The Mating of Michael.
♦ Traduttrice: Francesca Bernini.
Triskell Edizioni, 13 Ottobre 2017 – acquistabile qui ♦
Nota: questo volume può essere letto singolarmente.
Tutti ammirano Michael Lamont perché è un infermiere, ma il suo impiego part-time come surrogato sessuale gay non suscita solo alzate di sopracciglia, gli è anche costato delle relazioni. Michael è minuto, bellissimo e si dedica a lavorare con persone che hanno bisogno di lui. Ma quello che desidera davvero è una storia d’amore tutta sua. Passa la maggior parte del tempo libero a leggere libri di fantascienza, soprattutto quelli scritti dal suo autore preferito, per cui ha una cotta da sempre, il misterioso e solitario J.C. Guise.
La vita di James Gallway sta lentamente, ma inesorabilmente, colando a picco. Ha scritto un romanzo di fantascienza di grande successo alla tenera età di diciotto anni, costretto a letto dalle complicazioni della poliomielite, ma, ormai ventottenne, non ha più ispirazione né voglia di vivere. Le vendite dei suoi libri sotto lo pseudonimo di J.C. Guise sono in calo da anni. Costretto su una sedia a rotelle, James si è isolato, convinto che nessuno possa amarlo. Quando viene obbligato a partecipare a un firmacopie e incontra Michael Lamont, non riesce a credere che un ragazzo del genere possa essere interessato a uno come lui.
Michael e James sono fatti l’uno per l’altro, ma devono lasciare da parte la testardaggine per capire che la vita trova sempre la sua strada e che l’amore non ha limiti.
Che adoro questa autrice è ormai cosa risaputa, ed è incredibile come ogni volta riesca a stupirmi e farmi emozionare un poco di più. Ve lo dico subito, se esistesse, il mio voto per questo romanzo sarebbe 6/5, tanta è la forza con cui mi ha colpito questa storia e il modo in cui la Easton ha saputo raccontarcela.
Benché una nota ci avvisi che il romanzo, terzo di una serie, possa essere comunque letto singolarmente, cosa indubbiamente vera, ritengo comunque che leggerlo dopo aver letto gli altri due aggiunga un valore in più. Infatti, nonostante Michael venga presentato negli altri libri alla stregua di un surrogato sessuale, in questo capitolo a lui dedicato la sua immagine viene abilmente stravolta e ribaltata rendendo la sua storia ancora più bella, coinvolgente ed emozionante. Perlomeno questo è quello che è successo a me.
Sinceramente ho affrontato la lettura con una certa trepidazione, perché una parte del mio cervello continuava a chiedersi come sarebbe stato possibile conciliare una storia d’amore romantico col lavoro di Michael, soprattutto perché mi ero fatta un’idea preconcetta di un ragazzo spigliato e sicuro di sé, estremamente “libero” in campo sessuale.
E invece niente di più errato! La Easton ci tratteggia un personaggio dolce, timido e insicuro nella vita privata, tanto quanto è sicuro e professionale sul lavoro. Un lavoro che ama e che vive quasi come una missione, un altruistico donarsi a chi ha bisogno di aiuto, sia esso un abbraccio in cui una madre distrutta può trovare un attimo di pace, un orecchio gentile per i ricordi di gioventù, un amico con cui giocare partite a carte, un sostegno su cui contare per riprendersi da anni di abusi psicologici; perché per lui aiutare vecchie signore non più autosufficienti o giovani uomini alla scoperta di una sessualità repressa sono equivalenti.
