Emily Ross non si sarebbe mai aspettata di sopravvivere alla caduta mortale nella giungla della Costa Rica, e sicuramente non avrebbe mai pensato di svegliarsi in un’abitazione stranamente futuristica, tenuta prigioniera dall’uomo più bello che avesse mai visto. Un uomo che sembra più che umano…
Zaron è sulla Terra per facilitare l’invasione dei Krinar—e per dimenticare la terribile tragedia che gli ha sconvolto la vita. Eppure, quando trova il corpo distrutto di una ragazza umana, tutto cambia. Per la prima volta dopo anni, prova qualcosa di più della rabbia e del dolore, ed Emily ne è la ragione. Lasciarla andare comprometterebbe la sua missione, ma tenerla con sé potrebbe distruggerlo nuovamente.
Questi gli ingredienti del romanzo: una ragazza in vacanza in Costa Rica fa escursioni nella giungla (da sola) e nell’attraversare un malridotto ponte di legno “fa” una storta (ehm, no, in italiano dicesi “prendere” una storta, non farla, e scusate la divagazione) e cade sulle rocce sottostanti sfracellandosi. Nella stessa giungla, Zaron ode un grido e incuriosito si affretta in quella direzione, scoprendo il corpo in fin di vita della ragazza e decidendo così di salvarla. Zaron ci viene subito presentato come un alieno, proveniente dal pianeta Krina, con l’incarico di selezionare sulla Terra dei territori in cui i Krinar possano insediarsi, in vista del loro arrivo sul pianeta. I Krinar sono in possesso di una tecnologia altamente sviluppata, che va dall’uso di nanociti per curare qualsiasi malattia o degrado fisico ad apparecchi acustici che consentono loro di parlare e comprendere qualsiasi lingua, a cui si aggiungono case e suppellettili “intelligenti”. La durata della loro vita è potenzialmente illimitata per gli standard umani e sono tutti prestanti, bellissimi, dei fighi da paura, dotati di forza sovrumana e di sensi ipersviluppati, oltre a sovrabbondanza di testosterone (per i maschi). A questo aggiungete l’indole predatoria e abbiamo quasi il quadro completo, manca giusto che si trasformino in una pira ai primi raggi del sole (avete presente, no, a cosa alludo?), ma chissà, magari agli albori della loro civiltà era così e, grazie a successive modificazioni genetiche, ora possono tranquillamente mangiare l’aglio e… ;-)… No, su, vi sto confondendo le idee: cattivona che sono!
Faccio retromarcia, fermatevi allo sguardo predatorio e proseguiamo. Dovete anche sapere che i Krinar sono fisicamente compatibili con i terrestri (e ci mancherebbe, altrimenti il povero Zaron in missione sulla giovane Gaia avrebbe sviluppato un gravissimo caso di palle blu, obbligandolo a usare su di sé lo jansha: dispositivo cilindrico di guarigione, perfettamente idoneo al compito tra l’altro) e, anzi, vi dirò di più: sono proprio loro ad aver portato la vita sulla Terra milioni di anni or sono e ad aver dato un contributo “esterno” alla naturale evoluzione delle specie sul pianeta, favorendo l’homo sapiens. Oooh, che gentili! No, non proprio…
Tornando a Zaron ed Emily, dopo qualche ora dalla caduta, lei si risveglia in questa strana casa, con porte a scomparsa –scomparsa vera, mica di quelle che scorrono nel muro – grazie alla tecnologia dei campi di forza, che si modificano adattandosi a chi se ne serve; cpn wc che, dopo averli usati, ti lavano, ti asciugano e ti profumano di brezza alpin… kriniana, e così via.
Emily si ritrova guarita e in forze, alla presenza di un uomo “non attraente. Non bello. Non avvenente. Assolutamente stupendo.” Anche Zaron prova subito una fortissima attrazione per lei e usa la scusa di non poterla lasciare andar via prima dell’arrivo sul pianeta della flotta kriniana, arrivo previsto entro un paio di settimane, per potersela nel frattempo spupazzare per bene. Quello che succede poi, lo scopriranno gli impavidi temerari lettori. Scherzo! A parte un debole tentativo di fuga di lei e un intrepido salvataggio finale da parte di lui, il resto è: tanto sesso, sesso, sesso. Dell’ottimo sesso con un maschio pressoché instancabile, ma davvero tanto. Forse troppo? De gustibus non… ad libitum est sputazzella.
A questo punto penserete: “Oddio, che ca… ntonata di libro. Una mo… nostella sicuro!”. Naaa, sbagliato! Che sia una “trashata” in chiave sci-fi è lampante. Che non abbia alcuna pretesa di essere qualcosa di diverso lo è altrettanto. Insomma, per farla breve, io mi sono divertita un sacco a leggerlo e a recensirlo e aspetto che traducano in italiano la serie principale per poter proseguire.
Due le cose che non mi sono piaciute per niente. Alla prima ho già accennato, ovvero la non eccelsa traduzione, con scelte quanto mai approssimative e disturbanti, in particolare sulla consecutio temporum. La seconda mi ha fatto proprio uscire di testa: cara autrice, lei racconta di un sesso strepitoso, che a un certo punto grazie a una certa cosa che non posso dire, ma si può immaginare, diventa addirittura pura estasi e a quel punto mi fa svenire la protagonista, che al risveglio non ricorda più nulla? Non si può. Questo è puro sadismo! Si può essere più sfigate di così? Ergo, mia cara Zaires, si sbrighi a trovare un antidoto, un rimedio, una cura selettiva, che non inibisca l’estasi, ma le consenta di conservarne memoria. E che diamine!
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