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Qualunque cosa accada, puoi trovare la strada di casa.
Il mondo di Nour, è fatto di colori. Ogni volta che sente una voce o legge una lettera, davanti ai suoi occhi tutto si tinge delle più brillanti tonalità di verde, rosso, giallo e blu. Ma da quando è ritornata in Siria dagli Stati Uniti, dopo la morte del padre, intorno a lei vede solo grigio, non ci sono più sfumature né riflessi. Ora Nour deve occuparsi da sola delle sue sorelline. A dodici anni è un compito difficile, soprattutto in una terra che ti è estranea. Una terra in cui dovrebbero affondare le tue radici, ma dove non conosci nessuno. Una terra rischiosa, con pericoli nascosti dietro ogni angolo. Ma Nour ha le storie che suo padre le raccontava prima di dormire a farle compagnia. È a quelle parole che si aggrappa per trovare il coraggio di affrontare le difficoltà. In particolare, alla leggenda di Rawiya, la sua preferita che racconta di una ragazzina come lei costretta a fingersi uomo per realizzare il suo sogno proibito, far parte di una spedizione che vuole disegnare la carta geografica del mondo. Un’impresa straordinaria, in cui riesce a dimostrare tutta la sua forza. Per Nour, che la conosce a memoria quella favola adesso ha un significato completamente diverso. E anche la mappa che ha trovato tra i documenti della sua famiglia assume un valore speciale. Forse indica la strada da seguire per mettere in salvo sé stessa e le sue sorelle. Forse è la sua unica possibilità. Quello che deve imparare, però, è che ci sono sentieri tracciati sulla carta e sentieri tracciati nel cuore. Che anche le parole a volte possono essere una guida e una protezione, soprattutto se vengono dalla persona che l’ha amata di più al mondo.
Il paese del sale e delle stelle venduto in più di venti paesi è stato un grandissimo successo del passaparola. Ha sbalordito la stampa con uno stile potente che incanta a ogni riga. Lettori e critica l’hanno definito “il Cacciatore di aquiloni siriano”. Una storia sui legami familiari sull’importanza del racconto sul fascino delle mappe. Una storia che insegna a trovare la strada di casa.
Il paese del sale e delle stelle è uno di quei romanzi che bisogna leggere con la consapevolezza che, dove finisce la fantasia, inizia la realtà. Ed è proprio questa la storia di Nour, la protagonista del libro: un susseguirsi di eventi che, per quanto non vissuti da nessuno in particolare nella vita dell’autore, accadono davvero. Molto più spesso, non con un lieto fine.
Nour è una ragazzina di dodici anni nata e vissuta in America. L’unica della sua famiglia che non ha mai visto la Siria e che fatica anche a comprendere l’arabo. Dopo la morte del padre la sua vita cambia totalmente. Nessuno più le racconta le storie che ha sempre amato, e la voce del suo eroe diventa un ricordo lontano che ha paura di dimenticare, e non comprende nemmeno perché sua madre abbia deciso di trasferirsi in Siria, allontanandola dall’unico paese e dall’unica lingua che abbia mai conosciuto. Soprattutto, dal luogo in cui si trova il corpo del suo amato padre.
Come ci si può ambientare in un paese in cui all’improvviso può mancare la corrente e in lontananza si sente il boato dei bombardamenti? Un paese sconvolto, ridotto in macerie, in cui i prezzi dei prodotti al mercato salgono ogni giorno drasticamente.
Nour non si sarebbe mai immaginata che le preoccupazioni nella sua vita sarebbero cambiate. Né lei né le sue sorelle erano pronte per tutto questo, proprio come nessuno al mondo lo sarebbe mai: una bomba riduce in polvere la sua casa, le fa perdere tutto quello che ha, tutto quello in cui stava cercando di credere.
Nour diventa una rifugiata e da qui ha inizio la sua storia, il suo percorso di crescita crudele ma necessario per tentare di sopravvivere a qualsiasi costo.
Lei e la sua famiglia devono allontanarsi dalla Siria, devono scappare, trovare un luogo che li accolga e in cui possono fermarsi senza avere più paura. Una paura che prenderà possesso delle loro vite, soprattutto quando per cercare salvezza devono mettersi consapevolmente in pericolo. Nascosti in una barca, in un furgone, camminando tra persone sconosciute ma allo stesso tempo più vicine che mai. Sconosciuti che si comprendono con uno sguardo, con un piccolo movimento del capo, un piccolo sorriso. Sconosciuti che hanno vissuto lo stesso dramma e che fanno di tutto per mettersi in salvo, fanno di tutto per aiutare chi ne ha più bisogno, perché la tragedia unisce. Ed è proprio tra questi sconosciuti che Nour troverà delle persone a cui aggrapparsi, delle persone che le ruberanno il cuore e le doneranno nuovi colori, nuove speranze.
Il paese del sale e delle stelle è un libro che chiude lo stomaco, riduce in poltiglia il cuore e prosciuga di tutte le lacrime. Ci pone davanti una realtà che fatichiamo a vedere, a credere vera, ci fa domandare perché. Perché Dio resti fermo a guardare. La stessa domanda che si pone la piccola Nour lungo il suo cammino.
La chiamo “piccola Nour”, ma in realtà questa ragazzina è più grande di quanto si possa pensare. I suoi pensieri sono profondi, le sue domande scioccanti e il suo cuore enorme. Un cuore che fatica ad andare avanti dopo aver affrontato così tanto dolore, dopo aver perso delle persone importanti, dopo aver conosciuto la crudeltà del mondo. Un mondo che non ha pietà neanche per i più piccoli.
Zeyn Joukhadar ha una prosa sorprendente, elegante e poetica. Così intensa da disarmare alle prime pagine. Mosso dal desiderio che il lettore si interessi di tutto quello che succede in Siria, così tanto da leggere testimonianze dirette, la sua storia apre gli occhi e trascina lontano, ci fa immergere nella stessa disperazione della piccola Nour privata di tutto.
Un libro indimenticabile che dovrebbero leggere tutti almeno una volta nella vita. Per vedere davvero quello che si finge di non conoscere, provare a farlo proprio e rendersi conto che, sì, siamo nati nella parte giusta del mondo, ma questo non significa che non ci riguardi.
«Nessuno legge il futuro. Nessuno sa che cos’è previsto, ma sicurezza non significa fare in modo che non ti capitino brutte cose. È sapere che le brutte cose non possono separarci gli uni dagli altri. D’accordo? Non importa quel che succede, la tua famiglia ti ama ancora e puoi superare qualsiasi cosa se lo sai. Sei al sicuro con me. Con la mamma. Con Dio. Nessuno può portarti via tutto questo.»
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