«Hai incontrato un paziente stamattina?» Michael sorrise un poco. «Sì, è andata molto bene.» Tommy era stato di buon umore quella mattina, e la seduta era andata bene. Vederlo così aveva mitigato la sua paura di ferirlo. «E come ti ha fatto sentire?» lo spronò Marnie. Michael si strinse nelle spalle. «Non saprei. È come… è una parte distinta del mio cuore.» Si massaggiò il petto. Alle volte riusciva davvero a sentirla, come una piccola stanza in più dove teneva l’affetto per i suoi pazienti. «Non mi sembra di star facendo qualcosa con un altro uomo, non è la stessa cosa. Quello che faccio con i miei pazienti riguarda… il mio lavoro. Guarirli, dare. Alcuni degli uomini con cui faccio le sedute sono… distrutti, capisci? E voglio solo aiutarli.»
Ma nel contempo è dolorosamente consapevole che per un potenziale partner il suo lavoro di surrogato sessuale può essere un ostacolo all’instaurare un rapporto duraturo.
Dall’altra parte dell’equazione troviamo James. Che vive dall’età di 5 anni su di una sedia a rotelle, (dopo che, a causa della sconsideratezza di una madre hippie contraria a vaccini e medicinali, ha contratto la poliomielite durante un viaggio in india), che scrive romanzi di fantascienza sotto pseudonimo, che non si è mai mostrato al pubblico proprio per via della sua condizione di disabile, non potendo sopportare l’idea del compatimento e della pena che inevitabilmente susciterebbe nelle altre persone.
James sapeva che Amanda credeva in quello che diceva, ma non aveva idea di cosa stesse parlando. Alla gente importava che le tue gambe fossero inutilizzabili, James lo sapeva troppo bene. Ti lasciavano indietro e andavano avanti con le loro vite senza restrizioni. E perché non avrebbero dovuto? Se avesse potuto abbandonare il suo corpo, lo avrebbe fatto. Non era per quello che scriveva? Per fuggire? Ma la scrittura stessa, il suo lavoro, aveva desiderato che fosse libera, che fosse pura immaginazione, non appesantita o definita da quella forma umana danneggiata, da chi era fisicamente. Cazzo, lui adorava che nessuno lo conoscesse, che potesse essere chiunque volesse. Non era forse quello la fantascienza: pura immaginazione? Era davvero così tanto chiedere di rimanere nell’anonimato? A quanto pareva, sì. Quel giorno tutti avrebbero visto J.C. Guise per quello che era realmente.
Ciò che unisce James a Michael è un libro, Il Trovatore Voltagabbana, il primo che James ha scritto a 18 anni e che lo ha portato al successo, romanzo che Michael ha letto a 16 anni trovandone ispirazione per il suo futuro volto all’aiuto del prossimo.
James ebbe un momento in cui rivide se stesso, a diciotto anni, sdraiato sul letto a scrivere Il trovatore e Michael, a sedici, seduto sotto quella finestra a leggerlo. Fu un pensiero piuttosto meraviglioso.
Purtroppo per James le cose non vanno bene negli ultimi tempi, la sua vena artistica sembra essersi esaurita, ragion per cui l’editore lo obbliga a partecipare ad un firma copie, nella speranza di fargli riguadagnare l’interesse del pubblico. Per Michael è finalmente l’occasione di incontrare il suo idolo.
Nessuno dei due è preparato all’innegabile attrazione che nasce repentina al primo incontro di sguardi e, a causa della timidezza di Michael e della misantropia di James, ci vorrà un po’ di tempo prima che i due riescano ad intraprendere una relazione anche solo di amicizia.
L’ostacolo più grosso rimane la disabilità di James che, se da un lato non è neanche recepita come problema da Michael, dall’altro pesa come un macigno sull’autostima dello scrittore.
Ma con molta pazienza e dolcezza Michael riuscirà a far breccia nel cuore di James e ad instaurare una relazione completa e appagante con lo scrittore. (Nota personale: le scene di sesso sono tra le più dolci, coinvolgenti e “perfette” che ho letto negli ultimi tempi).
