Sevan Facinelli è un architetto italoamericano che lavora a New York per una prestigiosa società di ingegneria di cui ambisce a diventare socio, forte soprattutto dell’imminente fidanzamento con Rebecca Loewenthal, la figlia del fondatore dello studio. Introverso, solitario e carismatico, Sevan sembra tuttavia incapace di prendere le distanze da un’avventura che rischia di fargli perdere tutto quello per cui ha lottato. In rotta con il fratello di Rebecca, Noah, e poco presente al lavoro, Sevan deve fare i conti anche con la notizia della morte di Clara Bark, cui in passato era stato legato da un rapporto ambiguo e morboso.
Partito alla volta di Cape Cod per il funerale, Sevan scopre che Clara ha espresso, nelle sue ultime volontà, il desiderio che lui ristrutturi un vecchio faro, acquistato da lei prima di morire. Vincolato dal testamento a seguire i lavori senza la possibilità di appoggiarsi alla Loewenthal & Associati, Sevan decide di rimandare il fidanzamento con Rebecca e di vivere nella casa attigua al faro con Amoret Reed, l’ingegnere che Clara ha voluto nel progetto e che abita lì da sempre.
L’attrazione tra i due è immediata, ma entrambi sembrano decisi a non assecondarla.
Avete presente il vostro dolce preferito? Quello che fate con tanto amore e che di solito vi riesce sempre alla grande, soffice, morbido, cremoso, pastoso, coccoloso ma mai veramente perfetto come vorreste? Ecco, adesso immaginate che quello stesso dolce lo abbia preparato per voi Iginio Massari: non avete l’acquolina in bocca di fronte alla perfezione assoluta?
Questo è ciò che ho pensato dopo la lettura de “Il faro delle anime ritrovate”: trama articolata, misteri, colpi di scena, personaggi sfaccettati e sorprendenti; ingredienti genuini che la penna dell’autrice ha saputo dosare con magistrale equilibrio, ottenendo, alla fine, un romanzo perfetto, in cui i personaggi bucano la carta per farsi veri; ci mostrano la loro forza e le loro scioccanti fragilità, e ci accompagnano in un mistero che gioca a nascondino con il lettore sino all’ultima pagina.
Il tema centrale è l’amore, ma non fatevi ingannare dall’idea di una storia banale, senza complicazioni, perché qui ce ne sono tante e tutte giustificate dalla complessità della vita. Amore, dicevo, e rispetto verso se stessi, che vuol dire mettersi in discussione, rivedere le proprie scelte e avere il coraggio di percorrere altre vie per raggiungere la felicità.
“Non è mai troppo tardi per ritrovarsi: io l’ho fatto alla fine del viaggio e ho scoperto di amare il possibile più del certo.”
Nel fluire di una narrazione carezzevole e coinvolgente, questo messaggio – questa ricerca di amore e redenzione – non abbandona mai il lettore, anzi, lo accompagna grazie alla semina di indizi che sollevano dubbi e domande. Chi è Sarah? Chi è Clara? Cosa c’entra Rebecca con la vita di Sevan quando noi patteggiamo sfacciatamente per Amoret? E, soprattutto, chi diavolo è davvero Sevan Facinelli?
Forse non lo sa nemmeno lui.
Sevan, l’ambizioso architetto, nasconde bene la sua essenza dietro al controllo delle emozioni e alla dedizione totale al lavoro; è un uomo abituato a prendersi tutto ciò che vuole, e il suo obiettivo è quello di diventare socio dello studio a cui suo padre ha dedicato tutta la vita senza ottenere il giusto riconoscimento. Per farlo si lega alla figlia del suo capo, Rebecca, una donna innamorata di lui sin dall’infanzia, che si presta all’amore avido e incostante di Sevan pur di averlo. Ma nella vita niente va come abbiamo previsto, soprattutto quando le decisioni che prendiamo non sono giuste per noi. E il testamento di Clara Bark – il cui rapporto con Sevan è ambiguo per buona parte del romanzo – arriva a mescolare le carte in tavola e a costringerlo a una lettura diversa del passato e del futuro.
Costretto a recarsi a Cape Code per scoprire le ultime volontà della defunta, Sevan conosce Amoret, la figlia del compagno di Clara, e scopre che la sua eredità è legata a quella giovane donna e a un vecchio faro privato della sua lente. Nonostante debba tornare a New York, decide di accettare la sfida, e nei giorni che trascorre nella tranquillità della provincia si convince che potrebbe fermarsi in quel luogo, come ha fatto Clara. Il faro, in qualche modo, lo trattiene. Amoret, lo trattiene.
Lui non smise di guardarla. La lasciò fare, ma quando i lembi della camicia si aprirono le bloccò una mano all’altezza del cuore. «Senti?» Sotto la sua mano i battiti erano veloci; Amoret annuì. «Batte sempre, ma quando sono con te, vive» le disse serio, lo sguardo che le bruciava la pelle.
Quell’eredità condita di obblighi inderogabili si trasforma nell’occasione per guardare dentro se stesso e fare i conti con un presente che lo schiaccia e un passato che rischia di annientarlo.
Ma Sevan, come dice Annawan lo sciamano, è un uomo diviso in due e lo sarà ancora. Il suo presente torna a reclamarlo per concedergli quello che desidera, e l’incubo del passato è pronto a prendersi la sua parte, a costo della vita.
Non c’è niente di facile in questa storia: non decisioni scontate, tanto meno reazioni superficiali. Il faro è una presenza costante e silenziosa: ha bisogno di cure, ma è ancora in grado di sopportare la peggiore delle tempeste. Tutti i personaggi che ruotano attorno a Sevan come pianeti attorno al sole, svelano a poco a poco la loro parte nel racconto e rivelano, ciascuno, un tassello di quella verità che ha bisogno di essere urlata.
Con una prosa vivida e coinvolgente, Laura Caroniti ci conduce all’interno di un faro privo della sua lente ma non per questo “morto”, dimostrandoci che la luce che può indicarci la strada giusta da percorrere non è fuori, ma nascosta dentro di noi, ed è pronta a illuminare ogni nostro passo.
Sempre che lo vogliamo.
Tu sei l’anima di questo faro, non una lanterna, ma se vuoi troveremo anche quella.
Recensione a cura di:
Editing:
Come per le altre uscite della collana Reserve della Triskell Edizioni, il cartaceo sarà subito disponibile assieme all’ebook e potrete preordinarlo nella vostra libreria di fiducia oppure nei migliori store online.
Troverete delle copie ad aspettarvi anche al tavolo della CE al BUK di Modena a fine novembre.
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