Nel 1750, un mastro intagliatore riversò tutto il suo amore, la sua passione e il suo desiderio non corrisposti in un capolavoro, ovvero un meraviglioso angelo di Natale per il suo adorato albero. Quando l’uomo che amava gettò via l’angelo senza pensarci due volte, accadde un miracolo. L’angelo fu trovato da qualcuno che portò all’intagliatore il Vero Amore.
Da allora, l’angelo è stato tramandato, venduto, perso e ritrovato, ma la sua magia rimane intatta. Leggete le storie d’amore ispirate dall’angelo di Natale (e alle quali forse ha dato una spinta) attraverso gli anni. Che sia l’Inghilterra del 1750 (L’angelo di Natale di Eli Easton), la New York del 1880 (L’angelo di Summerfield di Kim Fielding), l’inizio del secolo (L’angelo del prestigiatore di Jordan L. Hawk), la Seconda Guerra Mondiale (A casa per Natale di L. A. Witt), il periodo del Vietnam (Il desiderio di un soldato di N. R. Walker), gli anni Novanta (L’angelo bisbetico di Anyta Sunday), o il 2018 (Un principe a Natale di RJ Scott), l’angelo di Natale troverà sempre il modo di finire sugli alberi di uomini solitari che hanno bisogno della sua benedizione per passare delle buone feste e ottenere il loro “e vissero felici e contenti”.
Quando John Trent, membro del corpo di polizia Bow Street Runners, trova la splendida statuina di un angelo che galleggia nel Tamigi, non può smettere di pensarci. Ne rintraccia l’artista, un giovane scultore malinconico e tranquillo. Ma né l’angelo né il suo scultore sono pronti a uscire dalla vita di John. Quel maledetto angelo si rifiuta di lasciarlo in pace e non si comporta come dovrebbe fare un oggetto inanimato.
Alec Allston è rassegnato a dover vivere senza amore. Tutto ciò che desiderava era creare un dono speciale affinché una piccola parte di sé potesse rimanere per sempre con il suo amato, nobile e irraggiungibile. Tuttavia, quando quel dono continua a ripresentarsi nella sua bottega tra le mani di un cacciatore di taglie scarmigliato e muscoloso, Alec è costretto a rivedere la sua attitudine a considerare l’amore solo come un ideale etereo.
Il dolore nel suo cuore lo stava spingendo a fare qualsiasi cosa un uomo potesse fare per raggiungere l’oblio, proprio in quel momento, quella sera.
Quando ho visto questa “collezione” di Natale The Christmas Angel, mi sono ripromesso di non essere il Grinch, quest’anno, ma con risultati altalenanti devo dire che mi sto preparando nel migliore dei modi a queste festività.
Eli Easton non ha bisogno di presentazioni, un nome e una garanzia. Mi è piaciuto molto il suo spirito intraprendente, anche se, per me, che c’è ancora un po’ di strada da percorrere per realizzare un buon storico a tematica MM. Quello che ben mi fa sperare sono le sue parole nel raccontare questa esperienza e soprattutto la grinta che mi ha trasmesso.
Entriamo nel vivo di questa serie attraverso la prima novella di Natale, torniamo indietro nel 1750 a Londra, allacciate le vostre cuffie e tirate fuori un buon accento britannico.
John Trenton è un poliziotto di una squadra speciale, un corpo militare che conta pochi elementi ben scelti. Il senso di giustizia è un particolare che caratterizza il personaggio di John in tutte le sue indagini per le strade della città. Mentre indaga lungo le sponde del Tamigi, l’uomo viene attratto dalla luce riflessa di un oggetto, che si rivelerà essere una statuina a forma di angelo. La manifattura dell’oggetto è pregiata e di buon gusto.
Tra varie ricerche, il poliziotto si imbatte nell’artigiano che lo ha intagliato, il signor Alec Allston. Alec aveva intagliato l’angelo per donarlo al suo amato, che però l’aveva rifiutato insieme al suo amore, gettando il giovane nello sconforto.
La bellezza del ragazzo è fin da subito indiscutibile, ma la prudenza di John lascia il tempo a entrambi di conoscersi e creare una certa confidenza. Siamo pur sempre nella Londra del 1750!
Troverai la gioia a poco a poco, più gioia di quanto tu possa immaginare in questo momento.
E così fu.
Quest’ambientazione è certamente una scelta particolare, personalmente non avrei ambientato un romanzo gay in età georgiana, se ci si può dare una zappa sui piedi penso che sia proprio in contesti come questo. Ho trovato il racconto un po’ forzato in alcuni punti, pur restando una novella molto dolce e carina; ci si ritrova inizialmente in alcuni momenti di stallo nei quali l’autrice tenta di dare uno sfondo sulla società, ma il tutto risulta un tantino la giunzione di alcune ricerche.
Entrando nel vivo del romanzo, ci si perde tra le parole di John e Alec, e qui si trova sollievo e spazio per emozionarsi.
Non è un male. Fa forse male a qualcuno se due persone vogliono stare assieme e si desiderano l’un l’altra? Se si danno l’un l’altra piacere, calore e sorrisi?
Sono grato all’autrice per avermi dato un momento di riflessione, è stato bello lasciare che la mente vagasse tra le differenze di un’epoca precedente con le dinamiche odierne.
È un romanzo dolce, leggero per far sognare e regalare momenti piacevoli.
Le novelle di Natale sono fatte per sognare e forse anche per farci apprezzare la magia di questo periodo.
Odio comunque tutti, ma sì, freghiamocene altamente di tutto e tutti.
Sì alla magia di Natale.
Sì all’amore.
Sì a riscoprire se stessi, che non c’è mai abbastanza tempo per sentire il proprio io.
Sì a tutto quello che ci fa star bene.
Sì alla tristezza, perché le feste possono anche mettere a nudo della fragilità e paura che celiamo in fondo al cuore.
Leggevo questo romanzo e riflettevo: Quando ho smesso di credere nella magia del Natale?
Ho smesso di credere a Babbo Natale a sei o sette anni, ma questo non mi ha scoraggiato. Così come quando sono sceso a patti sul fatto che le stelle non fossero delle fatine brillanti e danzanti nella notte.
Non ho smesso di credere nel Natale neanche l’anno che dei malviventi sono entrati in casa di mia nonna, gettando a terra vecchie foto, fregandosene dell’amore e della gioia imprigionata in quei fotogrammi per neanche cento o duecento euro.
Allora quando è accaduto? Dov’è finito? C’è un modo per ritrovarlo?
Quindi sì a quei Natali che scaldano il cuore, in compagnia delle persone giuste, così da riscoprire dov’è finito il vero Spirito del Natale.
Magari anche da voi verrà un angelo come in questo romanzo, ve lo auguro.
Buona lettura e buon Natale dal vostro inviato speciale di Feel The Book.
Sempre vostro,
Xoxo Vic
«Dovremmo passarla a qualcun altro, non credi?» chiese John dopo un po’. «Cosa? Passare cosa a chi?» John indicò l’albero con il mento. «L’angelo. Forse potrebbe fare la sua magia altrove. Far ritrovare l’amore a un’anima solitaria.»
L’opinione di:
Editing:
Commenti
Nessun commento ancora.