Michael rideva ogni volta che James diceva qualcosa, spingendolo a essere sempre più arguto. Creava dipendenza farlo ridere, creava dipendenza che il ragazzo lo guardasse come se fosse l’uomo più intelligente del mondo, come se la sua compagnia lo deliziasse. James non aveva mai avuto un amico come Michael Lamont. Era facile stargli a fianco, era così… ottimista, sempre, sorrideva spesso e con poco. Aveva una certa luce, dolce e gentile, che tuttavia poteva farsi ardente tra un battito e l’altro. Stare con lui era come varcare la soglia di uno chalet caldo dopo aver vagato nel bosco innevato. La cosa strana era che James non si era mai accorto di trovarsi fuori al freddo prima di aver sentito il calore di Michael.
Purtroppo però il lavoro di Michael penderà come una spada di Damocle su questo fragile rapporto appena nato, poiché il giovane non ha il coraggio di parlarne con James, per paura che questi non riesca ad accettarlo. Ma si sa che i segreti non rimangono mai tali a lungo…
Era un surrogato, sì, gli piaceva aiutare le persone come Tommy. Sì, usava il sesso per farlo. Era davvero così sbagliato? Meritava di essere punito, non potendo avere nulla per sé?
Come dicevo sopra, sono veramente rimasta stupita da come l’autrice abbia saputo gestire temi così importanti e difficili, intrecciandoli tra loro all’interno di una storia romantica, senza una sola sbavatura, senza una nota stonata. Si capisce benissimo come dietro ci sia stato un lavoro di ricerca importante sia sulla malattia di James che sul lavoro di Michael (ed ho apprezzato molto che l’autrice stessa nelle note iniziali metta i riferimenti bibliografici a cui ha fatto ricorso).
Mi è impossibile veramente scegliere chi tra i due protagonisti preferisco. Se Michael con la sua dolcezza, il suo altruismo e la sua fragilità intrinseca, o James, dalla volontà di ferro e il cuore spezzato e ricucito malamente; sono entrambi stupendi, imperfetti come ognuno di noi, e per questo perfetti, esseri umani che la vita cerca di schiacciare ma che, nonostante tutto, trovano la forza di continuare il cammino e rischiare di amare ancora. E insieme sono meravigliosi.
Senza davvero pensarci, afferrò la mano di James. Fu un “mi dispiace se ho insistito” e, Michael sperava, un “mi dispiace per la polio, ma a me non importa”. Qualsiasi messaggio James avesse scelto di leggerci, questi non ritrasse la mano, ma voltò il capo di lato, come se non volesse che Michael lo vedesse in viso. C’era qualcosa di così vulnerabile in James, in quel momento. Aveva la guardia abbassata, e Michael lo vide, vide il pozzo senza fondo di solitudine che nascondeva dietro la sua maschera precaria. Il suo cuore reagì subito, si gonfiò di compassione e praticamente gli saltò fuori dal petto per finire in grembo a James. Quell’uomo era così intelligente, così… buono nel profondo, nel cuore vibrante che pulsava nei suoi libri. Michael poteva vedere la sua anima scintillante, anche se James indossava una corazza di spine per nascondersi. Meritava così tanto, e Michael voleva donarglielo, mitigare la sua solitudine, più di qualsiasi altra cosa avesse mai desiderato in vita sua. Wow.
Vorrei davvero tento avere l’amore per il prossimo e l’altruismo di Michael, la sua capacità di vedere la bellezza ovunque, ma onestamente mi riconosco più in James, con le sue insicurezze e la sua misantropia, il suo chiudersi a riccio nella convinzione che se nessuno ti sta vicino, nessuno ti può ferire.
Per finire ho un messaggio per l’autrice: Cara Easton, non è che magari prima o poi potremo leggere davvero Cianuro Romantico !?
Non c’era alcuna decisione da prendere. Quando, contro ogni probabilità, accadeva il miracolo e la navicella spaziale atterrava per te e si apriva il portellone, tu ci salivi, fine della storia. Non importava se poi fossi diventato cibo o portato fino alle stelle, per alcune cose valeva la pena rischiare.
Recensione a cura di:
Editing:
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