttarsi e farlo suo.
Ben
È tutta la vita che bado a me stesso. Diamine, sono addirittura stato dato via il giorno in cui sono nato. Magari, se i miei genitori adottivi fossero sopravvissuti, avrei potuto avere una bella vita, invece sono costretto a sopportare un genitore affidatario odioso e calcolatore pur di potermi occupare della mia sorellina. Quando un tentativo di ricatto fa finire la piccola Georgie nelle mani di alcuni delinquenti, è chiaro che sia io la sua unica speranza. Finché non incontro la grossa, forte guardia del corpo che qualcuno ha mandato a proteggermi.
Crossover tra la serie “Made Marian” di Lucy Lennox e quella “The Protectors” di Sloane Kennedy, questo romanzo viene presentato dalle autrici come uno standalone, che può essere letto e apprezzato senza conoscere le due rispettive serie. Consigliano comunque di leggere almeno “Grounding Griffin” (Made Marian#4) e “Unexpected” (The Protectors#10) per comprendere bene il passato dei protagonisti e i loro legami con gli altri personaggi.
Normalmente apprezzo i crossover, perché è interessante vedere come due autori amalgamano i loro stili di scrittura e i personaggi per creare un’opera omogenea, ma in questo caso devo confessare di non aver amato fino in fondo il risultato. Se dal punto di vista stilistico la cosa funziona, con i toni spesso eccessivamente dolci della serie “Made Marian” un poco smorzati e la struttura più d’azione e cruda della serie “The Protectors” che si adatta alla prevalenza della storia d’amore, da quello della gestione dei personaggi per me ci sono delle crepe. In molti punti la storia mi è sembrata troppo affollata, con una gran quantità di personaggi delle due serie che condividono la scena e il lettore che deve cercare di ricordarseli tutti, con il loro passato e i diversi caratteri; le due autrici hanno fornito le informazioni necessarie a capire quanto basta per seguire la vicenda, nel caso in cui non si conoscessero le rispettive serie, ma credo che avrei preferito una minore interazione tra i personaggi dei due mondi per diminuire la sensazione di non capire bene da dove vengono, cosa hanno fatto prima e perché interagiscono in quel modo.
Ho apprezzato invece i protagonisti: Reese è un protettore nel vero senso della parola, mi è piaciuto il suo rapporto con i colleghi/amici e il senso di cameratismo che riesce a trasmettere, molto ben gestito all’interno del libro. Forse le sue motivazioni in certi punti della storia appaiono non troppo chiare, ma temo che dipenda dal non aver letto la serie di Sloane Kennedy (che tra l’altro non è ancora arrivata a questo punto nella traduzione italiana).
Ben è il fratello minore di Griffin e conosciamo parte della sua storia passata perché è collegata a quella di Griffin, protagonista del quarto volume della serie “Made Marian”. Qui scopriamo che è un ragazzo all’apparenza fragile, ma in grado di sfoggiare un coraggio incredibile se si tratta di dover proteggere la sua sorellina, Georgie. Le difficoltà che ha all’inizio nell’accettare Griffin e superare il passato forse vengono superato un po’ troppo in fretta, ma la cosa è in linea con la gestione di questi conflitti nella serie “Made Marian”, nella quale tutti si accettano fin troppo rapidamente e vengono assorbiti praticamente all’istante dalla numerosissima famiglia.
Pensavo davvero che tra noi potesse funzionare? Niente di me e Reese insieme aveva senso: vivevamo su due lati opposti del Paese, Cristo santo. Lui era una guardia del corpo professionista, stupendo e cazzuto, che andava in giro con una pistola come se fosse un’estensione del suo corpo. Salvava la vita delle persone, mentre io mi limitavo a giocare a fare l’eroe nei videogame.
Tutte quelle argomentazioni avevano perfettamente senso nella mia testa, ma l’unica cosa che il mio cuore riuscisse a pensare era… mio.
Reese era mio.
Mio.
Georgie è un personaggio che mi ha lasciato impressioni ambivalenti: da un lato è importante per la storia e per far emergere la determinazione di Ben, dall’altro parla e si comporta come una bambina molto più grande della sua età e non è sempre credibilissima.
Tra Ben e Reese la scintilla scatta quasi all’istante, forse persino troppo rapidamente, ma immagino dipenda dalla necessità di far progredire una storia che deve gestire molti personaggi: se il loro fosse stato un lungo e lento corteggiamento, la parte d’azione e l’integrazione tra i mondi creati dalle sue autrici ne avrebbero risentito troppo.
Nel complesso, ho apprezzato abbastanza questo romanzo, pur con delle riserve, e di sicuro lo consiglio a chi ha amato la famiglia Marian e i personaggi della serie “The Protectors”, perché è il tassello che mancava al completamento della storia aperta da Griffin nel suo libro.
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