Che fine ha fatto Pietro? E chi è il misterioso Diablo?
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Teo, universitario di 22 anni, è costretto a lasciare Roma e a tornare nel paesino d’origine, Monte San Fausto, sperduto tra le montagne dell’entroterra maceratese.
Non avendo più amici, contatta il suo ex ragazzo, Ettore, un tipo molto silenzioso e oscuro, che subito gli parla del suo nuovo ragazzo, Pietro, con cui dice di aver ritrovato la felicità.
Qualche giorno dopo, Teo riceve una telefonata da parte di Ettore: Pietro è scomparso. Teo lascia tutto e corre da lui. Arrivato a Villa Patrizi sul Monte Conero, Teo ascolta il lungo e straziante racconto che Ettore gli aveva celato: dopo aver perso tragicamente entrambi i genitori, era caduto nella depressione più nera, finché una sera, su Grindr, non aveva conosciuto un escort, tale P€T€R.
Teo, annoiato dalla vita di provincia e desideroso di riavvicinarsi a Ettore, decide di aiutarlo e scopre che Pietro faceva parte di una confraternita di stampo massonico. Inoltre, l’escort era tormentato da un certo Diablo, da cui aveva ricevuto esplicite minacce di morte.
Dopo poco, Diablo comincia a scrivere messaggi minacciosi anche a Teo.
Paolo Capponi tesse una trama nerissima e tesa che tiene incollato il lettore.
Non c’è speranza per l’unicorno.
“Una trama nerissima e sensuale”: la quarta di copertina mi aveva avvertito, eppure non mi aspettavo di essere trascinata nella storia di Teo fino al punto di girare le pagine quasi con timore, perché a ogni riga avrei potuto scoprire qualcosa che forse non volevo sapere davvero.
Teo torna nel paesino in cui è cresciuto, inizia a frequentare l’università a Macerata, riallaccia i contatti con il suo primo amore, Ettore, e indaga al posto suo sulla scomparsa del nuovo amore di Ettore. Sembrerebbe una trama semplice, vero? Ma non lo è affatto, ogni passo di Teo è un avvicinarsi al nucleo del suo animo, quell’insieme di pulsioni e desideri difficili da ammettere persino con se stesso.
No, non adesso, ordina a sé stesso, non invischiarti in questa situazione: Ettore è instabile, la faccenda di Pietro è poco chiara e puzza di bruciato. Tiratene fuori. Hai qua un ragazzo carino e promettente, perché andarti a buttare in mezzo ai rovi?
Per quale motivo Teo dovrebbe indagare al posto di Ettore sulla scomparsa di Pietro? Lui non conosce nemmeno il ragazzo e, in fin dei conti, vuole che Ettore sia di nuovo solo, disponibile per tornare a essere qualcosa più che amici. Tuttavia la tentazione è troppo forte per resistere, ogni filo della trama dell’arazzo lo lega ancora di più, lo attira in un mondo di feste segrete, sesso sfrenato, segreti e pericoli.
Più volte leggendo si è tentati di gridargli di fermarsi, di non aprire quella porta, di non salire su quell’auto o di non seguire quella persona, perché la consapevolezza del pericolo in agguato è simile a una morsa che stringe sempre di più a ogni pagina.
L’autore è stato molto bravo a caratterizzare i personaggi: nessuno è un angelo immacolato né il diavolo più nero, è facile ritrovare tratti realistici, a volte tristemente e terribilmente realistici, anche nel personaggio che si vorrebbe poter disprezzare con forza. Persino il protagonista, Teo, non è un ingenuo sprovveduto che cade nella tela di un predatore, anzi si potrebbe dire che ci si tuffa a occhi ben aperti, seguendo i bisogni e i desideri più oscuri del suo animo, quelli che ha imparato a conoscere nel tempo trascorso a Roma e ormai non vuole più negare.
È lui. È di nuovo lui.
Le labbra di Ettore scendono sul collo, con piccoli baci leggeri, e a ogni tocco Teo trema e sussulta.
Ecco, ora può dimenticare tutto. Ettore gli toglierà quella sporcizia di dosso, dal corpo. Ettore gli offrirà l’amore che cerca da anni, quello completo e splendido, fatto di un ragazzo che ti veglia durante la notte per proteggerti, che si ucciderebbe per te.
Poi ci sono le svolte inaspettate della storia, quei colpi di scena che non avresti mai anticipato e ti lasciano lì a bocca aperta, a domandarti per quale motivo non avevi colto tutti i segnali disposti come tante bricioline a formare un disegno preciso. Nessuno è ciò che sembra, nessuno è innocente: si può solo leggere, scoprendo con quanta maestria Paolo Capponi stia catturando ogni lettore e tessendo il suo arazzo.
Recensione a cura di:
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