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Hannah Weybridge, giornalista e madre single, deve scrivere per conto di un quotidiano nazionale un articolo investigativo sul quartiere a luci rosse di King’s Cross.
Lì incontrerà Princess, una prostituta, e l’ispettore di polizia della buoncostume Tom Jordan.
Quando più tardi Princess si presenterà alla sua porta massacrata di botte tanto da essere appena riconoscibile, Hannah dovrà prendere alcune decisioni importanti, trovandosi sempre più coinvolta in un modo di inganni e violenza. Tre prostitute sono state uccise, gli omicidi insabbiati dal silenzio stampa e la sua stessa vita è ora in pericolo.
Hannah si renderà conto che il gusto per la trasgressione colpisce anche i più alti ranghi dell’élite del paese e che dovrà fare del suo meglio per scoprire la verità… e restare viva.
– La morte potrebbe renderci tutti uguali, ma perfino lei segue una gerarchia, una linea narrativa.
Dissemina indizi, così come il defunto rivela quel che è successo prima. Talvolta.
Il quartiere di King’s Cross è una giungla oscura. Ogni tipo di affare è lecito, nei vicoli sporchi e negli angoli bui. Balordi, tossici, accattoni, papponi. Prostitute. Vite ai margini di tutto, invisibili ai più.
Hannah Weybridge, giornalista freelance e madre single, ha un contratto: una serie di interviste a King’s Cross. Non è quel che vorrebbe, ma con la nascita di sua figlia ha rinunciato al posto fisso in un giornale e ha bisogno di soldi.
Conosce così Princess, una ragazzina, che batte in zona. La sua storia è terribile, ma Hannah ne è quasi infastidita. Si sente fuori contesto, non è quello l’ambiente di cui vorrebbe scrivere. La sua vita è qualcos’altro.
Lo stesso lavoro la porta a intervistare l’ispettore Tom Jordan, uomo affascinante, risoluto, intrigante e complicato…
Ma a King’s Cross qualcuno scarica cadaveri, giovani donne del mestiere, picchiate fino a morire e buttate via come carta sporca. Tom Jordan indaga.
E Hannah sarà coinvolta, suo malgrado, quando Princess, orribilmente massacrata e quasi in fin di vita, si rifugerà da lei, chiedendole aiuto.
In una spirale di paura, dubbi, pericolo, capirà di essere invischiata in un gioco di morte i cui colpevoli sono davvero in alto.
Potrà fidarsi dell’ispettore Jordan? O anche lui non è chi dice di essere?
Un buon thriller, questo “Donne nel vento”, sebbene a tratti sia un po’ lento, soprattutto nei momenti delle riflessioni e dei dubbi di Hannah.
I temi sono difficili, i personaggi femminili sono controversi. Gli angoli bui della metropoli stritolano, marginalizzano, così come il quartiere residenziale.
La maternità, anche se desiderata, voluta, porta rinunce, scelte dolorose e complicate, tra professione e vita privata.
Donne, diverse le vite, ugualmente costrette a scelte.
In attesa del secondo volume, perché Hannah ha preso coscienza di tante cose. Probabilmente.
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