AVVERTENZA: POSSIBILI SPOILER
Ventitré anni, mezza Fae e mezza umana, Bryce Quinlan ha una vita perfetta: di giorno lavora in una galleria d’arte e di notte passa da una festa all’altra, senza problemi e senza preoccupazioni. Quando però una brutale strage scuote profondamente Crescent City, la città in cui vive, e Bryce perde una persona a lei molto cara, il suo mondo crolla in mille pezzi lasciandola disperata, ferita e molto sola. Adesso non cerca più il divertimento, ma un oblio in grado di farle dimenticare i terribili fatti che hanno cambiato la sua vita per sempre. Due anni dopo l’imputato è finalmente dietro le sbarre ma, tutt’a un tratto, i crimini ricominciano e Bryce è decisa a fare tutto il possibile per vendicare quelle morti. Ad affiancarla nelle indagini arriva Hunt Athalar, un famoso angelo caduto, prigioniero degli arcangeli che lui stesso aveva tentato di detronizzare. Le sue grandi capacità e la sua forza incredibile sono utilizzate all’unico scopo di eliminare i nemici del suo capo. Quando però si scatena il caos in città, Hunt riceve una proposta irrinunciabile: aiutare Bryce a trovare l’assassino e riconquistare, in cambio, la sua libertà.
Quando Bryce e Hunt cominciano a scavare in profondità nel ventre di Crescent City, scoprono un potere terrificante e oscuro che minaccia tutto e tutti, e vengono travolti da una passione irrefrenabile, che potrebbe renderli entrambi liberi, se solo lo volessero.
Il dolore della perdita, il prezzo della libertà e il potere dell’amore sono i temi principali de La casa di terra e sangue, il primo imperdibile romanzo della nuova serie fantasy di Sarah J. Maas, che mescola egregiamente personaggi indimenticabili, romanticismo e una suspense che tiene il lettore incollato alla pagina fino alla fine.
Avvertenza iniziale: sarà una recensione semi-seria, anche perché sono passati oramai anni (ben 4), quindi ho preferito lasciarmi andare e buttarla un po’ sul “come viene viene”.
Una raccomandazione universale: non proseguite se avete il terrore degli spoiler. Io farò attenzione, tuttavia un paio di spoiler non potrò evitarli perché funzionali alla trama… E anche se si tratta di eventi che capitano all’inizio della storia, ecco, meglio comunque essere avvisati.
Crescent City è la terza serie dalla Maas, sia per quanto riguarda l’ordine di uscita sia di scrittura da parte dell’autrice. È a partire da qui che si inizia a delineare il Maasverse, che a dirla così uno quasi potrebbe aspettarsi che Hulk sbuchi da un portale a caso (sì, ci sono pure i portali) XD
Dicevo… questa serie si è conclusa da poco, con il terzo libro uscito il 30 gennaio scorso; potevamo quindi esimerci dal fare un riassuntone delle puntate precedenti?
No, ovviamente.
Perciò, eccomi qua che, appunto, butto giù due righe su questo mega worldbuilding che definire incasinatissimo è un eufemismo.
Bryce è una meticcetta, mezza fae e mezza umana, con discreta cazzimma e più di un qualche trauma legato alla figura paterna che scansate proprio. Certo, il Re dell’Autunno non è proprio una pasta di zucchero, ma forse Bryce potrebbe pure iniziare una seria terapia che non includa droghe di ogni tipo e alcol a fiumi.
Bryce ha delle amiche di bagordi, ma la sua BFF è Danika, che è un lupo mutaforma ed erede del mega capo dei capi del branco della città (Lunathion).
Non vi sto a raccontare tutto quel che succede, ma Danika viene fatta fuori assieme al Branco di Diavoli, di cui faceva parte Connor, un megafigone cotto perso per Bryce, e che lei aveva sempre fermamente rifiutato fino alla fatidica sera del massacro… e, niente, RIP.
