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Damen è un guerriero e un eroe per il suo popolo, nonché il legittimo erede al trono di Akielos. Ma quando il fratellastro si impadronisce del potere, Damen viene catturato, privato del suo nome e spedito a servire il principe di una nazione nemica come schiavo di piacere.
Bellissimo, manipolatore e pericoloso, il suo nuovo padrone, il principe Laurent di Vere, rappresenta tutto il peggio della corte di quel paese. Ma all’interno di quella letale ragnatela politica niente è come sembra, e quando Damen si trova, suo malgrado, invischiato nelle macchinazioni per il raggiungimento del potere, è costretto a collaborare con Laurent per sopravvivere e salvare la sua casa.
Per il giovane condottiero, a quel punto, vige una sola regola: non rivelare mai, in nessun caso, la propria identità, perché l’uomo da cui dipende è anche colui che, più di chiunque altro, ha motivo di odiarlo…
∼ Qui la presentazione dei protagonisti ∼
Damen e Laurent: luce e ombra. Giorno e notte.
I due principi non possono essere più diversi.
Damen è coraggioso, generoso, sincero, ai limiti dell’ingenuità. Si trova per un infame tradimento a essere ceduto come schiavo al regno rivale di Vere. Privato della sua identità, non può che fare buon viso a cattivo gioco pur di sopravvivere e trovare il modo di liberarsi.
Mentre attraversava l’ala dei prediletti, Damen si ricordò di non essere stato l’unico akielonese inviato in dono a Vere e sentì un’ondata di preoccupazione montargli nel petto. Gli schiavi reali abituati alla vita di palazzo dovevano di certo sentirsi disorientati e vulnerabili, incapaci com’erano di difendersi. E riuscivano a comunicare con i loro padroni? Ad Akielos erano stati istruiti in varie lingue, ma era improbabile che il veriano fosse tra queste. I rapporti con Vere erano sempre stati limitati e, fino all’arrivo del consigliere Guion, principalmente ostili.
Laurent è il principe ereditario di Vere: è algido, insensibile, lontano dai vizi della corte, misterioso e ambiguo. Le sue parole hanno sempre molti livelli di significato.
Solo Laurent sembrava non accorgersi di nulla. Era probabile che fosse troppo gelido per lasciarsi toccare da una simile scena. Sedeva semisdraiato, un polso appoggiato con indifferenza sul bracciolo della sedia. Damen si aspettava di vederlo abbassare lo sguardo sulle proprie unghie da un momento all’altro. Nell’arena, lo spettacolo stava raggiungendo il suo culmine, perché era proprio quello ciò che era diventato: uno spettacolo. I prediletti erano attori esperti che recitavano alla perfezione il loro ruolo.
Lo scontro tra l’orgoglioso Damen e il crudele Laurent è al centro della narrazione: un principe come Laurent non può permettere a uno schiavo riottoso come Damen di mettere in dubbio la sua autorità. In più, Laurent non nasconde il sottile piacere di domarlo.
Ma non c’è soltanto questo.
Nel mezzo di una corte lussuriosa e decadente, in cui gli intrighi sono in ogni angolo, qualcosa di più traspare nei gesti dei protagonisti. Ma mentre Damen è limpido nelle scelte, disposto a sacrificarsi per il bene dei suoi compatrioti, Laurent sembra guidato solo dal suo personale interesse, con atteggiamenti da bambino viziato. La parola chiave è sembra. Forse non è così facile definire Laurent. E forse bisogna andare oltre l’apparenza per cercare di capire cosa si celi nel suo animo.
Laurent non è un personaggio facile da capire, ma per questo è intrigante: si coglie che dietro la facciata c’è molto, molto di più e che alcuni gesti innocui al primo sguardo, potrebbero non esserlo.
Il romanzo, però, non è solo Laurent e Damen. Non assistiamo solo alla convivenza di due anime opposte, ma veniamo coinvolti in intrighi, giochi di potere, assassini che strisciano nella notte, in una narrazione che non lascia niente al caso, che cattura e incuriosisce. Ci vuole comunque un talento speciale per coinvolgere il lettore in questo modo, con una storia che, seppur non noiosa e non a senso unico, propone poca azione.
Personaggi e ambientazione sono così vividi da essere sufficienti a lasciare la sensazione di aver letto un libro unico, che ci presenta una realtà nel quale i veri problemi devono ancora emergere dall’ombra. Un mondo fantastico impietoso, ma privo di magia, che trae ispirazione da molte culture europee antiche e meno antiche, in cui la schiavitù è parte integrante della società.
Anche se pervaso da intensa sensualità, per non dire lussuria, in questo romanzo non c’è spazio per l’amore.
Può nascere l’amore tra nemici? Può amare il crudele e apparentemente asessuato Laurent?
Recensione a cura di:
FanArt:
Editing:
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