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Giuseppe detto Pinuzzo e Leonardo sono di estrazione diversa; il primo è un pescatore, l’altro ha studiato ed è il figlio di un insegnante, ma hanno qualcosa in comune, qualcosa per cui saranno perseguitati. Nonostante il clima di paura e lo spettro della guerra, tra loro nasce un sentimento vero e forte, intriso di passione e dolcezza, che li porterà a essere arrestati e, in tempi diversi, trasferiti all’isola di San Domino, un luogo di condanna e infamia, eppure bellissimo, circondato dall’acqua cristallina del mare e invaso dai profumi del ginepro, del mirto e della pineta. Una prigione in cui si può essere soggetti a soprusi e nello stesso tempo dove esprimere la propria natura. Lì il loro amore prima nascosto potrà paradossalmente vivere alla luce del sole, ma le difficoltà sono tante e non è sempre facile sopravvivere.
La storia, ambientata a Catania, si basa su un fatto storico: il confino inflitto agli omosessuali nell’isola di San Domino, negli anni antecedenti la Seconda guerra mondiale.
… incontrare i suoi occhi con i miei fu qualcosa che mi imbarazzò non poco. Erano occhi audaci, che scavavano dentro, ma non fu solo quello. Lessi sul suo viso qualcosa in più, qualcosa che mi fece tremare dall’emozione. Vidi il mio riflesso, il mio futuro.
Non sono sicura di riuscire a rendere giustizia alla bellezza di questo libro, alla gamma di emozioni che mi ha suscitato la storia e al misto di tristezza, rabbia e gioia che mi è rimasto dentro al termine della lettura.
Manuela Chiarottino ha preso spunto da un episodio forse dimenticato della storia italiana – io per esempio ero a conoscenza in modo generico del confino per gli omosessuali durante il fascismo ma ignoravo molti dettagli e non avevo mai sentito parlare dell’isola di San Domino – e ha utilizzato la vicenda di due personaggi di fantasia per raccontarlo, mostrando come l’amore sia in grado di sopravvivere alle peggiori avversità.
Pinuzzo e Leonardo si conoscono a Catania alla fine degli anni 30, due ragazzi che come molti altri vivono nell’ombra, celando la loro vera natura e frequentando i luoghi protetti nei quali possono essere se stessi. Una pista da ballo, un cinema buio, una casa vuota diventano isole protette nelle quali potersi amare e dimenticare la realtà.
La vicenda è narrata dal punto di vista di Pinuzzo, che è affascinato da Leonardo dall’istante in cui lo vede e vive il loro amore con spontaneità e malinconia, consapevole che a quelli come loro non sia permesso molto oltre a qualche attimo rubato di nascosto. Persino concedersi di amare, all’inizio, gli sembra qualcosa di impossibile, destinato solamente a tutti gli altri. Leonardo è più orgoglioso di lui, meno incline al compromesso, e per questo Pinuzzo a più riprese teme per la sua sorte e fa di tutto per proteggerlo, disposto a subire e soffrire pur di salvarlo.
Noi eravamo l’infamia, la vergogna, non eravamo donne e non eravamo uomini, ma qualcosa di indefinito che non doveva esistere.
Ma il mondo è più forte di loro e i due ragazzi subiscono il destino di molti altri, finendo al confino sull’isola di San Domino: una prigione all’aria aperta nella quale, paradossalmente, riescono a trovare un’inaspettata libertà, un luogo meraviglioso in cui la natura che li circonda diventa un rifugio nel quale smarrirsi e dimenticare la realtà, almeno per qualche attimo fuggevole. Il pericolo non cessa mai di minacciarli, ma nel loro amore e nell’amicizia degli altri prigionieri troveranno la forza di resistere e cercare di sopravvivere.
Il libro è breve e fotografa un momento ben preciso nella vita dei due giovani, si potrebbe obiettare che Pinuzzo e Leonardo avrebbero meritato una storia dal respiro più ampio ma, dopo averci riflettuto, sono giunta alla conclusione che invece sia perfetto così. Concentrandosi su questo breve periodo, l’autrice è riuscita a trasmettere in modo straordinariamente potente la speranza di un amore, la disperazione della sconfitta, la paura di chi per odio e ignoranza perseguita i due protagonisti e gli altri personaggi, ma soprattutto la realtà quasi sospesa di quest’isola bellissima, circondata dalle acque azzurre del mare, che imprigiona questo gruppo di uomini ma nel medesimo tempo paradossalmente li protegge.
Un romanzo breve ma potente, scritto con tocco leggero e poetico; bisogna ringraziare Manuela Chiarottino per averci fatto conoscere questo frammento di passato.
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