Da quella sera la vita di Bryce cambia; passano due anni e, malgrado all’esterno si mostri sempre sexy e padrona di sé, la nostra eroina porta dentro un dolore indelebile, che l’accompagna in ogni momento e devo dire che questa sofferenza la vivi anche un po’ sulla tua pelle.
Che succede dopo questi due anni? Ricominciano gli omicidi e con il medesimo modus operandi usato per Danika & Co. Perciò serve l’aiuto di Bryce per venirne a capo, visto che un povero cristo sta scontando in prigione i crimini che non ha commesso.
Chi le affiancano? Ma Hunt “Umbra Mortis” Athalar, un angelo caduto e ormai in schiavitù da oltre 200 anni solo perché aveva osato alzare la sua bella testolina e lottare contro le ingiustizie sociali dell’epoca. Risultato della sua ribellione? Be’, quasi scontato: l’amore dalla vita di Hunt è stato fatto fuori assieme a una strage di ali e lui, con altri 3 o 4, sono diventati degli schiavi con tanto di coroncina di spine tatuata in fronte.
Questa povera anima ha già sofferto pene indicibili, torture e varie ed eventuali, e che je tocca ancora? La piaga d’Egitto di Bryce come compagna di merende.
Certo, le frizioni all’inizio non sono poche, ma, complice l’avvenenza di entrambi, a una certa si comincia a pensare molto meno al caso da seguire e molto più a come strapparsi i vestiti di dosso a vicenda…
E mi fermo qua, perché mi rendo conto che non ho detto praticamente un bel nulla, ma è vero che se esiste ancora la possibilità che qualcuno non abbia letto la saga, meglio fermarsi, anche perché gli spoiler sarebbero davvero enormi.
Come continuo la recensione?
Eh, bella domanda.
Ve la faccio facile: Bryce ha un ego delle dimensioni di King Kong e tante insicurezze quanto è grande il suo stesso ego.
Hunt ha traumi a profusione e di certo gli Arcangeli che lo controllano non gli facilitano il lasciarsi tutto alle spalle.
Ma chi è che controlla gli Arcangeli? Be’, ma gli Asteri, queste figure mitologiche che si narra posseggano il potere di una stella al loro interno. Ma da loro ci torneremo nel secondo volume, dai.
La storia narrata in questo romanzo è particolare, il worldbuilding, come già accennato, è davvero complicato, tanto che il preambolo (e nemmeno troppo esaustivo) dura circa 150 pagine. Poi il romanzo subisce una virata verso il mistery, con il caso da risolvere, fino a quando arriva il plot twist… il tradimento!
E, da quello che per tutti è “IL TRADIMENTO!”, ci sarà poi un’escalation di emozioni, dolore e catastrofi, per giungere a scoprire la verità e a combattere fino allo stremo affinché un’intera città possa venire salvata e possibilmente anche le anime di tutti (pure de li morti, sì XD).
Ho scritto un sacco, ma alla fin fine non ho scritto nulla di essenziale, anche perché è davvero difficile riassumere un mondo estremamente articolato come quello descritto, dove la fanno da padrone casate la cui struttura è talmente tanto complessa da renderle delle vere e proprie caste.
In sintesi: Danika muore a pagina zero o quasi, ma la presenza ce la porteremo avanti per ben tre libri, Bryce e Hunt tensione a mille sotto ogni punto di vista, i cattivoni sono tanti e proprio cattivoni oni-oni e il finale è al cardiopalma.
Ok, alla fine della fiera potevo essere più sintetica, ma insomma, abbiate pietà e non speditemi nel Quartiere della Ossa!
In definitiva questo libro merita moltissimo (anche se fosse stato un autoconclusivo): gli intrecci sono ben orchestrati, mai banali e i colpi di scena lasciano davvero a bocca aperta.
Merita pieni voti anche se la traduzione è spesso traballante, tra persone che ora hanno i jeans e una pagina dopo un vestito… meh… tralasciando le decine di refusi a cui purtroppo Mondadori ci ha abituato in tutte le serie della Maas.
Consigliato.
Ci sentiamo per il secondo capitolo…
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